La prima foto è stata scattata a Mykolaiv, che prima della guerra aveva circa mezzo milione di abitanti. “Eravamo nel reparto maternità di un ospedale e volevamo provare a mostrare la difficoltà dei parti durante la guerra. Immagina partorire mentre senti cadere le bombe,” dice Vergara.
Altre foto mostrano addestramenti e pattuglie di civili, soldati, persone ferite, squadre di artificieri al lavoro e paesaggi colpiti da bombardamenti.
Alla domanda su che tipo di responsabilità sente di avere in quanto fotografo di momenti così intimi e traumatici, Vergara risponde: “È veramente difficile mostrare la sofferenza degli altri senza invadere la loro vita privata. Voglio che le persone che fotografo si sentano a loro agio con la mia presenza.” Tutte le foto sono di Daniel Vergara, scorri per vedere di più.
Una donna impara a montare e smontare un fucile d'assalto a Odesa.
Un soldato vicino a un posto di blocco nella regione di Odesa.
Volontari civili a difesa della città.
Civili erigono delle barricate.
Un anziano con delle gravi ustioni causate da un'esplosione.
La madre di un soldato ucraino caduto in guerra piange al funerale del figlio.
Una squadra di artificieri durante il recupero di una bomba a grappolo inesplosa.
Un quartiere bombardato di Mykolaiv.
Un cane in primo piano con dietro un campo in fiamme dopo un attacco aereo.
Una famiglia evacuata da Mykolaiv.
Due donne incinte all'ospedale di Mykolaiv.
Dei soldati osservano un edificio militare bombardato in cui molti dei loro compagni sono rimasti uccisi.
Truppe ucraine in trincea.
Un soldato si prepara a combattere in prima linea.
Un convoglio russo distrutto.
Un soldato ucraino posa per un ritratto in trincea.
Un soldato ucraino al suo posto di combattimento.
Un soldato ucraino prepara un tè.
La periferia di Mykolaiv, vista attraverso i resti di un camion distrutto.
Isobel Yeung, giornalista di VICE News Tonight, intervista una donna davanti a un cratere creatosi dopo un bombardamento russo. russo.
Un uomo mostra ciò che resta della sua casa. Ci ha chiesto, scherzosamente, di non dimenticare di chiudere la porta d'ingresso.