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Guarda John Oliver mandare a fanculo Facebook

Facebook non è mai stato l’allegro giardino dell’amicizia per cui si è sempre spacciato — e la cosa, ormai, è chiara anche ai sassi.

Ben prima che scoppiasse lo scandalo Cambridge Analytica a marzo di quest’anno, i termini e le condizioni di utilizzo del social network erano già quelli di un’azienda il cui modello di business fondamentale è guadagnare sulle informazioni dei propri iscritti. Ecco perché non c’è mai stato nessun “data breach” in senso proprio: lo scandalo, nei fatti, ha riguardato — sì — un utilizzo improprio di dati personali, ma questi dati erano stati raccolti da terzi secondo regole previste da Facebook stessa al tempo.

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Capire come riguadagnare la fiducia dei propri iscritti attuali (e di quelli potenziali) è, dunque, l’obiettivo attuale numero uno per l’azienda di Menlo Park. Per questo, ha cominciato una campagna di ad intitolata “here together,” volta a convincere le persone che — conscio di aver sbagliato e desideroso di fare ammenda — il colosso farà di tutto per proteggerle, così che possano “tornare a ciò che rendeva Facebook speciale: gli amici.”

Messaggio a cui il comico John Oliver ha risposto ieri sera con un cristallino: “fuck you.”

https://www.youtube.com/watch?v=sbNv9MP27xE

Nell’ultima puntata del programma americano HBO Last Week Tonight — che costruisce i propri approfondimenti su argomenti socio-politici e fenomeni di hype collettivo — Oliver ha dedicato una parte della serata a mettere in chiaro una volta per tutte che no, nessuno di noi può credere ancora che Facebook abbia a cuore più le nostre amicizie dei propri interessi economici e che, a prescindere, l’esperienza che facciamo sul social è — da sempre — più miserevole che positiva.

“Facebook stava facendo esattamente ciò per cui era stato costruito,” prosegue subito dopo il comico, “che è il motivo per cui vale 600 MILIARDI di dollari. “Nessuno crea la macchina di raccolta dati più efficiente della storia accidentalmente.”

Oliver prosegue poi lo spezzone riassumendo le controversie principali che hanno riguardato Facebook nell’ultimo paio di anni: dal coinvolgimento della piattaforma nel genocidio in Myanmar l’inverno scorso, alla presentazione del progetto di realtà virtuale Facebook Spaces, in cui gli avatar di Mark Zuckerberg e di Rachel Franklin apparivano sorridenti nel mezzo di una Puerto Rico appena devastata dagli uragani.

Cioè di cui Facebook ha bisogno — in un momento in cui anche gli investitori sembrano crederci sempre meno — è un amico onesto che lo accetti per ciò che è, ovvero “un sistema di sorveglianza, travestito da rimpatriata tra compagni del liceo,” conclude Oliver — prima di mandare in onda una versione dello spot “here together” estremamente sincera e spietata. Il nuovo ad, si conclude con la verità raggelante che, a prescindere da quanto stia succedendo a Facebook, “non cambierà niente: abbiamo i tuoi dati, abbiamo i tuoi amici. Dove potresti mai andare?”

Nonostante le puntate di Last Week Tonight si concentrino più spesso su questioni politiche americane, le incursioni del programma in argomenti legati più alla “nuova” politica — quella legata appunto allo strapotere dei colossi tech, come ai cambiamenti culturali e socio-economici dovuti alla rete — contribuiscono a portare a un pubblico diverso temi per alcuni di noi scontati, come Net Neutrality, Bitcoin, molestie online.

Nell’anno di Cambridge Analytica, sappiamo tutti che Facebook è un problema. Ma Oliver, con la sua satira semplice e concisa ci ricorda che, per nessun motivo, lo stato attuale della nostra vita online e offline — sorvegliata in tutto e per tutto — deve essere accettato come la nuova normalità.