tomorrowland
Foto per gentile concessione di Mazda.

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Musica

Ho provato a scoprire se sono troppo vecchio per il Tomorrowland

Ho trent'anni e non ero mai stato a un festival EDM fino allo scorso weekend.

Quando, qualche tempo fa, ho saputo che da VICE cercavano qualcuno per un report dal Tomorrowland, ci ho riflettuto su per circa cinque secondi e mi sono subito offerto volontario. Fino a quel momento, l'unica cosa che sapevo in merito era che si trattava del più grande festival EDM al mondo e che io non ero mai stato ad un festival di quella musica in vita mia. Ho pensato: "se devo entrare nel mondo dei festival EDM, perché non partire dal migliore di tutti?"—nel caso in cui fosse scoppiato l'amore, sarebbe successo nel modo più potente possibile.

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Il mio rapporto con la musica EDM—che non è l'unico genere suonato al festival belga, ma quello con cui viene comunemente associato—è piuttosto limitato, praticamente inesistente. Di fatto, non ho compreso del tutto quali siano i confini del genere, a partire dal nome stesso: non è un po' ampia come categoria quella della "musica dance elettronica"?

L'altra cosa che sapevo dell'EDM era che piace ai giovanissimi, quindi il Tomorrowland sarebbe stato pieno di persone con in media dieci anni in meno di me. Dato che mi capita raramente di entrarci in contatto, e ancora più raramente di entrare in contatto con i loro rappresentanti del Nord Europa, il viaggio mi sembrava un'ottima occasione per colmare anche quella lacuna. Così, mi sono armato di coraggio e, sabato 22 luglio, mi sono imbarcato su un aereo diretto a Bruxelles per prendere parte al più grande festival di un genere musicale di cui non sapevo nulla con un pubblico che probabilmente non avrei capito.

tomorrowland 2017 location

L'arrivo è stato sconvolgente: solo una volta raggiunto il festival ne ho compreso le dimensioni. L'area dei concerti infatti si estende all'interno dell'immenso parco De Schorre, nelle Fiandre, nei pressi della cittadina di Boom, in provincia di Anversa. Lo spazio ospita laghi artificiali (in cui è vietato fare il bagno per il pericolo di contaminazione con cianobatteri) e, attorno a questi, ben 16 palchi con scenografie pazzesche. Quest'anno il tema era una rielaborazione EDM dei circhi di fine Ottocento. Ogni palco era impreziosito da fuochi d'artificio, macchine del fumo e sputafuoco, fontane d'acqua e coriandoli. Adesso capisco perché lo chiamano la Disneyland dei festival di musica elettronica.

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Tra questi c'è il Mazda Sound of Tomorrow Island Stage, palco galleggiante su cui si esibiscono DJ emergenti che, si spera, un giorno occuperanno il Main Stage. Prima di raggiungere il parco De Schorre, la stessa azienda automobilistica, che ha invitato me e altri giornalisti, youtuber e influencer da tutta Europa, ci ha portati a visitare il suo stabilimento belga dove abbiamo testato i suoi impianti audio per le auto firmati Bose, gustato cibi da tutto il mondo con il DJ Lost Frequencies (testimonial di Tomorrowland per il marchio) e viaggiato sul sedile passeggero delle sue auto più potenti e veloci (quest'ultima esperienza l'ho lasciata agli altri perché temevo conseguenze sgradevoli dopo aver gustato abbondantemente i cibi di cui sopra).

tomorrowland 2017 fans crowd

Non avevo mai avuto il piacere di passare una giornata interamente circondato da influencer e youtuber da tutta Europa. Ho scoperto che si tratta di una categoria davvero affascinante e piena di talento. Il mio personaggio preferito è Robert di Bucarest, attore di action movie rumeni, giornalista musicale, ma anche, per l'appunto, influencer attraverso il suo profilo Instagram noto come DaddyCool in cui celebra la sua vita di giovanissimo papà alla moda.

Mi sono sempre trovato sostanzialmente d'accordo con la tesi di questo articolo che sottolinea come il differenziare l'esperienza offerta agli avventori dei festival in base alla fascia di biglietto costituisca, in qualche modo, un attentato al senso di unità che queste manifestazioni dovrebbero generare nei partecipanti. Ma il fatto è che non ero mai stato invitato in uno spazio esclusivo (nel mio caso la Mazda Zone) da cui poter ammirare il palco principale del festival, con cibo e bevande a volontà a disposizione, toilette in spazi più intimi e soprattutto un tetto sotto cui ripararsi dalla pioggia torrenziale che a fasi alterne inondava il parco.

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tomorrowland 2017 mazda stage

Mazda Sound of Tomorrow Island Stage.

Così mi sono goduto tutto il festival dall'ultimo piano di uno dei due edifici di fronte all'anfiteatro su cui si affaccia il palco principale. Nell'alta struttura che vibrava per la potenza dei bassi avevano sede anche saune e ristoranti. L'influsso contemporaneo di tutti questi elementi ha fatto sì che optassi per la poco coraggiosa scelta di concentrarmi sul punto di vista privilegiato verso il main stage che il destino e il mio pass stampa mi avevano concesso.

Avendo relegato l'esplorazione degli altri palchi nei rari momenti di assenza di precipitazioni, mi sono potuto godere le esibizioni di Angemi, Timmy Trumpet, Yves V, Netsky & Script, Armin Van Buuren, e il gran finale di Alesso.

tomorrowland 2017 main stage

Dopo questa full immersion nell'EDM ho capito che si tratta di un genere musicale poco adatto a uno come me, che ha bisogno di un po' più di tempo per lasciarsi andare rispetto agli altri. Di solito, quando mi capita di ascoltare un DJ set di qualsiasi altro genere, ho bisogno di un tempo che può aggirarsi sulla decina di secondi per azzeccare le mosse giuste in modo da abbandonarmi al groove per qualche minuto. La natura dei DJ set EDM non mi consente questo agio.

La sequenza utilizzata dai DJ EDM, piuttosto, è la seguente: accenno del tema principale di un brano pop più o meno famoso e successiva trasfigurazione dello stesso brano in chiave dance con moltissimi effetti elettronici (come da nome) per creare un climax in cui tutto porta a un momento di massima esplosione, il cosidetto drop, in cui la cassa e il basso con l'effetto wobble (marchio di fabbrica del genere) fanno scatenare il pubblico. Stop. Poi parte un altro brano. Questo ciclo viene ripetuto in maniera continua lungo tutto un DJ set, rendendolo così per le mie scarse competenze ginniche più impegnativo di una partita di ping pong giocata contro tre avversari diversi.

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tomorrowland 2017 crowd fans

Ve lo garantisco: ci sono poche cose più alienanti che ritrovarsi in mezzo a una folla di centinaia di migliaia di persone che cantano a squarciagola un ritornello con le lacrime agli occhi, e rendersi conto di non aver mai sentito quella canzone prima di allora. Per fortuna a intervalli regolari venivano inclusi brani che conoscevo benissimo come "Children" di Robert Miles, "Narcotic" dei Liquido e "Seven Nation Army" dei White Stripes, immagino per far sentire un po' più a proprio agio i vegliardi come me. Bisogna notare che queste canzoni sono state usate praticamente da tutti i DJ. Ogni volta il pubblico si gasava come se fosse la prima.

Qual è il segreto che si nasconde dietro all'EDM? Ci sono forse delle sfumature che non riesco a cogliere? Forse non riesco a cogliere l'entusiasmo incontenibile dei popoli del Nord o dell'Europa Continentale per l'arrivo dell'estate? È possibile che un giorno rivaluterò questa musica come mi è già successo in passato con altri generi che non riuscivo proprio ad ascoltare? Perché non riesco a godere del divertimento puro e semplice ma mi limito ad osservarlo da lontano? Mi lamento troppo? Sono forse uno snob con la puzza sotto il naso?

tomorrowland 2017 mazda stage

Mazda Sound of Tomorrow Island Stage.

Non sono riuscito a rispondere a queste domande. Dopo la mia giornata al Tomorrowland il mistero dell'EDM resta per me sempre un mistero. Ma credo di avere colmato almeno in minima parte il gap che mi separa dai suoi fan. In effetti, l'atmosfera magica di fratellanza (e non favorita dall'assunzione di additivi chimici) è un dato di fatto che dimostra quanto si dice comunemente in giro: l'esperienza del Tomorrowland va vissuta almeno una volta nella vita al di là della musica che si ascolta.

Questo stesso spirito è stato riconosciuto da niente poco di meno che Ban Ki-Moon, il quale, nel 2015, ha premiato il festival in occasione del suo decennale. Come ebbe a dire in quell'occasione, Tomorrowland simboleggia "gli stessi valori fondanti dell'Onu: dignità, rispetto, diversità e solidarietà". E io non sono nessuno per negare l'autorevolezza dell'ex segretario generale delle Nazioni Unite. Forse, però, la prossima volta, farei meglio a portarmi dietro degli amici con cui condividere l'esperienza.

Tutte le foto per gentile concessione di Mazda.

Federico scrive per Motherboard. Seguilo su Twitter: @spaghettikraut.

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