Cibo

I programmi tv di cucina degli anni ’60 erano più truci e interessanti di quelli di adesso

Programmi di cucina vintage Rai

Tutti che parlano dell’invasione del cibo in tv, dei programmi con gli chef e dei talent, ma vi siete mai chiesti com’erano i primi programmi di cucina? Quando gli italiani hanno iniziato a guardare persone cucinare e restare incollati allo schermo mentre si mette in piedi una Parmigiana?

Abbiamo scavato negli archivi Rai e cercato angoli remoti dell’internet per andare alle origini del fenomeno: dai programmi di ricette, alle gare tra personaggi dello spettacolo fino ai documentari dell’agricoltura e alimentazione nell’Italia di metà novecento.

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Non c’è una data precisa sull’inizio dei programmi tv di cucina, ma si parla genericamente degli anni ’50, in concomitanza con la nascita della Rai. Anche se la vera esplosione è senza dubbio negli anni’70.

In questi video vi sembrerà strano vedere il cibo in bianco e nero, montaggi lenti e nessuna spettacolarizzazione delle pietanze come negli attuali cooking show e talent di cucina, ma una volta finito di vedere una puntata qualsiasi di queste trasmissioni, sarete in grado di capire com’è cambiata la ‘narrazione’ del cibo in tv.

A Tavola alle 7 | Gli albori del Cooking Show

A condurre A tavola alle 7, programma della metà degli anni settanta della Rai, troviamo l’attrice italiana Ave Ninchi, che in questo contesto ci ricorda la tipica donna di casa del dopoguerra, vestita con camicioni a fantasia. Il programma è una declinazione della precedente versione ‘Colazione alle 7’ iniziato nell’aprile del 1971, che andava in onda con altri conduttori. Ma il programma diventa famoso solo dopo l’arrivo, nel 1973, dell’attrice e del critico enogastronomico Luigi Veronelli.

A tavola alle 7: programma rai

La struttura della trasmissione è simile ai più recenti ‘La Prova del cuoco’ o ‘Fuochi e Fiamme’. Due partecipanti, spesso personaggi del mondo dello spettacolo, propongono una ricetta semplice e casalinga, la preparano mentre la conduttrice e il suo braccio destro fanno intervenire il pubblico, attraverso domande e piccole prove. C’è un atmosfera da piazza di paese e gli spettatori sono disposti in dei tavolini come se fossero al bar. Infine una giuria composta da critici gastronomici, giudica i piatti dei concorrenti.

Se volete collezionare piccoli consigli o sentirvi una casalinga degli anni ’70 alle prese con i piatti della tradizione, dovete assolutamente vedere tutte le puntate della prima stagione su RaiPlay.

Linea contro linea | I consigli per la spesa di sora Lella

Siamo nel 1967 e l’autore televisivo Giulio Macchi, nel suo programma Linea contro linea, inserisce degli approfondimenti enogastronomici servendosi di Sora Lella, soprannome di Elena Fabrizi, attrice e appassionata di cibo. In questa puntata – l’unica reperibile online purtroppo – dispensa consigli per la spesa al mercato e ricette casalinghe, parlando in un dialetto romano pazzesco.

Linea contro linea: Sora Lella

La puntata si apre in un mercato, presumibilmente romano, dove Sora Lella, a caccia di peperoni, si rivolge al venditore con un “Ne hai de boni Gige’?”. Poi si sposta al banco del pollame, mentre maneggia un pollo morto e nell’inquadratura si vede un bel primo piano delle budella, una cosa che nel 2018 potrebbe urtare animalisti e vegani. Infine, nell’ultima parte, insieme all’attore Gigi Ballista, cucina gli acquisti fatti al mercato. Al momento dell’impiattamento nessuna grazia o cura, solo una dose generosa di cibo bello unto, che per un momento vi farà dimenticare tutta la ricerca dell’estetica nella cucina moderna, ma vi farà venire una gran fame.

Viaggio nella valle del Po’ | Documentario della cultura gastronomica post-guerra

Viaggio nella valle del Po è un documentario in 12 puntate realizzato nel 1957 da Mario Soldati per la Rai. È con questa trasmissione che nasce in Italia il reportage enogastromico in tv.

Viaggio nella valle del Po: Mario Soldati

In ogni episodio Soldati va alla ricerca di ricette e prodotti locali della Pianura Padana: parla con contadini e allevatori in un’Italia ancora fortemente rurale, diventando il primo giornalista enogastronomico televisivo. Vi stupirete nel vedere un ritmo di narrazione ancora molto attuale e ironico. Soldati più volte parla di un futuro in cui queste tradizioni agricole verrano abbandonate e in cui si passerà meno tempo in cucina; presumibilmente, infatti, l’obiettivo di questo documentario è di raccogliere e preservare testimonianze della cultura contadina, prima del boom economico degli anni ’60.

Italia dei dialetti | Dizionario gastronomico

Questo video, contenuto nel sito Rai Teche, è una puntata della serie dedicata ai dialetti italiani. Qui troverete tutte le parole in dialetto dei cibi regionali e non. L’episodio è una serie di interviste a contadini, panettieri e semplici casalinghe, inframezzate con le spiegazioni dell’origine etimologica delle parole a cura di Giacomo Devoto – sì, quel Devoto, storico linguista del Novecento.

Guardatelo per imparare quanti modi di chiamare sale e olio esistono in Italia e per non dimenticarvi che il dialetto è strettamente legato alla cultura culinaria italiana.

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Screen via RaiPlay

Una volta finito di vedere queste figate dimenticate negli archivi online, capirete come ho fatto io – spoiler – che cibo e cucina in tv erano un tempo una cosa semplice e alla portata di tutti.

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