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Tecnologia

La cannabis ci aiuterà a combattere l'Ebola?

Tra chi grida alla bufala e chi spera di lucrarci, abbiamo indagato sulle basi scientifiche di un'eventuale cura a base di cannabis.

La cannabis somiglia ogni giorno di più a una panacea. Mentre si moltiplicano gli studi sulle sue raffinate proprietà benefiche per il corpo e per la mente—spesso finanziati da società quotate in borsa—ora sembra che possa salvarci anche dal virus dell'Ebola. O meglio, "aiutarci a controllarlo." Questo è quanto hanno sostenuto negli ultimi giorni, parallelamente, due paladini americani dell'impiego terapeutico della marijuana: Gary Johnson, ex governatore del New Mexico ora CEO della Cannabis Sativa, Inc, e Brad Morehouse, fondatore del seguitissimo blog newcure.org.

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Inutile dire che negli USA la notizia è diventata virale, e che a poche ore dalle prime dichiarazioni si sono subito innalzati i primi cori di diffidenti, o di saggi, che gridavano alla bufala.

Gary Johnson dichiara a Fox News che il Governo dovrebbe autorizzarlo a distribuire cannabis tra i malati di Ebola.

In effetti, tra le proprietà mediche più rilevanti della cannabis sembra esserci la virtù di rafforzare il sistema immunitario e di inibire la proliferazione di funghi e batteri. Se quindi ti stai chiedendo come mai da qualche annetto a questa parte non riesci più a liberarti di quell'influenza che va e viene, una risposta plausibile e scientifica può essere: "perché hai smesso di fumarti le canne." Diversi studi, inoltre, la descrivono come uno dei più potenti antiretrovirali presenti in natura, il che la renderebbe un supporto ideale per terapie contro virus come l'HIV e l'Epatite.

Quello dell'Ebola è un virus complesso che agisce a livello dell'RNA: si insinua nelle cellule per pinocitosi e le costringe a moltiplicarsi, modificandole dall'interno. Questa sua caratteristica lo rende particolarmente mutevole, con la conseguenza che le probabilità di trovare un vaccino con una vera efficacia sono molto basse—ok, questa è una cattiva notizia.

i cannabinoidi ostacolerebbero il processo fatale di autodistruzione del sistema immunitario

A differenza di altri virus, l'Ebola ha la capacità di indurre le cellule in cui si è insinuato a produrre proteine che lo nascondono al sistema immunitario; per questa ragione è difficile che l'organismo riesca a individuarlo e a combatterlo.

Spesso la morte per Ebola si verifica in conseguenza di complicazioni che coinvolgono le reazioni del sistema immunitario contro se stesso—una produzione fuori controllo di citochine, detta anche "tempesta", che provoca anomalie nella coagulazione del sangue e una dilatazione dei vasi sanguigni che culmina in uno stato di shock settico. Secondo quanto scrivono il responsabile medico della Cannabis Sativa, Inc e Brad Morehouse, la "buona notizia" è che i cannabinoidi contribuirebbero a inibire questo rilascio di citochine e di conseguenza ostacolerebbero il processo fatale di autodistruzione del sistema immunitario.

Non essendoci prove empiriche dell'efficacia di un trattamento per l'Ebola a base di cannabis, non possiamo esprimerci. Certo è che i suddetti paladini dei cannabinoidi hanno degli interessi in ballo non da poco. A conti fatti, non ci resta che aspettare che il Governo americano conceda al Sig. Johnson di inondare il mondo di erba. Magari può far del bene, si sa mai.