Nuovi ristornati 2020
Foto di Alessandro Ceccarelli per gentile concessione di Drogheria Gitana. Foto all'interno per gentile concessione degli autori, ristoranti citati o embed via Instagramp
Cibo

I nuovi ristoranti, locali e drogherie che ci sono piaciuti di più nel 2020

Non è una classifica dei migliori ristoranti aperti nel 2020. È solo una lista di locali dove mangeremmo e berremmo sempre, che ci hanno colpito o dove ci sentiamo a casa.

Un anno orribile per la ristorazione, è vero, ma nonostante tutto abbiamo avuto il tempo di mangiare fuori, almeno ogni tanto, e scoprire qualche novità. Ristoranti, enoteche, ma soprattutto locali polivalenti che in qualche modo hanno saputo rispondere alla crisi Covid con nuove formule o buoni contenuti. Qui- insomma, troverete i nostri ristoranti scoperta del 2020.

Come ogni anno - qui la lista del 2018 e del 2019 - abbiamo chiesto a ciascun collaboratore di segnalare il loro/i loro locali scoperta. Unica regola: che il locale abbia aperto almeno da settembre dell’anno precedente, quindi 2019, o nell’anno corrente.

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Inizieremo dalla Costa Adriatica, devieremo verso il Sud, poi Roma e stavolta finiremo con Milano.

Nuovi ristoranti scoperta 2020: Emilia-Romagna e Marche

Da Lucio, Rimini
consigliato da Giorgia Cannarella


Una trattoria contemporanea di pesce a Rimini in una location piacevolmente incongrua - un hotel in puro stile Riviera Romagnola. Lo chef Jacopo Ticchi applica la tecnica 'dry-aged' al pesce e osa con le frattaglie marine. Dalla Trippa di Tonno alla Bruschetta con Fegato di Rana Pescatrice, si gode parecchio, anche grazie alla cantina (con un occhio ai vini naturali) e al giovane ma preparatissimo servizio di sala.

Da Lucio, via A.Vespucci 71, Rimini
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Drogheria Gitana, Forlì
consigliato da Diletta Sereni

Nel centro storico di Forlì ha appena aperto una di quelle botteghe che migliorano la qualità della vita dei quartieri e in più ci fa rispolverare una bella parola desueta: drogheria. La Drogheria Gitana è il primo luogo fisico creato da una piccola distribuzione di vini naturali già attiva da alcuni anni (Gitana wines) e fondata da Luigi Zoli. Luigi ha vissuto in numerosi altrove per 15 anni, mi dice, prima di tornare a Forlì, dove è nato e cresciuto, e aprire questo negozio insieme a sei amici d’infanzia, oggi soci della Gitana. Sul modello ispiratore del milanese Terroir, alla Drogheria si comprano specialità locali e non locali. Si parte dai vini naturali: ci sono le bottiglie selezionate da Luigi nei suoi viaggi di questi anni, e i vini sfusi “della casa” prodotti sulle colline che da Forlì salgono verso l’Appennino Romagnolo. Si trovano verdure fresche, formaggi, salumi e miele di alcuni produttori delle Valli Forlivesi; conserve di pesce dal Portogallo e dalla Val Bidente (sono le trote allevate dall’Agriturismo il Molino); e poi piatti preparati da osterie della zona e conservati in vasi di vetro, pronti per la cottura ognuno a casa sua, come siamo costretti a mangiare quest’anno. Si trovano anche detersivi e saponi per il corpo, venduti sfusi.

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La spesa che si fa alla Drogheria Gitana va dunque a supportare le aziende (ristoranti e piccoli produttori) che più hanno sofferto in questo anno nefasto, ricreando quella connessione interrotta tra persone e luoghi del cibo buono. Si tratta però di un negozio temporaneo: da buon gitano, resterà aperto fino al 31 marzo, e dopo si vedrà. 

Drogheria Gitana, Corso Giuseppe Mazzini, 74, Forlì
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Madìa Cucina e Natura, Valsamoggia (BO)
consigliato da Giorgia Cannarella

Nuovissima (ottobre 2020) apertura in Valsamoggia, a una mezz'ora dal centro di Bologna. In un bel casale ristrutturato, una cucina molto distante da quella dei vicini agriturismi, moderatamente creativa e parecchio gustosa: Riso rapa rossa e robiola, Cappelletti di lepre in brodo di ginepro, Sformato di zucca con stracchino e crumble salato... vini del territorio e cocktail bar affacciato sul giardino.

Madia cucina e natura, Via Cassola, 35, Valsamoggia (BO)
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Mercato Trattoria Pop, Senigallia (AN)
consigliato da Francesco Morresi

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Coniglio in porchetta. Foto di Francesco Morresi

Caterina, Lazzaro e David aprono Mercato Trattoria POP in pieno centro a Senigallia a metà ottobre. Da notare che hanno tutti meno di trent’anni. Dalla cucina escono animali da cortile come oche e conigli, quinto quarto e primi clamorosi: le loro tagliatelle col ragù di piccione per me sono state una delle cose più belle di questo 2020. Salumi e formaggi sono selezionati con cura spasmodica, il vino della casa parla jesino, è pensato assieme ai produttori e seguito passo passo dalla vigna all’etichettatura; il resto della carta è comunque giovane, naturale e radicale. Tempo una settimana e il locale è sempre pieno. 

Tutto il meglio che le nostre campagne hanno da offrire senza l’atmosfera regionale da “chi sei? Che vuoi?” che, ahimè, fa spesso da cornice. Sarà che avevo bisogno di un posto dove poter mangiare tutto l’anno i cappelletti come quelli che faceva zia a Natale, sarà che con la chiusura alle 18 hanno iniziato a fare le merende con i panini trippa, pecorino e menta, ma da quando hanno aperto ci vado almeno ogni quindici giorni. 

Mercato Trattoria Pop, Via Maierini, 6, Senigallia
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Ristoranti scoperta Puglia e Calabria

Spacciagrani - Forno indipendente, Conversano (BA)
consigliato da Gianvito Fanelli

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Foto per gentile concessione di Spacciagrani

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Dopo aver lavorato a Nizza come pizzaiolo per 4 anni, poi in Bretagna dove ha scoperto i prodigi della segale, e due stage rispettivamente da Bonci e Longoni, a settembre del 2019 Francesco Colella è tornato a casa. Con Angelo Nardomarino hanno dato vita a Spacciagrani, un forno indipendente che punta sulle farine biologiche italiane. Nonostante il lockdown, ad ottobre Spacciagrani ha finalmente acceso il forno a Conversano, in provincia di Bari. Io ci vado per comprare il pane di Conversano, fatto con la farina 1 “palanca” di Gaia Agricoltura, ma anche il pane alla segale e i pani speciali, come quello alle patate, alle cipolle d’Acquaviva o il millesemi (c’è un calendario settimanale disponibile sui loro social). Da Spacciagrani trovate anche la pizza romana, e le immancabili specialità locali: focaccia barese, taralli (ottimi quelli fave e cicorie), panzerotti e varie pizze rustiche, come il mitico calzone di cipolle barese.

Spacciagrani, Via Fratelli Melillo, 42, Conversano, Bari
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Aquarama Bistrot, Cirò Marina (KR)
consigliato da Roberta Abate

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Foto di Roberta Abate

Il mondo della ristorazione calabrese sta davvero decollando come tutti i magazine gastronomici si ostinano a raccontare? Da emigrata al Nord dubito, ma ovviamente mi auguro di sì, e ogni volta che mi imbatto in realtà come Aquarama mi emoziono. Cirò Marina, provincia di Crotone, è una terra battuta da vignaioli, più o meno tradizionali, e per questo ricettiva in quanto a qualità e innovazione, anche dal punto di vista ristorativo. Questo inaspettato bistrot sulla spiaggia nasce da un’idea dello chef Andrea Librandi, classe 1982, che è anche proprietario. In menu crostoni con pesce fresco, frese giganti, piatti semplici ma freschi come peperoni e bottarga e pizza di nuova generazione. L’idea è di servire prodotti locali, che possano vivere grazie a patrimoni gastronomici diversi. Una terrazza sullo Ionio che allontana il regionalismo spinto, come d’altronde fa la bellissima realtà di Casalura poco distante, e che abbraccia nuove formule con ingredienti spettacolari di cui a “casa” siamo strapieni.

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Aquarama, Via Torrenova 51, Cirò Marina
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Ristoranti e Locali scoperta Roma

Enoteca l’Antidoto, Roma
consigliato da Andrea Strafile

Che sia stato un anno tremendo per la ristorazione lo sappiamo tutti. Se per di più decidi di aprire un’enoteca di vini naturali nascosta dentro un vicoletto ricurvo di Trastevere le cose sono due: o sei pazzo o sei un eroe. E per me i ragazzi di Enoteca l’Antidoto sono degli eroi.

Uno spazio piccolo, due scaffali di vini e sidri naturali e una cucina a vista che prepara pochi piatti veloci, di stagionalità pura, e dritti come aghi. Puntarelle, taglieri, insalata di porcini crudi, bruschetta burro e tartufo. Accompagnati da una selezione di vini naturali che cambiano in continuazione per raccontare e farti assaggiare più storie della terra possibili. Flaviano, Valerio e Agnese sono degli eroi perché in un momento in cui tutto spaventa, ti fanno crollare le difese con poche (ma buone) cose e lo spirito di chi non ha deciso di aprire per diventare ricco, ma per creare una rete. Di ristoratori in giro per l’Italia che lavorano bene, di gente che entra presa bene e di un ambiente sano. 

Tutto bellissimo, direte voi. E invece è un dramma. Stanno dietro casa, sono sempre lì.

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Enoteca L’Antidoto, Vicolo del Bologna, 19, Roma
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Le Serre by Vivibistrot
consigliato da Paola Buzzini

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Foto di Paola Buzzini

Daniela e Cristina sono un'istituzione a Roma: quattro locali tutti in location mozzafiato (Villa Pamphili, Piazza Navona, Rinascente e Galleria Borghese). A fine novembre nella famiglia arriva anche Le Serre, immerso nel verde della Riserva di Monte Mario. Lo spazio è luce pura, circondato da vetrate che non hanno snaturato l'architettura originale delle serre novecentesche. Il menu è in linea con filosofia di Vivibistrot: piatti naturali, stagionali, mediterranei con influenze dal mondo. Ottimo a qualsiasi ora del giorno, anche per un take away. Piatto preferito: tutte le bowl, condite come si deve con salse artigianali e anche il classico ma intramontabile avocado toast.

Le Serre,Via Decio Filipponi 1, Roma
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Le nuove aperture 2020 a Milano

Forno Tondo, Milano
consigliato da Diletta Sereni

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Foto di Diletta Sereni

All’inizio dell’anno, poco prima che cambiasse tutto, nel quartiere dove abito ha aperto un panificio. Si capiva subito che era una buona notizia, una delle rare aperture da festeggiare, in un quartiere che negli ultimi anni ha visto chiudere molte botteghe e aprire ristoranti tutti uguali che obbediscono alla logica degradante delle mode alimentari. Forno Tondo è un piccolo negozio con laboratorio a vista, in una strada laterale dell’Isola. I pani, di grande formato, ben idratati e lievitati con pasta madre, sono fatti con farine dei migliori mulini d’Italia: il classico piemontese Mulino Sobrino, il toscano Podere Pereto, la cooperativa sarda Mulinu, per citarne solo tre. La fornaia-imprenditrice si chiama Silvia Cancellieri e le sue origini liguri trapelano dall’assortimento di focacce che ogni giorno riempiono la vetrina del banco: la genovese all’olio, la sottile al formaggio che richiama la Recco, la rossa simil-sardenaira…

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Quando poi a marzo tutto è cambiato, e il quartiere è diventato l’orizzonte ultimo della flânerie, l’apertura di Tondo è diventata più che una buona notizia: noi isolani ci siamo ritrovati a fare la coda da Tondo e quella coda è diventata un rituale. Andare a comprare la tonda, cioè la grande pagnotta iconica del panificio, è stata per mesi la nostra autocertificazione. Quando volevamo fare gli estrosi abbiamo comprato il margherito, un grano duro siciliano, o il profumatissimo tumminia. E tornare a casa con un pane buono, con un gusto diverso ogni volta, ha alleviato l’umore nei mesi più cupi. Di più: oltre al piacere di mangiarselo, è un pane per farsi una cultura sul pane, su quella che dovrebbe essere la filiera produttiva. Quindi, che da Tondo continui a esserci quasi sempre la coda, mi sembra un’altra buona notizia.

Forno Tondo, via Cola Montano 12, Milano
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Flor, Milano
consigliato da Cristina Rombolà

Trovare una nuova apertura nel 2020 è già impresa ardua, ma una nuova apertura a cui si è affezionati quasi impossibile. Tra un lockdown e l’altro ho preferito ritornare nei posti più âgé, che i giovani, si sa, reagiscono meglio agli incidenti di percorso. Tralasciando nuovi format monotematici, che non mi hanno mai convinto, tra le nuove aperture mi piace segnalare invece Flor. in via Govone (ce n’è uno anche in via Vigevano). Un po’ vineria, un po’ bottega di quartiere, Flor è il posto che tutti vorrebbero avere sotto casa: il dopolavoro in cui fermarsi per bere un calice di vino e spizzicare qualcosa, la sosta sicura per il bicchiere della staffa. Tante etichette di vini naturali, buoni taglieri di salumi e formaggi, prodotti artigianali di qualità e pane degno di definirsi tale. E se non è il luogo del cuore, perché la frequentazione non è stata così intensa purtroppo, ha avuto sicuramente il merito di avermi fatto sentire viva in un maggio intriso ancora delle incertezze della quarantena, in cui una serata di normalità era quasi un miraggio. Last but not least, Flor ha consegnato alcol, in tempi molto brevi, quando le gabbie erano chiuse e bere in casa era l’unica alternativa plausibile. Roba da medaglia al valore, insomma. 

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Flor, via Govone 38, Milano
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Bentoteca, Milano
consigliato da Roberta Abate

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Katsu sando con la lingua, ordinato per la seconda volta al posto del dolce per il compleanno. Foto di Roberta Abate

L’indirizzo potrebbe ingannarvi, lo chef pure, così come gli interni. Mi direte: “non ha aperto adesso questo locale!”. Bentoteca non è proprio nuovo, o meglio è una trasformazione di un ristorante che per il momento è in pausa. Dopo il primo lockdown lo chef Yoji Tokuyoshi, quello finito a maggio, decide momentaneamente di trasformare il suo ristorante stellato in un locale più easy, con conti e atmosfera molto meno pettinati. Piatti che uniscono come sempre Giappone e Italia, fra bento box con udon o riso, katsu sando con la lingua - una vera droga che mi porta sempre a ordinarne due porzioni durante il pasto - e altri piatti con frattaglie. Vini artigianali in carta e sempre dei buoni fuori menu, che ti portano a tornare ancora e ancora. Il locale ha così tanto successo durante l’estate 2020 che l’idea di ritornare al classico ristorante stellato in autunno si allontana. Bentoteca rimarrà ancora lì per un po’ e il ristorante stellato andrà forse in qualche altra location, più raccolta, dove lo chef giapponese si dedicherà ai suoi piatti di ricerca. Per il momento ci si trasforma e ci si adatta, con successo, nonostante il 2020.

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Bentoteca, Via S. Calocero, 3
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Carico - Cocktail Bar, Milano
consigliato da Victoria Small

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Foto di Roberta Abate

Penso di aver passato la maggior parte delle mie serate dopo lavoro, da metà maggio a fine ottobre, a bere seduta ai tavoli fuori Carico. Per una persona che, come me, lavora nei ristoranti e stacca tardi, bere e mangiare benissimo fino alle 2 di mattina non è per niente facile.

Avere la possibilità di ordinare un risotto di quinoa con un calice di vino o un cocktail spaziale salva un bel pò dalla monotonia del kebab notturno o della scatoletta di tonno a casa. Domenico Carella e Lorenzo Ferraboschi hanno avuto l’ignobile sfortuna di aprire a Milano il 9 febbraio 2020, pochi giorni prima del primo lockdown, e basta parlare qualche minuto con i ragazzi per capire come, in pochi mesi dopo la riapertura, si siano affermati come il nuovo punto di riferimento del beverage milanese senza nessuno sforzo (apparente!). Il menu cambia quasi quotidianamente nella cucina di Leonardo D’Ingeo, e pure i cocktail - che spariscono appena hai avuto il tempo di innamorartene - sono ideati con gli stessi ingredienti che si usano in cucina, dunque c’è sempre da aspettarsi drink con una consistenza insolita o comunque abbinamenti folli. 

Queste persone non smettono mai di stupirmi e non vedo l’ora di tornare a blaterale da loro con un sazerac in mano e un’ostrica nell’altra.

Carico, via Savona 1, Milano
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O|NEST, Milano
consigliato da Paola Buzzini

Onest . Bob cotto affinato al fieno cavolo cappuccino viola aneto (1).jpg

Foto per gentile concessione di Onest

Nuova enoteca a Milano per bere bene - ma non solo. Insolito l'orario - apre alle 16 - ma anche la zona che mi piace molto, Piazzale Susa, defilata rispetto alla fighetteria meneghina. Due donne, una in sala e una in cucina, pronte a servirti una torta, dell'ottimo vino naturale ma anche la colazione nel fine settimana. Ingredienti sostenibili, tra cui presìdi Slow Food. Bella la possibilità di avere le mezze porzioni per provare un po' tutto il menu. Piatto preferito: la giardiniera, mangiata nel giardino interno.

Onest, via Gerolamo Turroni 2, Milano
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