Tecnologia

Il piano segreto in caso gli astronauti dell'Apollo 11 non fossero più tornati dalla Luna

Dopo l'ultimo addio, e forse qualche raccomandazione su come concludere le proprie vite, le comunicazioni sarebbero state interrotte. Infine, un prete avrebbe affidato le anime degli astronauti "alle profondità più profonde."
apollo 11 missione spaziale 50 anni allunaggio
Immagine: NASA

"Il destino ha voluto che gli uomini andati sulla Luna per esplorarla in pace, in pace lì dovranno restare," dice Nixon alle telecamere. "Ma ogni essere umano che guarderà la Luna nella notte ora e in futuro saprà che c'è un angolo su un altro mondo che è per sempre umanità."

Questo era il piano. Se gli astronauti dell'Apollo 11 Neil Armstrong e Buzz Aldrin, che sono atterrati sulla Luna 50 anni fa precisi, si fossero trovati sulla superficie polverosa del satellite senza abbastanza ossigeno o carburante, impossibilitati a contattare il modulo di comando in orbita—se si fossero, in altre parole, arenati, l'allora Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon era preparato a informare il Paese quella sera, in televisione.

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Prima del suo discorso, il Presidente avrebbe telefonato alle "future vedove" per offrire le sue condoglianze. Dopo l'ultimo addio, e forse qualche raccomandazione agli astronauti su come concludere le proprie vite, il piano prevedeva che il controllo della missione "interrompesse le comunicazioni" con il Modulo Lunare. In un rituale pubblico simile alla sepoltura in mare, un prete avrebbe infine affidato le anime degli astronauti "alle profondità più profonde."

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Il piano, rimasto segreto per decenni, ha avuto origine grazie allo scrittore William Safire, che aveva inviato una nota al capo dello staff di Nixon H. R. Haldeman, in cui suggeriva un protocollo da seguire per l'amministrazione in conseguenza a un evento simile. Safire stesso aveva ricevuto ordine da un astronauta della NASA di pensare a uno scenario simile, stando a quando raccontato nel suo memoir. "Il 13 giugno, Frank Borman—un astronauta che era nelle grazie del presidente e che la NASA ci aveva assegnato come contatto diretto—mi ha chiamato per dirmi 'è il caso che pensi a una dichiarazione alternativa da parte del presidente, in caso qualcosa vada storto con l'Apollo 11.' Poiché non ho reagito subito alle sue parole, Borman ha lasciato perdere il tono formale—'come quello che si fa con le vedove.'"

La NASA non ha mai sbandierato i piani previsti in caso di incidenti alla "Major Tom" e l'ipotesi che nello spazio siano state spedite anche pillole di cianuro è ancora oggetto di dibattito. Eisenhower aveva scritto un discorso in caso il D-day—l'operazione con cui gli Alleati hanno invaso la Normandia nel 1944—fosse stato un fallimento totale. Nel 1986, dopo la tragedia dello Space Shuttle Challenger, il Presidente Raegan non ha pronunciato alcun discorso. La sua scrittrice, Peggy Noonan, ha preso in mano la situazione con un discorso che si concludeva, notoriamente, con i versi di un sonetto di James Gillespie Magee, scritto per dare l'addio alla coraggiosa squadra che "si è liberata dagli oscuri legami della Terra, per toccare il volto di Dio."

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La chiamata di Nixon alla Luna.

La nota di Safire e il suo discorso per Nixon sono stati riesumati nel 1996 dal giornalista del LA Times Jim Mann, che li ha scoperti in una cartella nominata "IN CASO DI TRAGEDIA LUNARE." "Questi uomini coraggiosi, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, sanno che non c'è speranza di esseri recuperati," avrebbe dovuto dire il Presidente. "Ma sanno anche che c'è speranza per l'umanità nel loro sacrificio… In tempi antichi, gli esseri umani guardavano le stelle e vedevano i loro eroi nelle costellazioni. In tempi moderni, facciamo lo stesso, ma i nostri eroi sono uomini incredibili fatti di carne e ossa."

Il destino ha voluto che gli uomini andati sulla Luna per esplorarla in pace, sulla Luna in pace dovranno restare.

Questi uomini coraggiosi, Neil Armstrong e Buzz Aldrin, sanno che non c'è speranza di esseri recuperati. Ma sanno anche che c'è speranza per l'umanità nel loro sacrificio.

Questi due uomini stanno offrendo le proprie vite al più nobile degli scopi umani: la ricerca della verità e della conoscenza.

Saranno pianti dalle loro famiglie e dai loro amici; saranno pianti dalla loro nazione; saranno pianti dalle persone di tutto il mondo; saranno pianti da Madre Terra, che ha osato mandare due dei suoi figli nell'ignoto.

Con il loro viaggio, hanno spinto le persone del mondo a sentirsi tutt'une; con il loro sacrificio, stringono più forte il legame della fratellanza tra gli uomini.

In tempi antichi, gli esseri umani guardavano le stelle e vedevano i loro eroi nelle costellazioni. In tempi moderni, facciamo lo stesso, ma i nostri eroi sono uomini incredibili fatti di carne e ossa.

Altri seguiranno e troveranno con certezza la via verso casa. Non sarà negata la ricerca dell'umanità. Ma questi uomini sono stati i primi e resteranno al primo posto nei nostri cuori.

Perché ogni essere umano che guarderà la Luna nella notte ora e in futuro saprà che c'è un angolo su un altro mondo che è per sempre umanità.

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"Una nota personale," ha scritto William Safire nella sua rubrica sul Times nel 1999. "Nei momenti storici, gli scrittori guardano ai poeti. L'ultima riga del saluto mai pronunciato evocava le rime del poeta patriota Rupert Brooke, che è morto nella Royal Navy durante la Prima Guerra Mondiale." La poesia, si intitola "The Soldier."

If I should die, think only this of me:
That there's some corner of a foreign field
That is for ever England.

[Se dovessi morire, pensa solo questo di me:
Che ci sarà un angolo di un campo straniero
Che sarà per sempre Inghilterra. — ndt]

In pochi sapevano del piano in caso di tragedia. Milioni di persone nel mondo hanno festeggiato quei pionieri, raccolti intorno ad apparecchi televisivi dentro case, dormitori, capanne, o vicino a campi di battaglia. Le bandiere sono state sventolate; persino nel pieno della sfida tecnologica della Guerra Fredda, tutti erano sullo stesso pianeta, con gli occhi puntati al cielo. In America, quel fine settimana, le notizie dell'allunaggio dell'Apollo 11 sono state quasi offuscate da una tragedia che, invece, è successa davvero: l'incidente di Chappaquiddick.

Scoprire vecchi archivi nascosti genera speculazioni, storie alternative che offrono nuove prospettive su narrazioni calcificate nel tempo. Il discorso segreto scritto da Safire non è solo un tributo al coraggio di questi primi astronauti, che sono stati catapultati su un altro corpo celeste per la prima volta nella storia, per il puro e glorioso scopo di dire che ne eravamo in grado. È anche un monito di quanto pericolose erano quelle missioni, e di quanto sia incredibile che questi uomini siano tornati. Anche davanti all'incertezza, al terrore e alla morte, la speranza persiste.

Neil Armstrong augura la buonanotte dall'Apollo 11

Questo articolo è apparso originariamente su VICE US.