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Tecnologia

La nuova app italiana per la burocrazia sembra un sogno

Pubblica amministrazione digitale? Presto? Sul serio?
Giulia Trincardi
Milan, IT
Immagine via: IO Italia

La burocrazia italiana non è esattamente la cosa più intuitiva e pratica del mondo. Esistono dozzine di sportelli, enti, uffici adibiti e numeri verdi che squillano all’infinito, e spesso è necessario passare da più di uno di questi porti per compiere operazioni apparentemente banali.

Il tutto senza contare il fatto che i procedimenti possono variare da regione a regione o da comune a comune (di recente, per esempio, dopo uno sfacelo di click su e giù per i siti dell’amministrazione lombarda, ho imparato che a Milano le spese sanitarie funzionano in modo molto diverso rispetto all’Emilia Romagna) e che, in generale — dalle multe per divieto di sosta al ritiro di qualche referto medico — le tempistiche si rivelano quasi sempre estenuanti.

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Ora, un progetto lanciato dal Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio si propone di semplificare la gestione di tutta una serie di pratiche amministrative, introducendo una app apposita, chiamata IO.

Immagine via: IO Italia

IO è il frutto dei 18 mesi di lavoro della prima commissione del Team e non è ancora disponibile negli app store — la fase di closed beta test, dove la app sarà implementata per alcuni servizi e coinvolgerà i cittadini solo parzialmente, inizierà questa estate — ma sul sito di lancio si legge che presto, grazie alla app, “ogni utente potrà chiedere e conservare documenti e certificati, accettare ed effettuare pagamenti, ricevere comunicazioni, messaggi e promemoria.”

In pratica, l’app funzionerà come una sorta di aggregatore di una serie di sistemi e servizi digitali nuovi o già esistenti — come il sistema di pagamenti digitali pagoPA (a cui collegate la carta di credito o paypal), l’anagrafe unica ANPR e il sistema di identità digitale pubblica SPID — tramite cui i cittadini potranno interfacciarsi in maniera immediata con la pubblica amministrazione, pagando le tasse per i rifiuti, controllando — non si sa mai — crediti e debiti con l’INPS, o consultando il proprio fascicolo medico, come immagina in un articolo su Medium Diego Piacentini, ex vice presidente di Amazon Italia e ora Commissario Straordinario del Team.

Il progetto si dichiara inoltre open source, “cioè tutto il processo di realizzazione sia della app che dell’infrastruttura è completamente pubblica,” scrive nel comunicato esposto sul sito Matteo De Santi, responsabile UX/UI e Product Design, “e chiunque può vedere come la stiamo portando avanti e darci una mano.”

Ovviamente, finché non potremo metterci le mani sopra è difficile capire se il progetto saprà mantenere le sue promesse, semplificando la vita dei cittadini italiani, o meno. Certo, vista da quaggiù, nel mondo surreale della burocrazia italiana attuale — digitale e non —, per ora la app IO sembra quasi un miraggio.

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