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Se le foto diventano gratuite, ci sarà ancora qualcuno disposto a scattarle?

Dopo la decisione di Getty di sbloccare 35 milioni di foto offrendole gratuitamente per scopi non commerciali, in molti si sono chiesti quali saranno le conseguenze per il mercato e per chi, con queste foto, ci campa.

"Non è fantastico vedere il nostro futuro scomparire?" Immagine Shutterstock. Questo pezzo è tratto da Motherboard. 

La fotografia non è mai stata una carriera facile né stabile. Negli ultimi anni, il valore e la quantità di opportunità nel campo del fotogiornalismo sono precipitati a causa della massiccia diffusione dei media online. E persino nel mondo dell'arte in genere le fotografie non riescono a ottenere le stesse valutazioni da capogiro attribuite a un quadro o a una scultura. Sia in campo editoriale che in campo artistico, la fotografia si è rivelata estremamente suscettibile alle peggiori contrazioni di mercato possibili.

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È comprensibile, allora, che la notizia della scorsa settimana per cui Getty Images avrebbe reso gratuitamente disponibili 35 milioni di immagini per l'uso online abbia scatenato un grande dibattito sul futuro della fotografia come fonte di guadagno e carriera professionale.

Quello di Getty è l'archivio fotografico più grande del mondo. Come hanno fatto notare molti giornalisti, l'azienda si è arresa alla crescente forza della pirateria: non potendo fare causa a ogni singola persona che usa un'immagine senza permesso, ha deciso di trasformarsi sul modello di YouTube.

È una decisione che dal punto di vista di un'azienda come Getty appare sensata. Come ha sottolineato Marketplace nel suo articolo sul tema, cercare di fare causa per ogni violazione dei termini e le condizioni di servizio di Getty era un'impresa impossibile. La nuova politica di embed del contenuto, invece, apre alla società nuove strade. Come ha fatto notare Josha Benton del Nieman Journalism Lab, citato nell'articolo di Marketplace: "Se la cosa decolla, avranno a disposizione una quantità smisurata di dati sulle tipologie di foto preferite dagli utenti e sui siti più visitati. E ciò rappresenta una risorsa importantissima per un'attività di advertising mirato che, come potete immaginare, porterebbe un sacco di entrate."

Ma quest'iniziativa provocherà davvero un cambiamento così profondo nel mercato della fotografia? Alcuni dei giocatori di primo piano in questa partita non sembrano così convinti. Intervistato da Forbes, il CEO di Shutterstock Jon Oringer non è sembrato particolarmente turbato, e ha detto che, per varie ragioni, la nuova politica aziendale di Getty non cambierà granché il mercato della fotografia come lo conosciamo. In primo luogo, perché Getty ha dichiarato che consentirà l'uso delle sue foto su Internet solo per scopi non commerciali.

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"Non è un cambiamento così grande," ha spiegato Oringer a Forbes. "Non consente l'utilizzo delle loro immagini per scopi commerciali e il 99,9 percento del nostro business consiste proprio con questi scopi commerciali. Noi vendiamo immagini ad aziende che vendono altre cose, per cui ci concentreremo semplicemente nel fare questo."

Anche quando si tratta degli scopi non commerciali che interesserebbero molte pubblicazioni editoriali, Oringer non è convinto che la nuova strategia di Getty sia così rivoluzionaria, perché le "principali agenzie di stampa" non vorrebbero rischiare di fare torti ai propri clienti pubblicitari.

Che troviate più convincenti gli argomenti di Oringer o la nuova strategia di Getty, vedere chi ha ragione alla fine sarà solo una questione di tempo. Getty sta sperimentando un nuovo modello—uno di quelli che vanno sviluppati gradualmente.

Limitando l'uso gratuito a un player integrato, le immagini di Getty non sono completamente gratuite; usarle secondo le solite modalità richiede un pagamento.

Ma c'è un altro aspetto da considerare qui, a parte i problemi di grandi aziende: cosa comporterà tutto questo per i singoli fotografi?

Molti scettici, tra cui Katie Long di Slate, hanno paragonato il cambiamento annunciato da Getty al modo in cui l'industria musicale è stata costretta ad adattarsi alle realtà economiche conseguenza della rivoluzione digitale. E questo, per i fotografi che realizzano tali foto, non è esattamente incoraggiante. Salvo il caso delle poche grandi rock star, la maggior parte dei musicisti ha visto crollare il valore del proprio lavoro a causa della diffusione di servizi popolari e vicini al consumatore come Spotify.

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Ma, anche così, i musicisti hanno una marcia in più rispetto ai fotografi, perché sono sempre stati in grado di monetizzare il proprio lavoro in modi diversi. Se non fai abbastanza soldi con Spotify (ed è così per molti), puoi comunque andare in tour, vendere la tua immagine e chiedere di più allo zoccolo duro dei fan. È difficile immaginare i fotografi—in particolare quelli che vendono il loro lavoro attraverso le agenzie di stock photo—fare questo tipo di cose.

In un lungo e provocatorio articolo apparso sul blog di PhotoShelter, Allen Murabayashi ha intervistato un po' di fotografi professionisti per avere un parere sulla questione. L'opinione generale? Quasi tutti i fotografi sembravano terrorizzati. Un fotografo di New York gli ha detto: "Lo sapevo che avrei dovuto trasferirmi a ovest e iniziare a lavorare in una friggitoria."

È difficile fare previsioni sul futuro della fotografia digitale. I fotogiornalisti in carriera, ad esempio, non svalutarsi il proprio lavoro (o almeno, non più di quanto non si sia già svalutato) perché Getty, nel nuovo piano, non ha sbloccato le foto di news. Ma per i fotografi il cui lavoro è già stato incluso nell'enorme cumulo delle immagini d'archivio? Come ha detto a PhotoShelter un fotografo: "la corsa verso il basso continua."

La paura espressa da quel commento è la solita: che il valore di un bene o di un servizio diminuisca radicalmente una volta che esso diventa disponibile online e, di conseguenza, facile da copiare o rubare. Ovviamente, il contrappunto alla base della nuova politica di Getty è che tutto questo sta già accadendo e l'azienda sta provando a gestire il fenomeno nel mondo migliore possibile. Ma il fotografo Darren Carroll ha da ridire sul precedente costituito dall'iniziativa. Certo, le immagini non valevano già quasi niente. Ma finché Getty resisteva, i singoli fotografi potevano ancora avanzare dei diritti sullo sfruttamento del loro lavoro.

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Citando dall'articolo di PhotoShelter: "Questo cambiamento avrà delle conseguenze immediate e sfavorevoli sull'abilità di chiunque di ottenere un compenso per immagini 'rubate' o ottenute in altri modi da blogger o siti, perché Getty ha nei fatti stabilito un prezzo di 0.00 dollari per immagini da 1000 pixel usate su Internet a fini editoriali. Quindi ora, se qualcuno 'ruba' una mia immagine e io chiedo un rimborso, non è fuori questione che un blogger (o, in questo caso, un giudice o una giuria incaricata di valutare l'entità del danno) possa sostenere di dovermi esattamente quello che è il valore di mercato della mia immagine."

In altre parole, una volta che il servizio di stock accetta il fatto che un lavoro non vale nulla, esso diventa privo di valore anche per la persona che l'ha fatto. D'altro canto, dato che le foto di Getty, per essere pubblicate online, devono essere incorporate nel loro player, è improbabile che le redazioni online vi ricorrano in maniera sistematica. (Online o meno, non si può esattamente usarne una come immagine principale o anteprima di un'articolo.) I piccoli siti lo faranno sicuramente, ma avrebbero avuto un budget per le foto a prescindere dalla situazione?

Che la paura di Carroll diventi o meno realtà, la nuova politica di Getty riflette la tragica ammissione del deprezzamento del valore monetario della fotografia. Sicuramente dal piano di Getty emerge la promessa di un nuovo modello di gestione del settore. Se la condivisione delle loro immagini finisse per somigliare in qualche modo a come Google condivide i contenuti di YouTube, Getty potrebbe dare la luce a una nuova classe di celebrità di Internet simili alle odierne star di YouTube.

Ciò che viene monetizzato, qui, non è l'opera d'arte in sé. È lo scheletro di dati dietro tutto questo lavoro. Da questa nuova strategia, Getty potrebbe addirittura riuscire a ottenere incassi maggiori di quelli che ottiene oggi. Ma ho qualche problema a immaginarmi come i fotografi possano guadagnarci qualcosa.

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