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I sovranisti individuali che hanno rapito i figli per 'liberarli' dallo Stato italiano

Due genitori di Torino, che aderiscono a una famigerata teoria del complotto, sono stati arrestati per sequestro di persona.
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L'8 maggio, sull'account Facebook di Elena Pignatiello, una donna di Torino di mezza età, compaiono una serie di video in cui degli agenti di polizia procedono all’arresto di lei e di quello che definisce il suo ex marito, Vito Colacchio.

Il motivo dell'arresto, come poi riporteranno La Stampa e NeXt Quotidiano, è il tentato sequestro da parte della coppia di uno dei quattro figli minorenni—tutti temporaneamente allontanati dalla famiglia in seguito a denuncia per maltrattamenti—e del sequestro di un altro.

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Nel video si vedono Pignatiello e Colacchio rifiutare di consegnare i documenti di identità e dichiarare più volte di voler parlare con un magistrato, perché la Polizia non sarebbe “niente e nessuno” e anzi gli agenti starebbero violando la Quarta Convenzione di Ginevra (quella che tutela i civili in tempo di guerra).

Alla fine, Vito Colacchio procede a un’identificazione verbale di sé e del figlio sequestrato (presentandosi con la formula “Vito nato Colacchio”), mentre la moglie si rifiuta e insulta l’ex marito per aver dato le proprie generalità.

Ma cosa significa tutto ciò? Pignatiello e Colacchio fanno parte del movimento italiano della “sovranità individuale”, ovvero quel qualcosa che li sottrarrebbe all’obbligo di sottostare alle leggi dello Stato italiano e che nella pratica si rifà a una teoria del complotto giuridico-economica spesso mescolata ad elementi new age.

L’11 maggio, sul canale YouTube di Esseri Umani Ufficio Operativo—una delle sigle del sovranismo, insieme alla One People's Public Trust nel mondo anglosassone, e alle italiane Popolo Unico, Popolo della Madre Terra—appare un altro video. L’uomo che parla si presenta come “Andrea nato Castellani, nativo italico, essere umano, uomo libero e sovrano di origine veneta e umbra dall’Ufficio Operativo Esseri Umani.” Dietro di lui ci sono i tre figli maggiorenni della coppia arrestata—che sommati ai quattro minorenni fanno sette: “una famiglia numerosa, come i veri nativi italici,” sempre secondo le parole di Castellani. I tre, spiega, non sarebbero più “cittadini italiani, perché hanno ricusato la cittadinanza in toto, cioè tutti quanti,” e ognuno di loro sarebbe quindi “amministratore del trust istituito senza il loro consenso all’atto di nascita.”

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Castellani mostra poi una “documentazione scritta”, cioè un foglio scritto a mano in corsivo con le firme dei tre figli e loro ditate/impronte digitali in inchiostro rosso, e si definisce “uomo naturale nella legge naturale” che ha ricevuto per “autorizzazione da tutta la famiglia per diritto di ius sanguinis” il titolo di “procuratore speciale con incarico speciale internazionale”, cosa che gli permetterebbe di annullare l’atto di arresto—che viene mostrato nel video con sopra dei timbri in inchiostro rosso che recitano “atto annullato” e “prova di reato”—rilasciato nei confronti delle due “finzioni giuridiche” di Vito Colacchio ed Elena Pigniatello.

I due, in quanto “nativi italici, esseri umani che hanno disconosciuto la cittadinanza italiana,” non dovrebbero sottostare a quella che chiama la “Republic of Italy” e al Tribunale di Torino, due “aziende che non hanno giurisdizione” nei loro confronti. Sottolinea in particolare come “Vito Colacchio si scrive tutto in minuscolo” (così come il nome di ogni “nativo italico” ed “essere umano”) perché “non è un soggetto giuridico e non è persona fisica”, cosa che secondo lui avrebbe “un bel significato, soprattutto per i magistrati che lo sanno, sanno di cosa sto parlando.”

Il 14 maggio un altro video annuncia l’inizio di una “raccolta di consenso popolare”—cioè di una raccolta firme—per la liberazione dei due “nativi colacchi,” definiti “ostaggi” in base alla “violazione delle leggi soprattutto internazionali ratificati con la legge 718 del 26 novembre 1985 che è la convenzione contro la cattura degli ostaggi.”

Infine, il 15 maggio, Castellani è stato intervistato su Radio 24 dal programma La Zanzara. Da quanto si deduce dall’intervista, i due “nativi colacchio” sono ancora incarcerati alle Vallette di Torino, e i figli minorenni sono stati riaffidati ai servizi sociali.

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