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Giubileo

Le ruspe sui campi rom di Roma stanno lavorando a pieno regime in vista del Giubileo

L'Associazione 21 Luglio denuncia che gli sgomberi ai danni della comunità rom hanno subito una vera e propria impennata negli ultimi mesi.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Foto dell'Associazione 21 Luglio

Mentre a Roma fervono i preparativi per il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco lo scorso marzo, in questi ultimi mesi le autorità locali si sono portate avanti su almeno una questione—quella degli sgomberi forzati ai danni delle comunità rom che vivono negli insediamenti informali.

A denunciarlo è l'Associazione 21 Luglio, che si occupa dei diritti dei rom nella Capitale. Nel presentare ieri l'iniziativa "#PeccatoCapitale" - un appello per chiedere al Comune di Roma una moratoria su questi sgomberi - il presidente della 21 Luglio Carlo Stasolla ha dichiarato: "Siamo molto preoccupati dalla netta impennata di sgomberi forzati a cui, ogni giorno, stiamo assistendo dall'annuncio del Giubileo. Gli sgomberi forzati che si realizzano nella Capitale sono illegali, perché non rispettano le garanzie procedurali previste dal diritto internazionale, e rappresentano una evidente violazione dei diritti umani di uomini, donne e soprattutto bambini."

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Stando al briefing sugli sgomberi forzati in prossimità del Giubileo, nel corso del 2015 sono stati già effettuati 71 sgomberi forzati, che hanno riguardato circa 1.110 persone e sono costati al Comune una cifra stimata di più di un milione di euro. La media degli sgomberi è passata da una media di tre al mese nei primi tre mesi dell'anno, a una media mensile di quasi dieci da marzo a settembre 2015. Per rendere conto della dimensione del fenomeno, basti pensare che in tutto il 2014 la giunta di Ignazio Marino si era limitata a 34 operazioni di sgombero in totale.

Secondo i dati della 21 Luglio, i rom che abitano negli insediamenti spontanei (che Amministrazione e media considerano "abusivi") sarebbero all'incirca 2.500—lo 0.09 per cento della popolazione complessiva di Roma. Pur non perseguendo uno stile di vita nomade, prosegue il briefing, la maggior parte di queste famiglia "è stata ripetutamente costretta a trovare rifugio in diverse parti della città,in seguito alle operazioni di sgombero forzato di cui è stata vittima, in un perverso e costoso 'gioco dell'oca' che viola sistematicamente i diritti umani."

Un esempio emblematico di questo atteggiamento è quanto successo all'insediamento informale nei pressi della stazione Val d'Ala, nel quartiere Monte Sacro. Il 9 luglio del 2014, 39 persone persone in tutto - tra cui anche minori e un neonato - sono state sgomberate con la forza: senza che ci sia alcuna notifica formale, le ruspe abbattono le baracche e le famiglie finiscono letteralmente per strada.

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La scena si ripete nel luglio del 2015, quando le stesse famiglie - che si erano reinsediate nello stesso punto in assenza di alternative - subiscono nuovamente uno sgombero. Dopo quattro giorni di sit-in davanti al dipartimento delle Politiche Sociali, le famiglie sono infine trasferite nel "Centro di raccolta rom" di via Salaria, una struttura parecchio degradata, con la promessa dell'assessore alle Politiche Sociali di "avviare percorsi di integrazioni volti all'autonomia."

"Negli ultimi anni io e la mia famiglia siamo stati sgomberati tante volte, anche nel giro di poco tempo," dice una ragazza rom di 23 anni sgomberata dall'insediamento a Val D'Ala, la cui dichiarazione è riportata nel briefing. "La polizia arriva, distrugge le nostre baracche, distrugge le nostre tende, distrugge i nostri materassi. Tutto. E noi rimaniamo senza niente, senza idee sul nostro destino."

Gli sgomberi forzati, quindi, non solo riproducono le dinamiche che portano alla creazione di questi insediamenti, ma "accrescono la vulnerabilità ed esacerbano le condizioni di vita delle persone coinvolte," precludendo ogni tipo di inclusione sociale e confinando la questione a livello di ordine pubblico.

All'incontro mondiale dei movimenti popolari, tenutosi solo pochi mesi prima di annunciare il Giubileo straordinario, lo stesso Papa Francesco aveva definito "crudeli" le immagini degli sgomberi forzati e delle "gru che demoliscono baracche, immagini tanto simili a quelle della guerra." Il pontefice aveva poi invitato a promuovere "un'integrazione urbana autentica e rispettosa," proprio per evitare pratiche di "sradicamento" ed "emarginazione."

Ma a Roma, e proprio in vista del Giubileo della Misericordia, le immagini di sgomberi forzati contro persone che vivono ai margini della società sono sempre più frequenti. Anche perché, conclude il briefing, nonostante la loro palese inefficiacia queste operazioni "continuano a essere pubblicizzate dai loro promotori, spesso al fine di raccogliere consenso elettorale."

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