Quando sei una donna con un corpo particolarmente muscoloso—una caratteristica tradizionalmente attribuita agli uomini—sguardi indagatori, commenti a mezza voce e nei casi peggiori gravi abusi verbali non sono esattamente una rarità. È quello che ci hanno raccontato quattro atlete, a cui abbiamo chiesto di parlare della percezione del loro fisico e delle cose che sono stufe di sentirsi dire.
TERESA PÉREZ, BODYBUILDER
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“Le reazioni peggiori sono quelle delle altre donne. A 15 anni mia mamma rimase scioccata quando le dissi che volevo fare sollevamento pesi. Mi disse che mi avrebbe trasformato in un uomo. Da allora ci sono stati molti altri casi.
Come quando, camminando per strada, una donna si è rivolta alle amiche definendomi ‘disgustosa’. Per un attimo ho pensato di girarmi e rispondere, poi ho deciso che non ne valeva la pena. Ho avuto un’altra esperienza spiacevole in un centro commerciale. Sono entrata in un bar per prendere qualcosa da bere e, appena varcata la soglia, una coppia ha iniziato a guardarmi ridacchiando. In genere non mi dà fastidio quando le persone mi guardano, perché capisco che un corpo diverso possa suscitare attenzione. Ma quando sono così spudoratamente irrispettosi non lo accetto. Se non ti piace il mio corpo, non guardarmi. Non ho certo chiesto la tua opinione.
Penso che sia prima di tutto un problema culturale. La gente si aspetta che le donne stiano in un angolo, in silenzio. Per questo si stupiscono quando il comportamento di una donna non corrisponde alle loro aspettative. La stessa cosa accade con il corpo: le donne devono essere deboli. E anche in questo caso sono le donne che hanno introiettato questo tipo di pensiero. Io, in barba a loro, mi sento femminile.”
ELY MERINO, ISTRUTTRICE DI PILATES
“A una mia carissima amica una volta è stato chiesto perché uscisse con ‘quel travestito.’ Mi hanno chiamata ‘RoboCop,’ e mi hanno suggerito di non uscire di casa. Ho gambe e addominali molto forti, e frasi tipo ‘potresti mettermi ko con un calcio” mi infastidiscono parecchio.
Sono soprattutto le donne a fare commenti negativi, forse per gelosia. Ed è difficile sopportare certi sguardi da parte degli uomini. A volte, non mi sento neanche più donna.
Quando ero più giovane la cosa mi faceva soffrire, ma poi ho smesso di dare importanza ai commenti altrui. Ho lavorato su di me, per imparare ad accettarmi. Ora sono molto soddisfatta del mio corpo.
Oltretutto, trovare vestiti che mi vadano bene è un trauma. Gli stivali alti, ad esempio, sono impossibili per me. Non ne ho mai trovato un paio che si chiudesse sui polpacci. Stessa cosa vale per i pantaloni. Vorrei che l’industria dell’abbigliamento e le persone in generale si accorgessero che non esiste un solo tipo di corpo femminile, ma tante forme diverse.
Nella nostra società gli uomini devono sempre sentirsi i più forti. Spesso quando sistemo le tavole [da surf] i ragazzi si offrono di aiutarmi. Quando mi giro e vedono i miei bicipiti, rimangono a bocca aperta, forse perché non si sentono più così potenti e virili come vorrebbero.”
RITA GARCÍA HERRERA, ATLETA E CAMPIONESSA DI CROSSFIT
“Il mio corpo rappresenta il mio lavoro e il mio allenamento. Io mi alleno per migliorare la mia performance, non per avere un fisico più bello—quella è una conseguenza naturale.
Mi è stato detto più volte che sono troppo forte e muscolosa, che sembro un uomo. Ma i commenti di questo tipo non mi interessano. La verità è che ne ho sentite davvero di ogni. Una volta un ragazzo mi ha detto che se la sua fidanzata fosse diventata come me l’avrebbe lasciata. Ma per come la vedo io, un partner dovrebbe amare la tua personalità e il tuo carattere, non solo il tuo fisico. Ovviamente anche l’aspetto estetico ti deve piacere, ma io per fortuna non ho mai avuto problemi.
La moda e la cultura dettano come una ragazza dovrebbe apparire, magra e slanciata. Ma penso che ora le cose stiano cambiando. Almeno per quello che vedo io.”
TJ GARCÍA, FISIOTERAPISTA E ATLETA CROSSFIT
“Il corpo è il mezzo che mi permette di fare quello che più mi piace: sport e fisioterapia. Mi hanno detto che sembro un uomo, un toro e che non troverò mai un ragazzo disposto a uscire con me. In aeroporto, una volta mi hanno addirittura scambiato per un uomo, e l’addetto ai controlli ha spuntato la casella ‘uomo’ nella mia scheda personale. Quello è stato davvero troppo.
Questo tipo di commenti e comportamenti rappresentano i pregiudizi e le paure della società. Le persone non capiscono che ogni donna è fatta a modo suo, è unica. Hanno paura del diverso, di qualcosa che non possono controllare, e così diventano aggressivi. Passiamo il nostro tempo a giudicare gli altri, quando invece faremmo meglio a guardare dentro di noi, e a non immischiarci in cose che non ci riguardano.”