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Musica

E se Bach fosse stato un rapper?

La vita di uno dei più grandi compositori di sempre, in fondo non troppo lontano da gente tipo Kanye o 2Pac.
Disegni dell'autore.

Quando droppi un beat, lo puoi fare in molti modi. C'è chi preferisce la chiarezza di lineari melodie e chi invece mira alla complessità strutturale del pezzo, sovrapponendo sonorità che opportunamente affiancate buttano giù muri e palazzi. Poi ci sono i king, i master: gli artisti per cui tra un mandolino e un'orchestra di cinquanta archi non vi è alcuna differenza e comunque vada le mani in cielo s'alzeranno. State leggendo di uno che ha vinto, state leggendo di lui, Don Jo: JOHANN SEBASTIAN BACH. 1685: Turingia, allora parte del Sacro Romano Impero (terra senza internet e Spotify). Il 31 marzo di quell'anno, ad Eisenach, da una famiglia costruita su sette generazioni di musicisti nasce il nostro campione. La sua è una partenza in discesa: il padre, Ambrosius, ricopriva a quei tempi la carica di Musicista Civico e aveva il compito di organizzare la musica a carattere profano della città. Diciamo le cose come stanno: faceva il DJ. Come da tradizione, il figlio, palesemente portato per la musica, imparò proprio dal padre i primi rudimenti di violino e clavicembalo. Da tenere presente che il clavicembalo di allora è un po' come la chitarra di oggi: se non la sai suonare non sei nessuno (ma non troppo).

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1694: muore la big mama di Don Jo, e dopo soli otto mesi pure il padre. Pare tutto un oblio quando entra in scena un grande uomo: il fratello maggiore di Jo: CHRISTOPH (Chri$$ per la scena). Ospitato da quest'ultimo, Sebastian vince una borsa di studio e comincia a frequentare la scuola dei ricchi di Lüneburg, dando a tutti i suoi rivali MCs una grande lezione: ANCHE I CATTIVI VANNO A SCUOLA.
Amplia le sue conoscenze, non solamente in campo musicale, e comincia a gestirsi qualche viaggetto nelle cities vicine. Amburgo fu una delle sue preferite, città nella quale si recava spesso per ascoltare il meraviglioso Reincken, organista della chiesa di Catharinekirhgdncjsqoeuriwoj. Attorno al 1703, Don Jo, con ormai notevoli esperienze d'ogni tipo, venne assunto come musicista di corte ed organista nella cappella del duca di Weimar, periodo durante il quale iniziò pure a tenere lezioni di musica. A suo parere fatturava come un animale, ma l'incarico lo lasciava insoddisfatto. Nel giro di pochi mesi cominciò allora a cercare la sua fortuna altrove, demotivato anche dai contrasti che ebbe con i suoi studenti culminati con un'aggressione subita da parte di un fagottista: RAGA STATE LONTANO DAI FAGOTTISTI.

Poi succedono tante cose: 1) Bach parte e A PIEDI percorre quattrocento chilometri per raggiungere Lubecca, dove si sarebbe (e si è) tenuto il concerto di una leggenda dell'epoca: Buxtehude. Estasiando il Don, quest'ultimo suonò per due giornate consecutive con un'eccezionale orchestra di oltre quaranta musicisti: praticamente un rave. 2) Bach si trasferisce a Mühlhausen e suona per mille persone MA NON PRIMA DI AVER SPOSATO LA CUGINA. 3) Bach torna, nel 1708, a lavorare presso la corte ducale, questa volta con l'aggiunta dell'incarico di comporre musica affiancato da tutta la crew degli strumentisti di corte. In tale ottimo clima di produttività artistica, Don Jo forgia uno dei suoi album d'oro che riecheggiano ancora nel nostro presente: IL CLAVICEMBALO BEN TEMPERATO (e che quasi gli fece guadagnare un Emmy Award). Si sta parlando di quarantotto hits tra preludi e fughe che forse più di ogni altra opera trasmettono al pubblico l'affetto di Bach per la musica contrappuntistica, esplorando scale e tonalità in un lavoro magistrale reso possibile anche grazie agli incredibili strumenti messi a disposizione della corte. 4) 1717: dopo un concerto di Marchand (eroe che suonava anche per Luigi XIV) a Dresda, Bach propone al suddetto una gara d'improvvisazione all'organo: una battle in freestyle. Marchand entra in para e senza dire niente a nessuno fugge nella sua umile Francia (MUTOOOOOOOO). 5) Muore la prima moglie; ne sposa una seconda l'anno dopo. 6) Si esibisce in una delle prime cattedrali a cui si affezionò (Catharinekirchsmvnbsksowiorut) e questa volta è Reincken (lo ricordate?) ad ascoltare lui. Don Jo gli dedica una variazione di una delle sue opere e Ricky mette mi piace e commenta "Credevo che quest'arte fosse morta, ma vedo che vive ancora in voi!".

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Nel maggio 1723, dopo infinite audizioni, Don Jo divenne Cantor et Director Musices della cattedrale di Lipsia, città nella quale si trasferì. Compose cantate per moltissimi eventi e festività, mentre nei giorni feriali insegnava musica agli studenti che gli giungevano. Sono questi gli anni del Magnificat e della Passione secondo Matteo: due bombe che definire semplicemente "cantate" è davvero davvero triste: originalità drammatica e diretta evidenza espressiva, preferite ai difficili simbolismi che caratterizzavano la maggior parte delle opere di Sebastian, rendono la prima traccia decisa, quasi teatrale; varietà stilistica e meritatamente spavalda esibizione di incredibili doti inventive e tecniche rendono il secondo pezzo, il Magnificat, un'elaborazione musicale da panico. Se fossero stati dischi, sarebbero stati doppi-platino. A Lipsia assunse anche la direzione della società musicale Collegium Musicum, per la quale compose diverse cantate di carattere non sacro (tornando sulle orme da disc jockey del padre). Va notato che nonostante Don Jo non abbia lasciato trattati o testi didattici non ci fu praticamente alcun periodo della vita che non dedicò anche ai suoi apprendisti.

Dopo un ictus e dei disturbi circolatori che impedivano le normali condizioni di pressione interoculare per effetto di una ipertensione arteriosa (leggi "è diventato cieco") Don morì il 28 luglio 1750, all'età di 65 anni, lasciandoci l'immensità della sua arte ED I SUOI VENTI, GIURO VENTI, FIGLI.

Sebastian è oggi ricordato da tutti per aver espresso al meglio il connubio tra i differentissimi top sound dell'epoca: la decorata musica tedesca featuring la semplicità melodica italiana. Così vogliamo ricordarlo noi, cercando di trasmettere l'idea di musica sentita ed emozionata a più anime possibili ed insistendo particolarmente tanto con Anna Tatangelo. Puoi scrivere una mail a Stefano o dare un'occhiata al suo sito. Segui Noisey su Instagram e Facebook.