Se dovessi spiegare a qualcuno che non ne abbia mai sentito parlare—come mia nonna, che sul suo smartphone si limita a leggere le notizie su Al Bano e Romina—cosa sia internet, utilizzerei la figura dell’iceberg: internet, direi, è come un gigantesco blocco di ghiaccio. Una piccolissima parte affiora dall’acqua, mentre l’altra, decisamente più imponente, rimane sul fondo.
La parte visibile corrisponde all’internet indicizzato, cioè a tutti i siti che possiamo trovare con una rapida ricerca su Google, e benché ci riferiamo spesso a questa piccola parte come a internet nel suo complesso, in realtà la rete custodisce molte più informazioni. Una parte di queste si trova nel cosiddetto “deep web”, non indicizzato dai motori di ricerca e accessibile attraverso browser specifici (come Tor). Proprio grazie a tale caratteristica, nel corso del tempo il deep web ha ospitato contenuti e servizi non canonici e talvolta illegali: questo sotto-insieme viene chiamato “darknet”, e vi si possono trovare negozi di armi, documenti falsi, droga etc.
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Il fotografo romano Giorgio Di Noto, classe 1990, è partito dalla darknet per realizzare un libro intitolato appunto The Iceberg, che si propone di illustrare in modalità inedite il rapporto che lega internet, fotografia e osservatore.
VICE: Il libro è composto di pagine bianche, pagine con immagini in bianco e nero e pagine con delle scritte in basso a destra [guarda il video qui]. Puoi spiegarcelo?
Giorgio Di Noto: Le frasi sono estrapolate da guide su come comprare nel dark web, ci sono proprio dei suggerimenti di comportamento: “Non credere a nessuno,” “Cerca di sembrare una persona perbene e non un tossico,” “Non destare sospetti,” “Usa sempre il tuo vero nome e il tuo vero indirizzo.” Ce n’è anche uno abbastanza surreale: “Tieniti stretti gli amici, mangia bene e rispetta il tuo corpo.”
Questa mi ha colpito molto: “Sii l’attore che sai di essere.”
Le ho estrapolate da file pdf trovati online, veri e propri vademecum, tecnici ed etici, all’acquisto delle sostanze. Tieni presente che si tratta di un business di livello piuttosto alto. Anche perché alcuni, che potrebbero tranquillamente farsi pagare e poi scappare (a volte accade), guadagnano molto di più creandosi una buona reputazione e vendendo roba di qualità, siccome si regge tutto sui feedback.
E per quanto riguarda le altre pagine?
Il libro viene consegnato in una scatola che comprende una torcia a raggi ultravioletti; se accendi questa lucina e la punti su una pagina bianca viene fuori un’immagine; se la punti su una pagina in cui è presente un’immagine in bianco e nero, l’immagine verrà fuori a colori. Le foto in bianco e nero sono foto stock, che può capitarti di vedere anche sui giornali; le foto invisibili sono quelle che i venditori stessi hanno scattato alla merce, e non sono state mai pubblicate sul web ‘normale’ (Google Immagini non restituisce alcun risultato attraverso la ricerca invertita).
Da dove viene la fascinazione per questo mondo di immagini sepolte?
Scavando nel deep web e curiosando un po’ tra gli annunci di droga e armi mi sono accorto che alcuni contenevano foto scattate da telefoni cellulari. Ero attirato da questa estetica, a volte marcia o surreale, a volte quasi esotica e pubblicitaria: sul deep web si trova di tutto, sia foto scattate molto bene sia foto con evidenti errori e trascuratezze—i flash sulle buste di plastica, le fotografie scattate ad immagini sui monitor.
Il lavoro che ho fatto è stato quello di coniugare questo archivio impossibile (queste foto sono pubblicate per essere eliminate dopo un certo periodo e sono pensate per essere totalmente anonime) con un mezzo che riuscisse a catturarne lo spirito. E siccome si tratta di foto invisibili, sotto la superficie, ho deciso di stamparle facendo in modo che siano visibili solo sotto una particolare luce ultravioletta, e che il lettore debba essere in “intimità” per guardarle: è un modo per replicare l’accesso al deep web.
Per chi non è mai stato sul deep web: come si presenta un annuncio?
Guarda, il deep web fino a pochi anni fa era un internet molto simile a quello degli anni Novanta, molto scarno di grafica e di immagini. Adesso i siti web si stanno arricchendo di contenuti e stanno iniziando ad assomigliare a quelli che si trovano sull’internet indicizzato. Per il resto la struttura è quella di eBay, più o meno, ma con tantissime password e pagamenti in Bitcoin. L’ostacolo maggiore è che puoi arrivare ai siti web solo se ne possiedi il link diretto, siccome non esistono motori di ricerca totalmente efficaci tipo Google, e quindi il lavoro vero è stato quello: ricercare e arrivare ai link diretti, e poi cercare—tra le migliaia e migliaia di annunci—quelli che avevano fotografie interessanti.
Vedi questi codici a fianco alle immagini? Se tu vai alla fine del libro, accanto al codice è indicato il titolo dell’annuncio (che spesso corrisponde a quello del file-immagine: ecco perché alcuni titoli terminano con la dicitura “jpg”). Alcuni titoli sono espliciti, alcuni sono più velati.
C’è una foto spalmata su due pagine della Creazione di Adamo di Michelangelo, che corrisponde a un annuncio di metilone. Il “risveglio” suggerito a chi legge è totalmente diverso da quello originale della Cappella Sistina. È molto interessante, perché le immagini acquistano, in certi casi, un senso tutto diverso rispetto a quello che avrebbero se considerate autonomamente.
Sì, e a volte le foto sono più didascaliche, altre volte più allusive. Per esempio, ricordo un annuncio di speed corredato dalla fotografia di un giaguaro. Un altro dato interessante è che alcune fotografie sono utilizzate come una vera e propria firma, come brand identity: dalla foto, magari di un certo animale, riesci a riconoscere il venditore x.
Teoricamente il libro lo puoi guardare anche senza torcia, e semplicemente non capiresti la relazione tra queste immagini, tutte così diversa l’una dall’altra.
Ce ne sono di ogni tipo: un’anguria che per me non vuol dire niente e la cui didascalia recita “watermelon cosmic drops”; un rospo che sta per il DMT; la foto di un vecchio sciroppo con la didascalia che recita “cocaine brought to you by the Bilderberg group”. Ma la cosa che mi ha colpito di più è sul retro di copertina: “Una volta che il pacco arriva, non aprirlo per 5-15 minuti”.
È un consiglio che ti danno quando ricevi la droga, perché se la polizia ti sta sorvegliando di solito entra 5 minuti dopo che hai ricevuto il pacco per cercare di beccarti con le mani nel sacco. Invece, se aspetti 15-20 minuti, loro entrano e tu puoi dire: non so chi mi abbia mandato questo pacco, io non c’entro niente. Ci sono una serie di metodi specifici per assicurarsi che vada tutto bene durante una transazione.
Considera anche che molti di questi siti aprono, chiudono, vengono chiusi dalla polizia o cancellati dagli stessi gestori, che a volte magari scappano con soldi che dovevano girare ai venditori etc. Il 99 percento di quelli da cui ho salvato le immagini non esistono più.
Guarda altre foto di Giorgio Di Noto sul suo sito e compra The Iceberg qui.