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Secondo quest'uomo, Hitler è sepolto in Galizia

Julio Barreiro Rivas è convinto, Hitler non si è suicidato nel bunker: nel 1945 sarebbe atterrato tra le montagne di Lugo con Eva Braun, scortato dalla Guardia Civil, per trasferirsi in un monastero sotto la protezione di Franco.

Julio Barreiro Rivas

Julio Barreiro Rivas è uno scultore, compositore, scrittore e storico spagnolo trapiantato in Venezuela. Nato nella provincia galiziana di Pontevedra più di ottant'anni fa, Julio ha avuto una vita molto interessante: è stato il leader di un gruppo musicale a conduzione familiare chiamato Los Hijos de la Casa Grande; ha gestito una presunta "isola delle orge" per alti ufficiali dell'esercito venezuelano e sostiene di aver incontrato Hitler. In effetti, Julio ha un'interessante teoria su Hitler: sostiene che l'uomo non si sia suicidato ma sia morto ed ora si trovi sepolto in un cimitero in Galizia, nel nord-ovest della Spagna.

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“Una scoperta di questo tipo non rivoluzionerebbe certo la storia europea, ma la modificherebbe,” mi ha detto con modestia nella nostra intervista telefonica. “Ci sono persone, a Berlino e in Russia, che sanno che Hitler ed Eva non erano per nulla intenzionati a suicidarsi il giorno dopo essersi sposati. Il loro amico Franco voleva sdebitarsi con loro per i favori dei tempi di guerra, così ha custodito l'oro di Hitler in Spagna.”

A dire il vero, nella teoria di Julio ci sono molte cose che non tornano. Chi sono queste “persone, a Berlino e in Russia” che “sanno” per certo che Adolf e la sua bella non avrebbero festeggiato la loro luna di miele uccidendosi? E come fa a sapere che l'ex dittatore spagnolo doveva un favore a Hitler? Comunque, Julio crede molto nella sua storia e la racconta con fervore e intensità. Quando parli con lui, non hai l'impressione stia scherzando o gonfiando le cose. Sembra davvero credere in ciò che dice.

“La storia dei loro corpi dati alle fiamme nel giardino della Cancelleria è ancora più insensata,” ha continuato Julio. “Ci crederebbe solo chi è davvero interessato a sradicare il ricordo di Hitler—i tedeschi, per la vergogna, e i russi e gli americani, perché non sono stati in grado di catturarlo.” O anche le persone a cui non interessa granché sapere esattamente dove si stia decomponendo quell'uomo. Ma Julio è andato avanti.

Una foto del trimotore a bordo del quale il Führer sarebbe arrivato in Galizia.

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“Il 29 aprile 1945, nelle prime ore del mattino, Hitler è decollato a bordo di un trimotore. È atterrato in un paesino, Córneas, nascosto tra le montagne di Lugo, dove lo aspettavano una scorta della Guardia Civil spagnola e alcuni muli che trasportavano borse piene di lingotti d'oro e altri oggetti di valore. Da lì è partito in direzione di Samos, attraversando le città di Cebreiro, el Hospital e Triacastela, dove avrebbe incontrato una delegazione del convento di Samos. Non penso che nessuno possa rifiutare la mia teoria, dato che ho visto Hitler, vivo e vegeto, in quel convento.”

Io gli crederei anche—chi può mettere in discussione le dichiarazioni di un ottantenne spagnolo che indossa un cappello buffo? Stando al racconto di Julio, aveva 14 anni quando ha incontrato per la prima volta Hitler, Eva Braun e altri fuggitivi tedeschi e italiani. Stava aiutando suo zio muratore a costruire la sede della Guardia Civil di Samos, e il contratto includeva anche un lavoretto segreto: la costruzione di un tunnel sotto l'edificio in cui avrebbe vissuto Hitler. A quanto dice, Franco era in ottimi rapporti con Mauro Gómez, all'epoca abate del monastero, e aveva visitato Samos nel 1943. Julio dice che è stato grazie a quel lavoro che ha conosciuto i fuggitivi nazisti.

“Non solo ero il nipote del capocantiere, ma ero anche l'amico e confidente dell'abate del monastero, e mi sono guadagnato la fiducia di tutte le persone che vi alloggiavano. Sono riuscito a incontrare Adolf Hitler e sua moglie Eva nel 1945. Oltre a essere una donna davvero bella, la signora Braun era anche molto simpatica e gentile, e l'unica cosa che sapeva dire in spagnolo era, “Hola ¿cómo estás, guapo?” [Ciao! Come stai, bello?] Ho fatto amicizia con un ragazzo che lavorava per loro come fattorino. Mi raccontava di tutte le cose che gli dicevano di comprare, e mi diceva che quei due tedeschi dovevano essere pieni di soldi, perché gli davano mance molto generose.”

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Gli ho chiesto quale fosse lo scopo preciso dei tunnel, ma Julio si è rifiutato di fornirmi una risposta precisa—a quanto pare, per il bene dei suoi affari. “Poco dopo essere arrivato in Venezuela, sono stato assunto da un'azienda di proprietà del governo per costruire un villaggio vacanze e per altri progetti che io considero segreti di Stato. Cosa penserebbe di me il popolo venezuelano se rivelassi quest'altro segreto? Non ho partecipato direttamente alla costruzione della sede della Guardia Civil di Samos o dell'appartamento-bunker di Hitler. Ma penso di essere l'unica persona ancora in vita a sapere dove è sepolto. Tutti questi lavori erano stati commissionati da Franco. Cosa succederebbe se tornassi in Spagna e rivelassi dove si trova la tomba di Adolf Hitler?”

Personalmente pagherei per vedere una cosa del genere. Pagherei anche per vedere Hitler vestito da monaco benedettino che va in giro per un convento della Galizia. È un fatto, in ogni caso, che il Führer abbia sempre considerato la Galizia una regione strategica. I tedeschi avevano postazioni radar nella città di Cospeito, dei sottomarini a largo della costa atlantica, un aeroporto a Las Rozas (Lugo) e persino una tomba pronta nel cimitero di San Amaro, a La Coruña. Inoltre storici revisionisti come Abel Basti credono alla teoria secondo cui il dittatore non sarebbe morto nel suo bunker ma sarebbe fuggito in Argentina partendo dalla costa galiziana. Julio mi ha spiegato di non sapere esattamente per quanto tempo Hitler abbia vissuto in Galizia, anche se è certo che i suoi resti siano ancora lì—se non fosse che un incendio avvenuto nel 1951 ne ha cancellato ogni traccia.

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“Sembra che l'incendio del monastero sia stato doloso, allo scopo di far sparire ogni traccia di Hitler e dei suoi compagni dal convento di Samos,” mi ha detto Julio.

Il monastero di Samos.

Stando agli archivi della stampa, Franco ha visitato di nuovo il monastero di Samos dopo che è stato ricostruito nel 1960. Julio ha scoperto solo nel 1947 com'era avvenuto l'arrivo di Hitler in Galizia. “Il mio capo mi ha detto che dovevamo andarcene, portando con noi delle borse piene di ferro per costruire una fornace. Abbiamo superato El Cebreiro, siamo arrivati a Piedrafita e ci siamo incamminati per un sentiero di pietra. Dopo una lunga marcia siamo arrivati a Córneas. La prima cosa che abbiamo visto è stato un enorme aereo trimotore tedesco che, abbiamo scoperto dopo, era atterrato lì il 1 maggio 1945 e vi era rimasto per quasi un anno.”

“Per tre mesi ho lavorato a Córneas. Il proprietario del terreno su cui era atterrato l'aereo mi ha raccontato di come questo fatto avesse rovinato le sue patate. Mi ha detto che c'erano otto passeggeri a bordo, tra cui una donna. Ha detto anche che uno dei passeggeri si è fatto male durante l'atterraggio. Sono convinto che ci debba essere qualcuno in questo paesino che si ricorda dell'aereo.”

A quel punto, mi sentivo un detective in un film di serie B sui nazisti. Su internet è facile trovare dati sull'atterraggio a Córneas di un aereo trimotore, forse un C-352. Ad esempio c'è un lungo articolo di Luis G. Pavón, pubblicato sui numeri 67 e 68 della Revista Española de Historia Militar che contiene dettagli e fotografie di questo strano avvenimento. Molti fatti corrispondono alla descrizione fatta da Julio: passeggeri misteriosi e senza nome, un abile pilota della Divisione Blu, la morte in circostanze misteriose di alcuni testimoni, l'accoglienza della Guardia Civil e la presenza di soldati che per mesi hanno sorvegliato i la carcassa dell'aereo.

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Stando a questa versione della storia, l'aereo era atterrato nel 1950 e proveniva da Getafe (Madrid). Sia l'aereo che i suoi passeggeri erano spagnoli. L'ho fatto presente a Julio.

“Questa storia non può essere vera, perché a quel tempo la guerra era finita, e con quella anche l'epoca della Divisione Blu. A quei tempi io ero sulle barricate a Pontoneros, vicino Saragozza. Gli abitanti di Córneas mi hanno raccontato che l'aereo era atterrato il 1 maggio 1945 con un rumore assordante. Era il giorno in cui è finita la seconda guerra mondiale, la resa della Germania era un fatto compiuto, per cui tutti gli spagnoli della Divisione Blu sono dovuti scappare."

Ho deciso di andare a Córneas seguendo le presunte tracce del Führer. Se per caso state cercando un posto dove nascondervi facendo perdere definitivamente le vostre tracce, questo è il luogo adatto; si tratta di una manciata di minuscoli paesini sparpagliati in una valle montana. Secondo Julio, l'aereo è atterrato a Escanlar, su una proprietà chiamata Finca do Noceiro. La proprietaria mi ha confermato che è successo, ma non è stata in grado di dirmi con precisione quando. “È stato molti anni fa, io non vivevo ancora qui. Mio marito lo sa, ma sta facendo un pisolino,” mi ha detto. Ho deciso di non chiederle direttamente se tra i passeggeri c'era Hitler. “Sa per caso se alcuni dei passeggeri erano tedeschi?” le ho chiesto. “Non ne ho idea,” ha risposto. “Quelli che erano a bordo stavano bene. Penso fossero semplicemente a corto di carburante.”

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Ho chiesto ad alcuni dei vicini, che mi hanno risposto di essere troppo giovani per ricordare l'avvenimento. Uno di loro ha detto che qualche anno prima era passato di lì uno zingaro che ricordava tutto quanto. “Ha detto che, quando era bambino, era andato ad aiutare le operazioni di smantellamento dell'aereo, e che aveva molti ricordi di quel periodo.” Non sono riuscito a trovare nient'altro—e non ho idea del perché mi aspettassi di riuscirci.

Ho chiesto a Julio se avesse davvero provato a mettersi in contatto con il famoso giudice Baltasar Garzón, l'uomo coinvolto nelle indagini per l'estradizione del generale Pinochet e sui separatisti baschi dell'ETA e che ottenuto l'apertura di un processo contro Franco per crimini contro l'umanità. Se in tutta la Spagna c'è un uomo che potrebbe essere disposto a indagare sulla versione dei fatti fornita da Julio, questo era Garzón.

“Sono andato da Garzón quando ho scoperto che era interessato alla ricerca dei corpi delle vittime del regime franchista. Per la Spagna e per il mondo intero avrebbe significato molto perquisire le catacombe del monastero di Samos, pensa ritrovare i resti del peggior criminale nella storia dell'umanità. Ci ho messo tanto a raccontargli la mia versione dei fatti perché una volta c'era un forte controllo sui segreti di Stato.”

In caso ve lo steste chiedendo, Garzón non ha mai risposto.

Tunnel segreti, aerei misteriosi, monasteri fascisti, Hitler sepolto in Galizia, folklore venezuelano… Julio si inventa tutto? Forse, nessuno dovrebbe stare ad ascoltare le recriminazioni di un ottantenne senza un po' di scetticismo. Traete le vostre conclusioni. Io so solo una cosa: c'è una parte di me che vuole crederci.

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