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I veterani curati con l'MDMA per dimenticare la guerra

Tony Macie è un veterano della guerra in Iraq e fa parte del 25 percento di soldati americani che soffrono del disturbo post-traumatico da stress. L'ho chiamato per sapere di più sulla sua terapia a base di MDMA.

Tony Macie

La carriera militare di per sé non è uno spasso. Per molti veterani, poi, il disturbo post-traumatico da stress è sempre in agguato—colpendo, secondo alcuni dati, circa il 25 percento dei soldati in congedo.

Tony Macie è un veterano della guerra in Iraq e fa parte di questa percentuale. Dopo il trauma subito in seguito a un attentato costato la vita ad alcuni commilitoni, a Tony sono stati prescritti dei medicinali per il DPTS. Insoddisfatto delle cure, poi, Tony ha iniziato a cercare rimedi alternativi e si è imbattuto nella Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS) e nel suo programma sperimentale a base di MDMA.

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L'ho chiamato per capire come ha usato la droga per superare il trauma.

Tony in Iraq

VICE: Ciao Tony. Puoi raccontarmi qualcosa sulla tua esperienza in Iraq?
Tony Macie: Sono rimasto in Iraq per 15 mesi. Per gran parte del mio periodo di servizio ho svolto azioni di pattuglia, e c'era sempre il timore di essere attaccati. Poi, più o meno a sei mesi dal mio arrivo, è successo. Nell'attentato sono morti due miei amici. È stato allora che ho capito: "È tutto vero. Questa è la guerra."

Pensi che l'evento abbia colpito te in modo particolare, o è stato così per tutti i tuoi colleghi?
Soffrivano tutti. A volte però non ce ne rendevamo conto, eravamo troppo concentrati sul fatto di dover salvare la pelle.

Ci sono stati momenti in cui hai temuto per la tua vita?
Probabilmente subito dopo l'attentato. Abbiamo pattugliato la stessa via per i tre giorni successivi, e ci aspettavamo una nuova esplosione da un momento all'altro. Alla fine non ci sono stati attentati, ma per tre giorni, ogni notte, ce ne stavamo lì ad aspettare la bomba. La morte sarebbe potuta arrivare da un momento all'altro. Mi aspettavo un agguato, una sparatoria.

Come ti sentivi quando sei tornato in America?
All'inizio mi sentivo sollevato. Ero felice di essere tornato a casa, stavo bene. Qualche giorno più tardi sono cominciati i problemi di insonnia e gli sbalzi di temperatura corporea. Dopo un po' ho iniziato a bere per riuscire a dormire, e uno o due mesi dopo sono arrivati l'ansia e gli attacchi di panico. Allora mi sono rivolto ai medici.

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Cosa ti hanno prescritto?
Degli antidepressivi. Poi lo Xanax e della roba per dormire.

Hanno sortito qualche effetto?
Non sono un grande fan degli antidepressivi. Gli effetti collaterali non aiutano affatto. Anzi, le cose sono peggiorate e mi sono ritrovato ad assumere altri farmaci per contrastare il malessere.

Come sei venuto a conoscenza dei trial con l'MDMA?
Cercando su internet. Ho trovato il Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS) e li ho contattati.

Come funzionavano queste cure sperimentali?
La dose era di 75 mg, assunti sotto forma di compressa. Prima ho incontrato tre o quattro volte i responsabili del progetto in modo da avere chiari tutti i punti del percorso. Per la prima ora dopo l'assunzione, mentre me ne stavo sul divano, mi sentivo estremamente rilassato. Poi, dopo circa un'ora, sopraggiungeva l'ansia. Penso stessi cercando di contrastare l'effetto dell'MDMA.

Poi l'MDMA entrava in circolo e iniziavo a sentirmi meglio. Mi sentivo calmo e rilassato, in pace. Mi venivano in mente cose che avevo cercato di ignorare, e ogni volta che lasciavo affiorare il ricordo avvertivo una bella sensazione. Credo che il mio corpo stesse cercando di dirmi di accettare quei ricordi. Sentivo anche di dover guardare il lato positivo, quale che fosse la situazione. Ho anche capito delle cose.

Tony in Iraq

Quali?
Facevo uso di antidolorifici, e ho capito che ne ero diventato dipendente. Ho anche capito che dovevo accettare il passato così com'era. Dovevo andare avanti, perché non c'era modo di cambiarlo.

Che conseguenze ha avuto l'uso di MDMA sui rapporti con amici e famiglia?
Mi sono reso conto che facevo di tutto per allontanare gli altri da me. Ho cercato di recuperare quei rapporti. Mi sentivo più ben disposto, e mi sembrava di aver riacquistato la capacità di comunicare. Al mio ritorno dall'Iraq non era stato così, invece ora mi sento più vicino alla mia famiglia. Anche la mia relazione con il DPTS è cambiata.

Quanto duravano le sensazioni positive? E gli effetti negativi, ne avverti qualcuno?
Penso che le sensazioni positive durassero ogni volta un po' di più. Quanto agli effetti negativi… forse giusto qualche dolore alla mascella, ma in generale la definirei un'esperienza positiva. Ti sottoporrai ad altri trial?
Se dovessi ricominciare a bere o stare male penso ci riproverei, se potessi—se fosse legale.

Cosa diresti ad altri veterani della tua esperienza con l'MDMA?
Non sono qui per dire che chiunque dovrebbe provare indipendentemente dai trial, ma sono convinto che dovrebbero esserci più ricerche e più test. Chiunque si senta perso dopo un trauma dovrebbe avere a disposizione uno strumento del genere. Nel mio caso, la terapia con l'MDMA ha aperto le porte alla compassione, all'amore e alla capacità di andare avanti.