Il transumanista che registra tutta la sua vita per diventare immortale
Immagine: Shutterstock

FYI.

This story is over 5 years old.

Tecnologia

Il transumanista che registra tutta la sua vita per diventare immortale

Transumanista russo Alexey Turchin registra audio, video e scansioni cerebrali per offrire l'immortalità digitale.

Nei primi anni Novanta, una ragazza ungherese che frequentava la stessa scuola di Alexey Turchin morì improvvisamente. Turchin, un adolescente moscovita che si era preso una cotta per lei, voleva riportarla in vita.

Per farlo, aveva deciso di intervistare i compagni di classe e gli amici della ragazza, in modo da raccogliere ogni informazione possibile su di lei. Questi dati, inseriti all'interno di un supercomputer (progettato, realizzato e gestito da Turchin stesso) sarebbero stati utilizzati per assemblare una riproduzione digitale della personalità della studentessa.

Pubblicità

Il piano non ha funzionato, in parte perché non disponiamo di un supercomputer in grado di emulare il cervello umano, e in parte perché—come ha spiegato Turchin—essendo avvenuta la morte molto prima dell'avvento dei social network, non c'erano molte informazioni disponibili su di lei. Eppure, Turchin non ha smesso di credere nell'immortalità digitale. Anzi, al contrario: sta cercando di ottenerla in prima persona.

Alexey Turchin indossa il dispositivo EEG per registrare i suoi dati cerebrali. Immagine: Alexey Turchin

Turchin è un attivista transumanista. Co-fondatore del Longevity Party russo, ritiene che la scienza possa aiutare l'umanità a sconfiggere la morte. Sopra al suo biglietto da visita c'è scritto che lavora come "Roadmap Creator." Dal momento che sempre meno persone vogliono perdere tempo a leggere libri, Turchin ne riassume i contenuti all'interno di "mappe concettuali" tentacolari, ovvero diagrammi di flusso che si sviluppano in altri sotto-insiemi, con ramificazioni quasi infinite.

Tutte le sue mappe riguardano in modo più o meno diretto i metodi atti a vivere per sempre. Per Turchin l'immortalità digitale—ovvero la creazione di un duplicato virtuale della nostra mente, dotato di consapevolezza, pensato per sopravviverci, viene reputata il terzo metodo migliore per farci superare i nostri confini fisici, subito dopo l'avvento di un IA onnipotente e onnisciente e lo sfruttamento della crionica. Tuttavia, per non puntare sul cavallo sbagliato, l'attivista sta investendo anche una modesta quantità di risorse nel suo "Piano C."

Pubblicità

Quando l'ho incontrato a Londra, Turchin, un quarantaduenne barbuto e occhialuto, portava con sé un registratore audio che spuntava dalla sua giacca. Dal 2015 registra tutto ciò che accade intorno a lui, spendendo circa 18 euro al mese in batterie. Quando ha aperto il suo computer portatile per mostrarmi un'altra delle sue mappe, la sua webcam si è avviata automaticamente per riprendere la nostra conversazione.

"Tutti i miei dati vengono caricati periodicamente sul cloud—non li guardo né li ascolto mai prima di caricarli", ha spiegato con il suo forte accento russo. "Per i back-up uso anche degli M-disc: roba speciale, dischi Blu-ray che dovrebbero durare fino a 1000 anni. Ne ho sepolti diversi all'interno di un contenitore nella campagna russa, assieme a dei campioni del mio DNA. "

Una delle intricate roadmap di Turchin che mostra come raggiungere l'immortalità digitale. Immagine: Alexey Turchin

La ragione di tutto queste registrazioni e archiviazioni è che, secondo l'opinione di Turchin, i nostri ricordi giocano un ruolo fondamentale nel renderci le persone che siamo; una copia digitale di una mente umana dovrebbe essere costruita a partire da un vasto insieme di ricordi.

Questo punto di vista è condiviso anche da altri, come Gordon Bell, ricercatore presso Microsoft che nel 2000 ha scritto un paper sul "lifelogging" e l'immortalità digitale, anche lui compare sulla sua pagina web personale con un registratore e un fotocamera appesi al collo.

Nello studio, Bell—e il co-autore, Jim Gray—teorizza che i nostri ricordi (le registrazioni, le memorie scritte, i video) potrebbero essere utilizzati per creare degli "avatar imitativi" o degli "smart robot" che risulterebbero "indistinguibili dalla persona reale, in modo che questa possa 'vivere per sempre'".

Pubblicità

"Sono solo registrazioni passive. Ci servono più dati."

Turchin è giunto approssimativamente alle stesse conclusioni di Bell: come lui, crede ha l'immortalità digitale potrà essere favorita dallo sviluppo dell'intelligenza artificiale, sfruttando i ricordi immagazzinati, le timeline dei social network e—in un risvolto fino ad ora non previsto—i dati raccolti dai programmi statali per la sorveglianza di massa, in modo da realizzare una replica digitale della mente di una persona.

A differenza di Bell, però, Turchin crede che i ricordi non siano sufficienti. "Sono solo registrazioni passive," ha spiegato. "L'identità corrisponde a qualcosa di più. Ci servono più dati."

Allo scopo di approfondire questo aspetto, Turchin collabora con il neuroscienziato e hacker mentale russo Igor Trapeznikov (che, in una e-mail scritta in russo, mi ha confessato di girare con un registratore sempre attivo dal 2007.) Tramite degli EEG, registrano la maggiore quantità di dati possibili provenienti dal cervello di Turchin.

"Stiamo cercando di creare un protocollo, una serie di domande che potrebbero essere utilizzate per raccogliere le informazioni che caratterizzano il cervello di una persona", ha spiegato Turchin. "Tra le altre cose, abbiamo chiesto ai soggetti di esprimersi artisticamente—disegnando, suonando musica e cantando—mentre registravano i loro EEG. In questo modo, possiamo tenere traccia della parte meno razionale della loro mente racchiusa all'interno del loro emisfero destro."

Pubblicità

Queste informazioni aggiuntive, unite con gli input mnemonici "passivi", potrebbero aiutare l'intelligenza artificiale del futuro a creare una copia più accurata di un individuo.

"Il mio piano originale era quello di costruire un computer molto potente per codificare la mia mente da solo, ma ora credo che non ci sia nessuna necessità di realizzare in prima persona qualcosa del genere: dovremo attendere che venga creata una IA sufficientemente potente," ha spiegato Turchin.

Recentemente, Turchin e Trapeznikov hanno fatto confluire i loro esperimenti all'interno di una società, la Digital Immortality Now (DIN). L'impresa è stata lanciata all'inizio di maggio e, come riportato dal suo sito web, si ripropone di "fornire uno strumento economico e conveniente per raggiungere l'immortalità (l'estensione potenzialmente indefinita della vita) a tutti, attraverso la cosiddetta immortalità digitale, vale a dire conservando le informazioni di un essere umano per la sua ricreazione futura."

L'azienda dovrebbe conservare registrazioni EEG, video-interviste e i dati memorizzati. Secondo Turchin, i suoi servizi non dovrebbero essere eccessivamente costosi, aggirandosi intorno a poco più di 900 euro. "In caso contrario, diventerebbe più conveniente investire nella crionica," ha spiegato.

L'informatico ha aggiunto di stare stringendo accordi con Cybersuit—una società russa dedita allo sviluppo di dispositivi tattili e elettrodi sensibili pensati per tenere traccia dei micro-movimenti della laringe associati allo svolgersi del nostro monologo interiore—per fornire dati aggiuntivi al pacchetto associato a una persona.

La DIN vuole soddisfare anche i clienti non interessati all'immortalità, promuovendo l'idea che il servizio potrebbe essere adatto a compilare delle specie di album di famiglia potenziati.

"Uno strumento che potrebbe essere utilizzato anche per conservare la memoria e le informazioni sui parenti più anziani," mi ha raccontato Ariadne Arendt, che lavora come storica, intervistatrice e direttrice della filiale di Londra di DIN. "Molte persone hanno una nonna di 90 anni, ma non possono dedicare tutto il loro tempo a registrare ogni cosa che dice. Noi possiamo fornire delle registrazioni ulteriori di questa persona, per ampliare gli archivi di famiglia."

In effetti, questo potrebbe finire per essere l'unico utilizzo effettivo delle gigabit di informazioni che Turchin raccoglie a distanza, essendo l'intera impresa basata sull'idea quasi religiosa dell'avvento messianica di una IA che risolverà i restanti problemi per garantire l'immortalità. Senza menzionare la questione che ci porterebbe a chiederci se, ammesso che gli "avatar imitativi" di Bell dovessero mai vedere la luce, questi potrebbero davvero essere considerati paragonabili a una qualche forma di immortalità, oppure solo delle copie grottesche che hanno poco in comune con gli originali (ormai morti) a cui si ispirano.

Turchin stesso non ha una posizione chiara in merito, oltre a scommettere che le cose andranno per il meglio. "Credo sia una scelta logica per molte persone," ha detto. "Ed io sto ancora pensando a come fare tornare indietro la mia compagna di classe."