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Tecnologia

Chi era Marvin Minsky, uno dei padri dell'intelligenza artificiale

Buon viaggio Marvin, e grazie per aver lavorato così duramente a quelle intelligenze artificiali che tanto ci spaventano e affascinano.

"Probabilmente nessuno l'avrebbe mai saputo; non sarebbe importato. Negli anni '80, Minsky e Good avevano mostrato come le reti neurali potessero essere generate automaticamente—autoreplicate—in accordo con un qualsiasi arbitrario programma di apprendimento. Cervelli artificiali potrebbero venire fatti evolvere con un processo strettamente analogo allo sviluppo di un cervello umano. In ogni caso dato, i dettagli precisi non si sarebbero mai conosciuti, e anche se lo fossero, sarebbero milioni di volte troppo complessi per la comprensione umana."

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Questo paragrafo è stato scritto nel 1968 da Arthur Clarke in Odissea nello Spazio e—probabilmente—corrisponde alla traccia più 'pop' lasciataci da Marvin Minsky, uno dei più importanti ricercatori di scienza cognitiva nella storia delle intelligenze artificiali, morto pochi giorni fa a 88 anni.

Minsky nella sua vita ha ottenuto qualunque tipo di riconoscimento, concreto e non, possibile e desiderabile da chiunque si interessi alle intelligenze artificiali, alla robotica e in generale all'idea che le macchine possano, di fatto, vivere ed essere in qualche modo coscienti. Nel 1958 arriva all'MIT, il Massachussets Institute of Technology, e un anno dopo, nel 1959, entra a far parte con John McCarthydel Progetto MAC (Multiple Access Computer, Machine Aided Cognitions, or Man and Computer) dell'MIT, da cui avrà origine, infine, il MIT Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory.

"Marvin è stata una delle poche persone nel mondo dell'informatica la cui visione ha permesso di liberare il computer dal suo status di calcolatore e ha compreso la sua portata, identificandolo come uno dei più importanti e potenti amplificatori degli sforzi umani della storia."

Tra le altre, Minsky inventa il microscopio confocale e, assieme a Seymour Papert, la prima 'turtle' Logo. Inoltre, nel 1951, sviluppa SNARC, la prima macchina a rete neurale ad apprendimento casuale, considerata essere una delle prime macchine artificiali ad apprendimento automatico. Assieme a Seymour Papert è autore di Perceptrons, uno dei libri seminali per lo studio delle reti neurali artificiali.

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Ancora con Papert, all'inizio degli anni '70 comincia a lavorare alle idee che verranno poi pubblicate, nel 1986, nel libro La società della mente, in cui Minsky cercherà di teorizzare la composizione dell'intelligenza umana, facendola risalire a un insieme di più parti singole, gli "agenti".

Il cervello umano è una vasta società organizzata, composta da molte parti diverse. Dentro il cranio dell'uomo sono stipati centinaia di tipi diversi di motori e organizzazioni, meravigliosi sistemi evolutisi e accumulatisi nel corso di centinaia di milioni di anni. Alcuni di questi sistemi, ad esempio le parti del cervello che ci fanno respirare, funzionano in modo pressoché indipendente. Ma nella maggioranza dei casi queste parti di mente devono convivere con le altre, in un rapporto che è a volte di collaborazione, ma più spesso di conflitto. Ne consegue che le nostre decisioni e azioni non hanno quasi mai spiegazioni semplici e univoche, ma sono in genere il risultato delle attività di grandi società di processi in continuo rapporto di sfida, di contrasto o di sfruttamento reciproco. Le grandi possibilità dell'intelligenza derivano da questa enorme diversità, e non da pochi principi semplici. — La società della mente, Marvin Minsky

Alan Kay, informatico e collega di Minsky, l'ha ricordato raccontandolo così al The New York Times, "Marvin è stata una delle poche persone nel mondo dell'informatica la cui visione ha permesso di liberare il computer dal suo status di calcolatore e ha compreso la sua portata, identificandolo come uno dei più importanti e potenti amplificatori degli sforzi umani della storia."

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Per tornare ai suoi meriti, l'importanza di Minksy è stata riconosciuta in più di un caso: vincitore nel 1969 del Turing Award, nel 1990 del Japan Prize, nel 1991 dell'Award IJCAI per l'Eccellenza nella Ricerca e nel 2001 della Benjamin Franklin Medal del Fraklin Institute. Dal 2000 in poi viene investito più di una volta della carica di mentore e pioniere del campo dell'intelligenza artificiale.

Per molti, il modo migliore di ricordare Minsky risiede in questo aneddoto, custodito nello Jargon file e attribuito a un suo studente, Danny Hillis.

Nei giorni in cui Sussman—un suo studente—era una matricola, una volta venne da lui Minsky mentre sedeva lavorando al PDP-6—un modello di computer.

«Cosa stai facendo?» chiese Minsky.

«Sto facendo apprendere una rete neurale a connessioni casuali per giocare a tris», replicò Sussman.

«Perché la rete ha connessioni casuali?» chiese Minsky.

«Voglio che non abbia alcun preconcetto di come giocare», rispose Sussman.

Minsky allora chiuse gli occhi.

«Perché chiudi gli occhi?» chiese Sussman al suo professore.

«Perché la stanza sia vuota.»

In quell'istante, Sussman fu illuminato.

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