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L'unico medico al mondo autorizzato a somministrare LSD ai pazienti

Lo psichiatra svizzero Peter Gasser ha cominciato a interessarsi alle sostanze psichedeliche più di 25 anni fa, e nel 2007 il Ministero della salute svizzero gli ha concesso di trattare i pazienti affetti da cancro e da altre malattie con l'LSD.

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Non è difficile procurarsi degli acidi nel 2015. Un sacco di gente ne vende, molta altra ne produce. Ma c'è un solo uomo al mondo legalmente autorizzato a prescrivere una sana dose di dietilammide-25 dell'acido lisergico.

Vi presento il dottor Peter Gasser, lo psichiatra svizzero che si occupa da decenni di ricerca psichedelica, ripartendo da dove Albert Hofmann—noto per essere stato il primo uomo a sintetizzare e ingerire LSD—si era fermato nel 1966, quando l'LSD era stato dichiarato illegale e la ricerca sulla sostanza si era praticamente bloccata. Hofmann e Gasser si sono incontrati più volte e il medico svizzero ha avuto la sua benedizione per attuare ricerche sperimentali basate sull'uso di sostanze psicoattive.

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Gasser ha cominciato a interessarsi alle sostanze psichedeliche da un punto di vista medico da quando ha preso per la prima volta dell'LSD, più di 25 anni fa. Nel 1988 l'Ufficio federale della sanità pubblica svizzero gli concesse un permesso speciale perché nonostante il divieto globale potesse iniziare ricerche sul farmaco. Era uno dei cinque specialisti svizzeri a cui era stato permesso dalla legge di utilizzare MDMA e LSD per fini di ricerca e di autosomministrarsi il trattamento—finché nel 1993 la Svizzera ha vietato di nuovo l'LSD.

Lo psichiatra però non ha smesso di integrare l'acido nelle sue ricerche. "Queste sostanze esistono, perciò mi sembra più utile indagarne i potenziali benefici e i rischi piuttosto che impedire la ricerca," ha scritto in una newsletter per la Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS) nel 1994. "Perpetuare l'ignoranza non impedirà che le sostanze in questione vengano utilizzate con effetti devastanti dove noi non possiamo controllarle."

Nel 2007, il Ministero della salute svizzero ha approvato uno studio pilota sponsorizzato dalla MAPS, per analizzare gli effetti della somministrazione dell'LSD a pazienti affetti da cancro e altre malattie terminali. Ogni paziente è stato sottoposto a due sessioni di terapia assistita. Dopo sette anni di ricerche, lo studio è stato pubblicato lo scorso anno con il titolo di "LSD-assisted psychotherapy for anxiety associated with a life-threatening disease: A qualitative study of acute and sustained subjective effects" ["Psicoterapia assistita con LSD per il trattamento dell'ansia associata a una malattia potenzialmente mortale. Studio qualitativo di effetti soggettivi acuti e prolungati"]. È il primo studio clinico condotto sul farmaco nel 21esimo secolo.

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"Diversi pazienti sono morti entro un anno dal trattamento, ma hanno vissuto un'avventura mentale che sembrava avergli reso più sopportabile il buio esistenziale degli ultimi giorni," ha scritto il New York Times.

Gasser è stato uno degli oratori di spicco dell'ultima edizione di Horizons—una conferenza sulle diverse prospettive sulla ricerca psichedelica che si tiene a New York—e dopo aver presentato i dati del suo studio ha annunciato di aver richiesto e ottenuto dal governo svizzero l'autorizzazione a includere l'LSD nella sua pratica terapeutica. Oggi Gasser continua a somministrare il farmaco ai pazienti, sia nel corso di sedute individuali sia in terapia di gruppo. Attualmente a sette pazienti è stato concesso di sottoporsi alla terapia, e tre di loro affronteranno una sessione di dieci ore proprio questo mese.

Il suo studio è ubicato in una strada tranquilla a Soletta, una cittadina nel nord-ovest della Svizzera. Somiglia a qualsiasi altro studio di un analista, con una semplice targa all'ingresso e una sala d'attesa dalle pareti bianche e piena di scaffali, quadri e fiori. L'unica cosa remotamente psichedelica è la stanza in cui opera Gasser, in cui ci sono comodi divani e cuscini sul pavimento, una statua di Buddha e un bell'impianto stereo che sicuramente fornisce il sottofondo per i viaggi terapeutici.

Mi sono messo comodo per discutere col medico del suo lavoro di una vita.

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VICE: Sei l'unica persona al mondo con l'autorizzazione a somministrare LSD a fini terapeutici, giusto?
Peter Gasser: Sì, esatto. È interessante notare che un mio amico, il dottor Peter Oehen, vive nelle vicinanze e fa la stessa cosa con l'MDMA. Anche lui ha ottenuto l'autorizzazione per il trattamento per uso compassionevole. Poi c'è il dottor Torsten Passie, uno psichiatra che vive in Germania, che sta cercando di ottenere il permesso di usare 2-Bromo-LSD per il trattamento della cefalea a grappolo—ma le autorità tedesche ancora non gliel'hanno concesso.

Pensi che l'LSD aggiunga alla terapia qualcosa che prima non eri in grado di fornire?
Sono convinto che l'LSD possa offrire benefici ad alcuni pazienti. L'ho sperimentato su di me quando ero più giovane. L'ho anche notato nei miei studi e nei pazienti che ho già trattato con l'LSD. Penso che aggiunga qualcosa al semplice trattamento dei pazienti, quello analitico o comportamentale. Il che non significa che secondo me è l'unico trattamento, o il migliore. Piuttosto, mi piace pensare che troverà il suo spazio tra i vari metodi. Penso, però, che per alcune persone sia davvero utile per ritrovarsi in uno stato alterato e avere esperienze spirituali che non potrebbero avere normalmente.

A chi lo somministri? Chi sono esattamente i tuoi pazienti?
Nello studio sull'LSD abbiamo lavorato con i malati di cancro. La nostra idea era: chi scopre di avere una malattia grave si trova davvero di fronte a questioni esistenziali, che quindi possono causare ansia. Un incontro profondo con se stessi—che è quello che può offrire un'esperienza con l'LSD—può aiutarti a fare i conti con alcuni interrogativi esistenziali. C'è l'effettiva possibilità che i pazienti si rilassino e accettino la propria vita, il che può attutire l'ansia della morte. Adesso, invece, sto cercando di esplorare le potenzialità dell'LSD nei pazienti con altre problematiche.

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Naturalmente penso che avere il cancro sia un'esperienza del tutto particolare, ma ci sono anche altre occasioni nella vita in cui le persone si devono confrontare con profonde e importanti questioni, e credo che l'LSD possa essere utile. La domanda è se l'LSD debba essere somministrato solo a chi ha una malattia grave, o anche alle persone sane. Ci sono molte persone sane che ne fanno uso ogni fine settimana, per scopi non medici, e vivono esperienze significative. Ma bisogna domandarsi: in quali condizioni mediche può essere d'aiuto l'LSD, e in quali no?

La cosa buona dell'uso compassionevole è che non è solo limitato ai pazienti oncologici. Posso applicare il trattamento a pazienti con qualsiasi tipo di problema, se ho una teoria valida su come e perché l'LSD può aiutarli. E se il governo svizzero è d'accordo, ho il permesso di utilizzarlo.

Hai un rapporto professionale pregresso con i pazienti con cui intraprendi questo tipo di cura? O forse l'uso compassionevole ti spinge a trovare e curare nuovi pazienti che pensi possano beneficiare della terapia?
Si verificano entrambi i casi. La prima autorizzazione che ho ottenuto è stata per una paziente che seguivo da molto tempo. Durante l'infanzia aveva subito abusi fisici e mentali e soffriva di dissociazione. La mia idea era che l'LSD avrebbe potuto aiutarla, perché ha anche un effetto dissociativo—ma quando lo si usa in un ambiente sicuro, non vi è alcun pericolo di abuso. Poteva aiutarla ad avere più controllo sulla sua dissociazione. Ne ho parlato con il Ministero della sanità e ho ottenuto il permesso: funziona e lei ne è veramente felice. Ci sono altri invece che arrivano e mi dicono, "Ho sperimentato molte cure diverse, e credo che l'LSD possa aiutarmi."

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Esiste una flessibilità nella somministrazione di LSD ai pazienti?
Sì, certo, perché l'uso compassionevole è una cura medica. Offro alle persone solo quello di cui hanno bisogno. A un paziente può bastare una seduta con l'LSD e un altro potrebbe averne bisogno otto. Si tratta di ciò che è più appropriato per loro. Invece con i trial si dà a ogni paziente la stessa dose, ma quella è una cosa diversa.

Come si fanno a decidere le dosi e la frequenza d'uso?
In una singola seduta posso somministrare fino a 200 microgrammi di principio—il limite per cui ho fatto richiesta—che è lo stesso dosaggio che usavo nel mio studio. Ma ora, la prima volta che un paziente ne fa uso ne prescrivo solo 100 microgrammi, perché penso che siano abbastanza e che sia meglio così. Quando il dosaggio è troppo alto, il paziente può averne paura. Oppure può essere troppo forte e quindi tutt'altro che rilassante. Dipende molto dalla situazione e da ciò che è appropriato da un punto di vista medico. Posso fare richiesta per somministrare dosaggi più alti, ma devo portare una valida motivazione. Stessa cosa per la frequenza delle sedute.

I pazienti provano anche a utilizzare gli allucinogeni da soli?
Dallo studio è emerso che per i pazienti il farmaco in sé non era l'aspetto più interessante, lo erano la sostanza insieme alla musica e alla guida offerta loro—l'intero trattamento. Non è la droga in sé, e penso che non faccia una grande differenza. Devo dire che quasi tutti i pazienti con cui ho avuto a che fare erano già maturi. Se avessero voluto drogarsi, l'avrebbero fatto prima. Voglio dire, basta andare a un trance party e la trovi.

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Mi puoi parlare di altri pazienti che stai curando? Che cosa li ha portati a rivolgersi a te, e perché hai deciso che la terapia con l'LSD gli avrebbe giovato?
C'è stato un uomo interessante, piuttosto giovane, che stava facendo il dottorato in filosofia e soffre di un grave disturbo d'ansia. Quando doveva partecipare a gruppi o parlare durante un seminario lo stress che lo coglieva era totalmente debilitante. Aveva sperimentato di tutto: il trattamento farmacologico, quello psicologico, la psicoanalisi junghiana. Gli piaceva il suo analista, ma lo aiutava fino a un certo punto perché la sua ansia sociale non era davvero sperimentabile e quindi trattabile in un contesto così protetto.

È venuto da me e gli ho detto che poteva provare a fare uso di LSD nell'ambito delle sessioni di terapia di gruppo che organizzo. Non è stato facile convincere il governo che la terapia di gruppo sia utile tanto quanto la terapia individuale, ma di recente sono riuscito a ottenere l'approvazione anche per questo. Credo che questo ragazzo si aspettasse di fare la terapia individuale, e in un primo momento si è spaventato. Nella stanza c'erano solo tre pazienti, e poi c'ero io. Ma per lui è stato un vero e proprio test, e ha ottenuto dei risultati fondamentali: per lui è stata una fantastica esperienza. Ha detto che era la prima volta in vita sua che non si sentiva minacciato in un gruppo, e mi sembra un gran passo avanti. Ora ha intenzione di provare a integrare questa esperienza nella vita e nel lavoro. È interessante notare che mi ha detto di non voler ripetere la seduta per un po'. Vuole lavorare prima sulla parte dell'integrazione poi provare di nuovo una seduta in primavera.

Hai mai avuto una brutta esperienza con un paziente?
Una volta, con una 74enne in una seduta di terapia di gruppo. Soffriva di emicrania da quando era giovane, ovvero da più di 50 anni. Mi ha contattato e mi ha chiesto se la mia terapia l'avrebbe potuta aiutare a curare i suoi forti mal di testa. In letteratura si dice che in alcuni casi l'LSD può aiutare con l'emicrania, perciò il governo mi ha accordato il permesso di trattarla. Avevamo appena iniziato, ma per lei era dura. Non aveva abbastanza fiducia nella situazione. Forse era troppo presto, non lo so. Era davvero sconvolta, era ostile verso l'esperienza e anche nei miei confronti. È entrata in paranoia e abbiamo dovuto discutere molto, prima che ne uscisse.

Alla fine si è calmata e il resto della giornata è andata bene, anche se mi ha detto che non l'ha aiutata con l'emicrania. Poi però ha messo in prospettiva esistenziale quello che ha vissuto e ha capito perché si sentiva così alienata. Aveva a che fare con la realizzazione del fatto che stesse invecchiando e che la vita lentamente volgeva al termine. L'isolamento o la solitudine che si potrebbe sperimentare alla fine della vita le è diventato chiaro. Non è stata un'esperienza facile per lei. Quando si prende l'LSD, non è detto che vada tutto bene. Possono esserci momenti difficili, e in quel frangente si sente il bisogno di una guida che possa aiutarti a integrare o abbracciare queste difficili esperienze.

Lettera del Ministero della salute svizzero che garantisce al dottor Gasser la possibilità di trattare un paziente per un anno con la terapia con l'LSD.

Perché altri medici o analisti non hanno cercato di sperimentare queste cure? Perché solo tu?
Penso che dipenda dal fatto che mi interesso a queste sostanze da molto tempo. Ma ho anche avuto la fortuna di poter condurre il mio studio sull'LSD—e questo mi ha reso noto al pubblico. Se il comitato etico avesse detto di no, sarebbe andata diversamente. Ma i tempi sono cambiati, e credo che ora sia più facile ottenere il permesso. Penso che molti medici non provino il trattamento solo per una questione di soldi. Non è un servizio retribuito e ti prende un sacco di tempo. Ma ho molte gratificazioni, e le persone si interessano a quello che faccio e che offro. Per me, si tratta di offrire qualcosa al mondo.

Kevin Franciotti è un giornalista freelance di Boston, i cui precedenti articoli sulla ricerca in psichedelia sono comparsi sul New Scientist e su Reason.com. Seguilo su Twitter.