Se avete mai avuto un’esperienza di pre-morte, è probabile che siate stati abbastanza fortunati, a seconda dei punti di vista, da sentire musiche identiche ai suoni celestiali prodotti da Iasos il menestrello. Nel 1989, uno scienziato del Plymouth State College, nel New Hampshire, ha scoperto che la musica di Iasos—in particolare un brano chiamato “The Angels of Comfort”—aveva una notevole somiglianza con i canti divini uditi da coloro che erano stati nel limbo tra la vita e la morte. Tuttavia questa informazione non sorprese affatto Iasos, perché il sessantaseienne crede di essere il conduttore terrestre dell’espressione musicale di un essere chiamato Vista, che gli trasmette telepaticamente idee che lui trasforma in canzoni. Iasos, nato in Grecia ma cresciuto in California a partire dall’età di quattro anni, ha ricevuto queste visite per circa 40 anni, durante i quali ha pubblicato numerosi album di musica strumentale illuminata e tenuto seminari sul potere lenitivo della suono.
Vero outsider e per molti versi artista visionario, Iasos è considerato, alla stregua di artisti come Vangelis, Brian Eno e il suo vecchio amico Steven Halpern, uno dei pionieri elettronici di quella che è diventata nota, verso la metà degli anni Settanta, come musica “New Age”. Come riconoscimento del suo spirito ribelle, il Numero Group di Chicago ha recentemente pubblicato Celestial Soul Portrait, una selezione di brani presi dai primi dieci anni di carriera di Iasos, che richiama l’attenzione sul carattere sperimentale e sulla bellezza misteriosa della sua opera. Per essere un viaggiatore cosmico, Iasos è stato estremamente facile da contattare, dato che abbiamo parlato al telefono. Si è dimostrato piuttosto normale e, come dice lui, “con i piedi per terra.” Vive a Marin County, a nord di San Francisco, dove la sua routine quotidiana comprende la meditazione, lo yoga, dar da mangiare ai cervi e passare il tempo in studio ad avere visioni e fare musica.
VICE: Saluti Iasos! Come stai?
Iasos: Alla grande! Sono appena tornato da un concerto a Los Angeles, e non poteva andare meglio. Vedi, io misuro l’impatto drammatico che ho sul pubblico da quanto silenzio c’è quando il concerto finisce. Perché se il pubblico ha davvero recepito, è totalmente preso, e nessuno si alza. A Portland è durato così a lungo da diventare imbarazzante. Mi sono inchinato, a significare che era finito, e poi sono andato sul fondo del palco, e nessuno si è alzato. Poi è passato un minuto e nessuno si alzava, c’era silenzio. Due minuti, sei minuti… Ho pensato che fosse troppo e sono rientrato nei camerini, e questo ha rotto l’incantesimo.
Un sacco di persone conoscono Iasos grazie a Celestial Soul Portrait, che mette in risalto i tuoi primi lavori. C’è un interesse rinnovato verso la tua musica?
È buffo che tu lo dica. Da quando ho iniziato i miei amici più cari mi hanno sempre detto, “Iasos, sei più avanti del tuo tempo.” E ora è il 2013, e la gente si interessa alla musica che ho pubblicato nel 1975. Quindi è una specie di conferma.
Devo dire che è confortante sentirti parlare come una persona del tutto normale. Vedendo le tue foto e ascoltando la tua musica, mi ero fatto l’idea che fossi uno schizzato.
[Risata isterica] Oh, questo sì che è divertente! È divertente il fatto che ti aspettassi un fuori di testa. Sono un tipo con i piedi per terra.
Qual era il tuo stato d’animo nel 1975, quando stavi incidendo il tuo primo disco, Inter-Dimensional Music?
Lo stesso di adesso! Sto cercando di esprimere le visioni musicali che ricevo nella mia mente, che sono celestiali e paradisiache. All’epoca lo facevo con strumenti acustici che poi passavo al campionatore. Al giorno d’oggi ci sono una marea di software per fare ogni tipo di bizzarria con i suoni. Quindi sto solo approfittando della tecnologia per riuscire a rendere il più fedelmente possibile i suoni che sento nella mia mente.
Hai ideato un “range paradisiaco” per la tua musica, una sorta di scala celestiale. Come ci sei arrivato?
Non conosci la storia?
Sarebbe bello ascoltarla da te.
Ho cominciato a studiare pianoforte quando avevo otto anni, e ho preso lezioni di flauto quando ne avevo dieci. La mia educazione formale si è fermata alle superiori, dopodiché sono diventato un autodidatta. Raggiunto un certo livello ero in grado di riprodurre i classici con il flauto, e così ho imparato molto sugli accordi e sull’armonia. Poi a un certo punto, negli anni Settanta, ho iniziato a sentire questa musica spontanea nella mia mente. Non capivo da dove venisse. Non assomigliava a nessuna musica terrestre, ed era esaltante e piena d’amore. Era così armoniosa da risultare ultraterrena, piena di suoni insoliti. Questo prima che ci fossero i sintetizzatori.
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Iasos e il suo flauto salutano il cielo a Big Sur, in California. Foto per gentile concessione di Numero Group.
Quando dici “musica terrestre” cosa intendi?
Il tipo di musica che si ascolta sulla Terra. Non era come quella. Non avevo idea di come ricrearla, ma poi una voce nella mia mente ha detto, “Puoi farlo!” Gli ho creduto e ho cominciato a lavorarci. Poi, circa due anni dopo, ho avuto una profonda esperienza spirituale, mentre facevo scrittura libera con una guida spirituale. Ogni volta che lo facevo lei diceva, “Adesso scriverai col tale”, che di solito era tipo “Scriverai con Hilarian o scriverai con Saint German.” Dopo pochi minuti di scrittura avrei dovuto sentire la loro personalità. Quando ha detto, “Ora potrai scrivere con Vista” non avevo mai sentito parlare di lui, così ho semplicemente iniziato a scrivere. Dopo poche frasi, ho percepito la sua essenza e nell’istante in cui l’ho fatto c’è stato un lampo di consapevolezza nella mia mente. BLAM! Improvvisamente mi sono ricordato di un sacco di roba. Mi sono ricordato che questo essere, Vista, aveva fatto un accordo con me prima della mia nascita. Il patto era che io mi sarei incarnato sul pianeta Terra e sarei diventato un esperto di musica, così che lui avrebbe potuto trasmettermi idee musicali, e più tardi idee visive, che io avrei cercato di esprimere per far sì che gli altri potessero trarne beneficio.
Ok! E come ti immagini Vista?
Quando si raggiunge questo livello di coscienza, la forma è facoltativa e flessibile. Non ha una forma particolare. Tuttavia io percepisco la sua personalità, la sua anima, il suo cuore.
Riesci a comunicare con lui in qualsiasi momento, o la connessione è più forte quando, ad esempio, stai scrivendo musica?
Lo invito quando compongo e anche quando faccio musica dal vivo. Solitamente è una comunicazione a senso unico, in cui lui mi trasmette le idee, anche se ci sono state delle eccezioni in cui io gli ho chiesto qualcosa e ho ricevuto risposta così repentinamente e in un modo così intenso che mi ha lasciato senza fiato.
Cosa è successo?
Una volta prima di un concerto stavo invocando Vista, quando ho detto “Vista, vorrei poter sentire la tua energia in modo più profondo del solito.” L’ho trasmessa telepaticamente—BZZZTT! Lui ha inviato un fascio concentrato di modelli visivi dal suo terzo occhio al mio. Ora, immaginati 30 ore delle più gloriose immagini che tu abbia mai visto, che scorrono e cambiano e si evolvono e mutano. E poi immaginati tutto questo compresso in un solo secondo.
Una specie di intenso viaggio con l’LSD.
Non del tutto. Era molto concentrato.
Quanto era recettiva l’industria musicale in America, a Los Angeles, ai dischi che incidevi nella metà degli anni Settanta?
Non scherzare. Non erano affatto recettivi. Prima che uscisse il mio primo album ricordo di essere andato nelle grandi case discografiche, tipo Columbia Records a San Francisco, per far sentire la musica che volevo fare, e ricordo che ridevano, perché non erano in grado di capirla. Questo era prima che nascesse la musica New Age. Non intravedevano una nuova formula di successo che potesse funzionare. Capivano solo le formule che già conoscevano. Così ridevano e dicevano cose tipo, “Dov’è il ritmo? Dov’è il ritornello? Dove sono i testi?” Non riuscivano a comprendere. Ma va bene, ce l’ho fatta utilizzando una strada alternativa.
Quando hai saputo che c’erano altre persone che facevano musica simile alla tua, negli anni Settanta, hai cercato di entrarci in contatto o sono stati loro a cercarti?
Be’, io vivo a Marin County, e la New Age è nata in America, precisamente in California, più precisamente nella Bay Area, e nella Bay Area è cominciata a Marin County, quindi ero al centro del vortice. Avevo un sacco di amici che erano maestri spirituali, e amici che erano musicisti visionari: tutti facevano parte della scena New Age.
Le esperienze di vita hanno segnato il tuo lavoro, o è stata la musica degli altri ad influenzarti?
La musica degli altri ha avuto effetti minori. Ad esempio mi piace Jimi Hendrix, mi piace la sua magnifica capacità di intessere melodie. Mi piacciono i ritmi di Santana. Mi piacciono le trame seducenti di Martin Denny. Mi piacciono gli accordi classici di Ravel, di Debussy e di Respighi. Ci sono state delle influenze, ma il 90 percento del mio lavoro viene da quello che ricevo internamente.
Ti tieni aggiornato sulla musica elettronica attuale?
C’è un sacco di nuova musica New Age di questi tempi. Sono molto ignorante a riguardo, eccetto per quelle cose che gli altri condividono con me. Non me ne interesso molto, perché sono troppo impegnato a creare la mia. Non ho bisogno di influssi esterni, perché ne ricevo internamente.
Ascoltavi Brian Eno o Vangelis, i tuoi contemporanei nella musica prog elettronica anni Settanta?
Ascoltavo la loro roba, Vangelis mi piace, alcune delle sue cose sono paradisiache. Copre una vasta scala emotiva, laddove io mi soffermo più sui toni beati. Eno era molto creativo e fuori di testa. Non ne vado pazzo, ma lo rispetto molto come musicista.
Hai paura della morte?
Be’, la mia ragazza mi ha fatto la stessa domanda e io le ho dato la stessa risposta: una parte di me ne ha, e una parte no. Il corpo fisico ha la sua coscienza, ed è programmato per rimanere in vita, quindi la mia parte fisica ha molta paura della morte. Ma la mia anima non ha paura perché sa che tornerò da dove sono venuto: uno splendido mondo pieno d’amore. Quindi c’è una parte di me che è spaventata e una parte di me che non lo è, e coesistono felicemente.
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