Ho cercato di farmi venire gli addominali in 80 giorni
Foto del prima e del dopo di Nicole Bazuin.

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Ho cercato di farmi venire gli addominali in 80 giorni

E mi sono incasinato la vita.

Da un po' di tempo su internet gira questa foto di Hugh Jackman. Mette a confronto il fisico di Jackman nel primo X-Men con quello di uno degli episodi successivi. Nella prima immagine l'attore è abbastanza muscoloso, e ha la pancia piatta. Nella seconda sembra un cartone animato. È pieno di vene e ha il busto che sembra una V disidratata. Ci sono foto analoghe anche di The Rock, prima e dopo Hollywood. Chris Evans ne I fantastici quattro e Chris Evans in Capitan America. Anche di Paul Rudd, che ha basato la sua carriera sull'interpretazione di personaggi sbracati, esistono foto "prima e dopo". A Hollywood negli ultimi dieci anni si sono visti moltissimi attori cambiare in modo impressionante, proprio in coincidenza con l'invasione dei film di supereroi.

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L'esempio migliore è Chris Pratt. La trasformazione di Pratt per Guardiani della galassia ha dominato la comunicazione promozionale del film: da pancetta a corpo sexy, da comico in carne a protagonista cesellato. Ci hanno ripetuto per mesi che prima della tartaruga, l'attore poteva sfruttare il suo corpo anzitutto come battuta. Se è da un po' che non vedete le foto (o le gif) del Pratt dei tempi di Parks and Recreations, cliccate su uno dei link. Sorpresi? Nonostante quello che ci hanno fatto credere, sembra un tipo normale. Il Pratt pre-Starlord sta meglio senza maglia di molti uomini di mia conoscenza. Se quello è un tizio grassottello, che dire di noialtri?

come farsi venire addominali

Ho sempre avuto problemi di peso, crescendo. Con l'adolescenza sono arrivato a più di 100 chili e già a 11 anni mi avevano affibbiato il terribile soprannome di tettine. Negli anni successivi ho avuto disturbi alimentari piuttosto gravi. Il peso è diventato una fissazione e ricordo distintamente il giorno in cui mi sono reso conto di non avere più le maniglie dell'amore come il migliore della mia adolescenza. Ho passato ore e ore a parlare con i miei analisti della mia immagine, ma ancora oggi nel modo in cui mangio riscontro alcuni effetti del disturbo alimentare che fu: dalla dipendenza dalle bibite "zero" alla capacità di finire in un attimo un pacco di patatine di dimensioni insensate. Questo complica ovviamente la mia relazione con il cibo e l'esercizio fisico, e nei momenti più cupi baso ancora la mia autostima sull'aspetto che ho da nudo.

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Quest'anno, però, durante una ricerca per un articolo sono finito nel buco nero dei video motivazionali di fitness. Per ore, ho guardato persone ex grasse parlare delle gioie della loro nuova forma. Pseudo-scienziati vendere pillole e frullati. Monologhi tratti da film doppiati male su colonne sonore nu-metal. Questa esperienza mi ha lasciato con il dubbio di cosa bisogna fare davvero per cambiare il proprio corpo. Fino a quel momento mi ero rassegnato all'idea che gli addominali fossero una cosa che succedeva solo agli altri, come essere famosi e ricambiati in amore—ma ora, ora volevo sapere se impegnandomi sarei riuscito a ottenere un six pack, o anche solo ad andarci vicino.

Sono tornato più e più volte su quei video e ho cominciato a fare ricerca su siti di diete e consigli nutrizionali. Quando ho introdotto l'argomento agli amici, mi hanno guardato un po' incerti. Avevano paura che costringermi a perdere peso in un determinato lasso di tempo, e mettermi alla prova in questo senso, mi avrebbe ficcato in una situazione pericolosa. Mi hanno suggerito un approccio più pragmatico e meno restrittivo, ma la verità è che avevo già passato tutta la mia vita da adulto a tentare approcci più facili. Avevo già tentato la via della palestra un paio di volte a settimana. Avevo bevuto frullati proteici. Avevo scaricato video di yoga promossi da ex lottatori e anche testato Insanity, un programma che per quel che ho capito promuove la perdita di peso come frutto di un mix tra mentalità positiva e saltelli.

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La mia app Fitness Pal.

Dopo mesi di rimuginazioni, ho finalmente deciso che ci avrei provato. Ho deciso che in 80 giorni sarei arrivato ad avere gli addominali, e nel corso delle successive 11 settimane e mezzo ho raggiunto la forma migliore che ho mai raggiunto in vita mia. Sono anche riuscito ad alienarmi da tutte le persone a me vicine, a causare danni irreparabili alle mie relazioni più profonde, e a cagarmi addosso. Due volte. Quello che segue è un resoconto di quegli 80 giorni.

Prima settimana: 95 kg. 22,3 percento di grasso corporeo.

Per questa trasformazione ho chiesto l'aiuto del fitness coach Geoff Girvitz. Girvitz è uno dei proprietari di Bang Fitness, e lo conosco da molto tempo. È paziente, saggio e arguto. Come il maestro Kesuke Miyagi se fosse un personaggio di Wes Anderson. Se c'era una persona che poteva farmi raggiungere i miei obiettivi, era lui.

Quando l'ho contattato, Geoff mi ha detto che normalmente non avrebbe accettato un progetto simile. Come i miei amici, anche lui è per un approccio sul lungo termine, per dare ai suoi clienti gli strumenti e le abitudini di fitness e dieta necessarie a un cambiamento duraturo. La soluzione immediata che chiedevo io era abbastanza irrealistica. Mi ha detto che sarebbe stata più un'esperienza educativa che una tartaruga. Comunque, mi avrebbe creato una fitness routine ad hoc e una rigidissima dieta, con la clausola che gli avrei sempre, sempre detto la verità durante quei mesi.

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Quando gli ho confessato che avevo sofferto di disturbi alimentari, mi ha bombardato di domande. Perché volevo gli addominali? Ho buttato lì qualche cazzata che mi ero preparato sulla dedizione e la necessità di uscire dalla mia comfort zone. Cosa avevano, secondo me, le persone con gli addominali che io non avevo? Ho detto che volevo essere più attraente e migliorare la mia vita sessuale. Stavo riversando sugli addominali tutte le aspettative di ottenere fiducia in me stesso? Oh, certo, cioè forse, ma non colleghiamo tutti la nostra fiducia in noi stessi a cose a caso? Ha scosso la testa e si è messo a ridere. Mi ha chiesto di salire sulla bilancia.

La bilancia di Bang Fitness è lucente e metallica, connessa a un computer che sembra venire contemporaneamente dal passato e dal futuro. Quando ci sali, fa un "ping" giocoso. Sul computer compaiono grafici che mostrano il tuo peso, la percentuale di grasso corporeo, e la massa muscolare. I grafici vengono stampati e ti vengono consegnati come souvenir. Al giorno uno, il mio peso era di 95 chili. Il grasso il 22,3 percento. Geoff mi ha detto che non avrei mai ottenuto gli addominali a meno che non fossi riuscito a dimezzare il mio grasso corporeo. Io ho cominciato a pensare a quale sarebbe stato il mio aspetto, ma poi mi sono distratto a un nuovo "ping" della bilancia.

Il giorno dopo si scattava il "prima" con la fotografa Nicole Bazuin. Annoiata dall'estetica tipica degli scatti di moda, Bazuin mi ha consigliato di aggiungere un 'tema' alla foto. Abbiamo deciso che il tema era il cibo spazzatura. Nel corso delle due ore successive mi sono rovesciato addosso buste di doritos. Ho spinto fuori la pancia e mi sono buttato addosso dell'aranciata. Abbiamo cambiato posture e spostato le luci perché mi facessero sembrare il più brutto possibile. L'obiettivo era che sembrassi inchiavabile. Di per sé è stato molto divertente. In ogni foto, fino a quel momento, avevo cercato di venire bene. Cercare posture orrende e rendermi terrificante è stato liberatorio. Mentre mettevamo a posto, ero di buon umore. Ma quando Nicole mi ha mandato le anteprime, l'umore è decisamente cambiato. Non so cosa mi aspettassi, ma erano grottesche. Ho cercato di ricordare a me stesso che era proprio quello il punto, ma dentro di me ero terrorizzato: forse era tutto un errore?

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Terza settimana: 93,9 kg. 20,5 percento di grasso corporeo

Ci vogliono 45 minuti ad arrivare da casa mia a Bang Fitness. Sei giorni alla settimana mi svegliavo alle 7.30 e mi pigiavo con i pendolari su un bus, poi su una metro, poi su un tram. Quando infine arrivavo in palestra passavo un'ora e mezza a sollevare cose pesanti. A volte spingevo dei carichi o stavo in plank finché non mi ricordavo nemmeno più come fosse non stare in plank. Tutto quello che mangiavo finiva in una app sul telefono in modo che ogni mia singola scelta di tempi, modi e preferenze alimentari potesse essere poi analizzata e migliorata. La mia passione per il cibo è stata rimpiazzata da una funzionalità da robot.

Prima di cominciare questo progetto, non mi rendevo conto di quanta parte della mia vita sociale ruotasse intorno a cibo e alcol. Fuori dal lavoro, le mie interazioni con gli altri esseri umani avvengono al ristorante o al bar. Se l'aspetto di effettivo consumo alimentare è secondario in queste occasioni di interazione, astenermi da determinate cose—l'alcol è bandito dal mio piano alimentare e non posso mangiare tanti carboidrati—mi isolava in un modo che non avrei mai immaginato. E questo era evidentissimo nel rapporto con la mia ragazza. Anche lei scrive, ma odiava questo mio nuovo progetto. Le nuove abitudini mi impedivano di frequentare moltissimi luoghi generalmente deputati agli appuntamenti. La mia dieta faceva aumentare il numero e la gravità delle litigate serali. Cucinare a casa significava cucinare due cose diverse.

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Un mattino stavo scendendo dal letto per andare in palestra, quando lei ha deciso di metterla giù chiara: le andavo bene com'ero. Mi ha detto che sembravo stressato e stanco. Si chiedeva se stessi facendo una cosa salutare e se avrebbe dovuto preoccuparsi per me. Io l'ho baciata sulla fronte. Dovevo andare. Non volevo perdermi l'appuntamento con il personal trainer.

Quinta settimana: 93,4 kg. 21,0 percento di grasso corporeo.

La quinta settimana mi sono cagato addosso. È successo senza preavviso. Stavo portando a casa la biancheria lavata—andare in palestra sei giorni a settimana significa fare continui bucati—e all'improvviso l'ho semplicemente fatta. Niente esplosioni. Niente suoni. Lo stronzo—in senso molto letterale—è scivolato fuori e mi si è depositato nelle mutante. Mentre sgambettavo a piedi larghi verso casa cercavo di capire cosa fosse successo. Cosa, nella mia nuova dieta, mi aveva fatto cagare addosso. Era stato il cavolo nero? Le proteine? Lo stress? Mi sono anche chiesto se magari è normale cagarsi addosso quando stai cercando di avere la tartaruga. Forse potevo monetizzare. Cagarti addosso serve. Come perdere peso perdendo il controllo delle budella.

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Ho cercato di riderci sopra, ma la vergogna che avevo provato in quel frangente si era sommata a quella della nuova pesata. La percentuale di grasso era cresciuta. Nei tutorial YouTube questo dipendeva da errori: un paio di serate fuori a bere, una festa aziendale, o una pizza intera sbranata in un giorno di sconforto. Ma io non avevo fatto errori. O almeno, niente che mi sembrasse così evidentemente un errore. Non avevo perso sedute di allenamento, prendevo le mie vitamine, e l'unica "abbuffata" che avevo fatto era stata una manciata di biscottini allo zenzero. Ci avevo messo tutto il mio impegno. Avevo perso mezzo chilo.

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Settima settimana: 92,5 kg. 19,4 percento di grasso corporeo.

Geoff e io ci siamo visti tutte le settimane. Avevamo un vero e proprio copione. Lui guardava i grafici e intanto io facevo battute sul fatto che avrei ucciso per un succo di frutta, che il pane mi mancava più dei parenti morti, che quando facevo gli squat mi sembrava che le gambe stessero cercando di emanciparsi dal corpo. Il tono dei nostri incontri era sempre amichevole e gioviale. Ma a metà progetto, c'è stata una svolta. Sono entrato nel suo ufficio per il nostro incontro settimanale. Ero sudato e stanco e sono collassato su una sedia, cercando di scherzare. Geoff si è zittito. Ha chiuso la porta alle mie spalle e poi ha cominciato a parlare.

Abbiamo cominciato con le buone notizie. Lasciando perdere un attimo l'obiettivo che mi ero prefisso, stavo andando benissimo. Mi ha fatto i complimenti per i cambiamenti nella dieta e per la mia costanza nell'allenarmi. Ha detto che ammirava la mia curiosità e la mia capacità di tenere duro. Poi siamo passati alle note dolenti. Se volevo anche solo sperare che mi si vedessero gli addominali nei tempi stabiliti, ero davvero indietro. Geoff mi ha fatto vedere l'app, indicando le cose sbagliate (Ti pare che in questo esperimento ci sia lo spazio per le calorie di integratori proteici al cocco?). Mi ha fatto notare che nelle ultime settimane avevo una pessima cera, e si chiedeva se essere così distrutto fosse un prezzo giusto da pagare per i risultati che mi ero proposto. Mi ha detto che potevo lasciar perdere, che nessuno mi avrebbe giudicato. Io gli ho spiegato nel migliore dei modi che mi riusciva che lasciar perdere non era un'opzione. Gli ho detto che se avessi lasciato perdere ora quelle foto del "prima" mi avrebbero perseguitato per sempre, a ogni allenamento. Ho fatto notare tutti i sacrifici che avevo già fatto per quel cazzo di esperimento e detto a Geoff che dovevano valer qualcosa.

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Geoff mi ha ricordato che la situazione in cui mi ero messo non era di normalità, e ha ripetuto quello che mi aveva detto all'inizio, che le trasformazioni corporee repentine ci danno una prospettiva sbagliata su quel che significa mettersi in forma. Poi mi ha chiesto ancora: perché volevo la tartaruga?

Non avevo una buona risposta. Se l'obiettivo di perdere peso era essere felice, non stava funzionando. Se era di migliorare la mia vita sessuale, non avrebbe dovuto allontanarmi dalla mia ragazza. E tutta la sicurezza in me stesso che avevo guadagnato si era volatilizzata quando mi ero cagato addosso. Non sapevo cosa sperare di ottenere, ormai. Sapevo solo che, per qualche motivo, era qualcosa che dovevo portare a termine.

È stato dopo quella conversazione che ho cominciato a pesare il cibo. E ad andare in palestra due volte al giorno.

Nona settimana: 90,4 kg. 18,1 percento di grasso corporeo.

Al mattino sollevavo pesi alla Bang. Alla sera facevo lo stair climber, mi proiettavo all'infinito verso l'alto, ora dopo ora, ma non andavo da nessuna parte. Mi sentivo come Sisifo. Lo stair climber stava in una palestra minuscola in un centro commerciale. Per arrivare alla palestra da casa mia passavo davanti a due posti che vendono ciambelle e un McDonald's. Il giorno che mi sono iscritto in palestra davano pizza gratis.

Tutto il cibo che mangiavo mi arrivava con un servizio di consegne fatto su misura per gli atleti: il mercoledì e la domenica spediscomo piccoli contenitori in plastica con dentro carne di bestie nutrite al pascolo e verdure verdi di cui non so pronunciare il nome. Il gusto è esattamente come ve lo immaginate.

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Il "progetto addominali" era diventato il mio scopo nella vita. La mia tabella di marcia dipendeva da cibo e palestra. La mia vita sociale era in standby, tranne un paio di sere a settimana quando, a orari indecenti, riuscivo a vedere la mia ragazza. Anche se, con le implementazioni al mio regime e le sue scadenze lavorative, anche quegli incontri erano diventati difficili. Mi sentivo solo. Avevo sempre fame e mi innervosivo in un attimo. Comunque, funzionava. Per la prima volta in anni e anni ero a 90 chili. Le maniglie dell'amore cominciavano a scomparire e sulle zone in cui prima ero più grasso comparivano le smagliature.

Una sera dopo una sessione notturna di allenamento ero solo nello spogliatoio. Mi sono fatto la doccia, poi sono rimasto nudo di fronte allo specchio per qualche minuto. Era la prima volta da quando ho cominciato il progetto che mi osservavo davvero. Dopo tutti quegli sforzi—un sacco di sforzi—quello che mi fissava dallo specchio era un uomo in relativa forma. Deludente. Mi sono messo di lato e ho risucchiato la pancia, cercando con lo sguardo le costole proprio come facevo quando vomitavo dopo i pasti. Sul muro viola di fianco allo specchio c'era una scritta enorme che dice judgment free zone.

Decima settimana: 85 chili. 17,2 percento di grasso corporeo.

Alla decima settimana mi sono di nuovo cagato addosso. Per gli ultimi giorni del progetto Geoff mi ha fatto seguire da un medico che lavora con i bodybuilder. Al telefono il medico mi ha esposto i punti di questo nuovo piano. Soprattutto petto di pollo, spinaci e paura. Avrei continuato ad allenarmi due volte al giorno, e mi sarei pesato ogni giorno per valutare i progressi.

Il secondo giorno di questo nuovo programma, dopo aver ingurgitato un milkshake di polveri proteiche e verdure, sono andato in palestra per fare gli squat. Dovevo fare questi maledetti squat con un bilanciere. Se la cagata precedente era avvenuta come un sussurro, quella è stata un urlo umido. Sono corso in spogliatoio e ho fatto la doccia.

Il nuovo piano nurizionale prevedeva meno di 1300 calorie al giorno. Mangiavo un sacco (250 grammi di proteine e 30 grammi di carboidrati al giorno) ma comunque era come avere di nuovo un disturbo alimentare. All'inizio mi era sembrato che tutto questo fosse difficile, ma possibile. Costringermi a fare palestra e digiunare mi sembrava una forma socialmente accettabile della mia malattia. Il giorno che mi sono cagato addosso ho anche postato una foto dalla palestra sui social. Mi hanno messo un sacco di like. Un sacco di gente mi ha detto che stavo benissimo. Mi ha fatto sentire bene.

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Foto di Geoff Girvitz.

Undicesima settimana: 82 kg. 15 percento di grasso corporeo.

Arrivato all'ultima settimana avevo perso 13 chili e tagliato di un terzo il mio grasso corporeo. E comunque, non avevo gli addominali, nemmeno per sogno. Gli ultimi giorni prima della foto non riuscivo a dormire. Così ho cominciato a scrollare tra i video che avevano fatto nascere la mia ammirazione per le body transformation. Ho cercato di guardarne un paio, ma poi ho spento il telefono e sono rimasto steso al buio. Ho pensato ai commenti che sarebbero inevitabilmente comparsi sotto questo articolo. Ho pensato a quanto mi avevano aiutato i ragazzi alla Bang e mi sono preoccupato della cattiva pubblicità che avrebbero potuto avere. Non avevo niente, niente di positivo da dire sul mio corpo o sul tornare in forma.

Durante l'ultimo incontro, Geoff mi ha chiesto se con questo progetto avevo ottenuto quello che volevo. Ho cercato di sorridere, ma mi si leggeva in faccia la negatività. Ho dato a Chris Pratt dello stronzo. Geoff ha riso e mi ha dato un consiglio: la gente pensa che cambiare il proprio corpo sia un lasciapassare per curare l'infelicità, ma non lo è. Anche senza gli addominali, perdere tanto peso è una cosa di cui molti parlano e basta. Ero molto migliorato. Dovevo festeggiare. Mentre uscivo dal suo ufficio, mi ha dato un buffetto sul braccio e un biscotto alle proteine. Il giorno dopo c'era la foto del "dopo". Nicole, la fotografa, aveva preso tutte le misure necessarie ad assicurarsi che venissi il meglio possibile. Stavolta, per creare contrasto con il primo shoot, al posto dei doritos c'erano delle verdure. Prima di mettere tutto in ordine, l'assistente luci si è fatto un hamburger e un Kit Kat gigante. Con l'odore di fast food nell'aria, ho fatto le flessioni e cercato di concentrarmi sui consigli di Geoff. Nel bene o nel male, in un'ora il progetto sarebbe finito. In mutande, ho fatto luccicare i muscoli e il flash è scattato. Ho guardato l'anteprima. Non male. Mi sono sentito bene.

Foto "prima/dopo" di Nicole Bazuin. Segui Graham Isador su Twitter.