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C'è una coppia di cinquantenni che fa svastiche in centro a Bologna

E anche un sacco di scritte e simboli fascisti. Ma forse era solo per litigare.
Una svastica su un muro, però non a Bologna. Foto via Flickr/GrusiaKot.

Questa mattina, come tutte le mattine, ho aperto la home di Repubblica e mi sono ritrovato di fronte a un articolo che mi ha dato da pensare. Forse darà da pensare anche a voi. Mi ha dato da pensare in quanto persona politicizzata, che ha fatto scritte sui muri in passato, che ha ascoltato almeno una volta Calcutta. Mi ha dato da pensare già dal titolo: I Bonnie e Clyde in pensione che scrivono "Dux" sui muri di Bologna.

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Allora, un veloce riassunto della vicenda: a Bologna ci sono due tizi ultracinquantenni, un uomo e una donna, che di notte girano per il centro storico e scrivono sui muri. Scrivono cose tipo "Dux" e "Viva il Duce" e "Fermiamo l'invasione" insieme a svastiche, croci celtiche e minacce contro il sindaco di Bologna Merola. Repubblica scrive che "la telecamera non li spaventa," che "guardano senza paura nell'occhio elettronico e scrivono" senza preoccuparsi di nascondere il volto.

A quanto pare gli abitanti della zona li conoscono bene: "Tra i cittadini del quartiere c'è pure chi giura di riconoscere in loro due individui già noti e denunciati alle forze dell'ordine all'inizio dell'estate, per reati simili." Un altro breve articolo dell'edizione bolognese di Repubblica del 1 aprile scorso—immagino siano gli stessi, a meno che a Bologna non ci siano due coppie sulla sessantina che fanno svastiche sui muri di notte, e allora in tal caso alzo le mani—cita tra le loro opere "svastiche, scritte inneggianti al duce e altri messaggi di stampo nazifascista" ma precisa che i due "non risultano iscritti a partiti o associazioni politiche."

Anche gli antifascisti di Bologna sono a conoscenza degli autori, ma "visti i soggetti" avevano già deciso di "limitare la risposta ad una paziente e meticolosa opera di cancellazione delle scritte, così come facevano giorno dopo giorno i residenti dei quartieri colpiti." Per la cronaca: qui sotto c'è l'esempio di una risposta alla coppia.

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Comunque, le scritte sui muri mi interessano molto—in particolare quelle fatte per puro nichilismo e senza alcun tipo di intento artistico o politico: a Milano ad esempio c'è Lucifero culo che da quasi vent'anni va in giro con un pennarello nero o un bianchetto e scrive insulti al diavolo in diverse lingue, mentre a Roma c'è il poeta della Casilina che fa una roba simile, scrivendo a bomboletta delle strane poesie senza senso sulle serrande dei negozi.

Questo caso è diverso, ovviamente. Questa coppia di 50-60 anni che scrive sui muri sembra essersi specializzata solo ed esclusivamente sul fascismo—dunque possiamo azzardare che la loro ideologia di riferimento sia il fascismo, giusto? In più possiamo intuire le motivazioni, ma non le sappiamo ancora a fondo, e se c'entrasse in qualche modo un litigio tutta questa storia sarebbe letteralmente una canzone di Calcutta che diventa realtà e questo la dice lunga sullo stato in cui si trova il tessuto del reale nell'anno 2017.

Ma a parte tutto questo, mi resta un'ultima domanda: perché Repubblica ha deciso di chiamarli "Bonnie e Clyde"?

Non sarebbe stato più corretto, visto il tenore delle scritte, "Benny e Clara"?

Badum-tsssshhh.

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