Ho chiesto a un'ex adepta di Un Punto Macrobiotico cosa vuol dire vivere nella famiglia di Pianesi
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Cibo

Ho chiesto a un'ex adepta di Un Punto Macrobiotico cosa vuol dire vivere nella famiglia di Pianesi

Abbiamo scoperto un mondo di sedute dai maghi, sale che inquina il cervello e complotti delle case farmaceutiche.
Andrea Strafile
Rome, IT

Il mito di Mario Pianesi, fondatore di Un Punto Macrobiotico e portatore della dottrina macrobiotica dal Sol Levante all’universo occidentale, sembra sgretolarsi come una divinità di terracotta.

Negli ultimi giorni, se vi foste imbattuti in un qualsiasi quotidiano, avreste appreso che il 77enne guru dell’alimentazione è stato ufficialmente indagato, insieme ad altre tre persone a lui vicine, dalla magistratura di Ancona per un corposo pacchetto di reati. Le accuse sono di associazione a delinquere con finalità di frode, riduzione in schiavitù con maltrattamenti e minacce, evasione fiscale e, ciliegina sulla torta (senza zucchero), molestie sessuali ai danni di alcune decine di adepte.

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“È ovvio che siamo davanti a una setta, nessuno l’ha mai nascosto. Voglio dire, se stai seguendo un regime alimentare stretto, senza alcool, fatto magari solo di riso integrale e qualche legume, ti è difficile anche solo uscire con gli amici, no?"

Passo indietro. Negli anni ’70 il signor Pianesi decide di sperimentare su se stesso - da autodidatta in possesso della licenza media - alcune tipologie di diete per combattere un personale male grave. Procedendo a tentoni, con il faro delle parole dello scrittore giapponese Georges Ohsawa, sconfigge la malattia e plasma quelle che sono le sue cinque diete dette Ma-Pi: dalla prima iper-restrittiva, adatta a casi particolarmente gravi, alla quinta che serve perlopiù a mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato. Il tutto nel nome della filosofia dello Ying e dello Yang e corredato da studi più o meno scientifici sugli effetti benefici di alcune diete per malattie come il diabete di tipo 2.

A ognuno la sua dieta, questo il mantra. Insieme a parole come: prodotti di qualità coltivati in maniera naturale. Territorialità. Policoltura intesa come cicli spontanei delle piante. Fosse solo l’alimentazione il tutto potrebbe anche filare liscio. Quello che lascia perplessi è il culto della figura del leader alla base - o meglio, il fatto stesso che alla base ci sia una dottrina religiosa un culto.

A fare da cornice a queste cinque diete ci sono infatti riti, rituali, regole e gerarchie. E
nemmeno il metodo agricolo funziona troppo bene: “Alzino la mano”, mi dice un agricoltore affiliato, “quei contadini che sono riusciti ad applicare davvero la policoltura Ma-Pi. Dicono che ne siano piene le Marche, ma non è vero. Ci sono forse due contadini in tutta Italia che la fanno”. Oltre al fatto che in molte regioni è il Punto Macrobiotico stesso a dettare il prezzo, spesso a svantaggio del contadino.

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Il movimento macrobiotico italiano e Un Punto Macrobiotico non sono solo realtà di cui ho fatto conoscenza per via indiretta. Ci sono stato, ci ho comprato prodotti e ho assaggiato i loro piatti unici ricchi di legumi, cereali e verdure. Non riuscivo a coniugare tutte le notizie di questi giorni con la figura di quest’uomo semileggendario che si era pure preso la laurea ad Honorem in medicina in Mongolia, oltre che onorificenze da Napolitano, Tara Gandhi e Fidel Castro per il suo aiuto in un progetto ospedaliero cubano. Non avevo bene idea di cosa fare, cosa scrivere, dove schierarmi e se farlo. Riportare la mera cronaca spesso catastrofista o cercare di capire il punto di vista interno? Così mi sono svegliato una mattina e ho chiamato un vecchio amico che la filosofia macrobiotica l’ha abbracciata per un periodo - finché non si è stufato e ha iniziato a girare il mondo. “Tu lo sai, tutta la mia famiglia era entusiasta”, mi dice il mio amico, che chiameremo Luigi. “Secondo me è abbastanza evidente che a incastrarlo siano state le case farmaceutiche a cui la sua filosofia alimentare sana era scomoda”.

E quindi tutte le accuse di maltrattamenti? Il fattore setta? “È ovvio che siamo davanti a una setta, nessuno l’ha mai nascosto. Voglio dire, se stai seguendo un regime alimentare stretto, senza alcool, fatto magari solo di riso integrale e qualche legume, ti è difficile anche solo uscire con gli amici, no? Il cibo è aggregativo, puoi farlo una volta o due di portarti un tupperware con del riso integrale a una cena, ma alla fine sarai inevitabilmente verso persone simili a te, che mangiano cose simili alle tue”. Ecco, la setta. Avevo un punto di partenza. Ma la visione aggregativa fatta di facce sorridenti strideva con l’immagine con cui i giornali hanno dipinto l’associazione. Si è parlato di riduzione in schiavitù, di ostacolo alla libertà attraverso un sistema di regole e prosciugamento dei conti nei modi più disparati, a partire dalle quote associative, fino ad arrivare ai ricavi di oggetti venduti ai mercatini. Pare che regnasse una sorta di inconsapevolezza nelle donazioni: nessuno ti diceva di farle, ma eri invogliato a farle per il bene del leader, della causa.

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"Se inizi a pensare con la tua testa è sicuramente perché hai mangiato troppo sale. Fino a quando mi hanno portato persino da una maga, perché che fai, vai dallo psicologo?"

Dopo la prima telefonata è arrivata la seconda, che si è trasformata in una tre giorni di messaggi e chiamate piuttosto frequenti. Diversi anni fa Beatrice - che chiamerò così per avermi accompagnato attraverso un mondo oscuro, e non perché sia il suo vero nome - ha avuto un problema di salute importante. Le cose erano due: o una terapia farmacologica altamente rischiosa, oppure qualcosa di alternativo. Ed è così che si è ritrovata a bussare alla porta di uno dei centri di Un Punto Macrobiotico. I medici le hanno dato della pazza, i macrobiotici l’hanno accolta. “La mia famiglia criticò quella scelta, credevano tutti che fossi ammattita. Al Punto mi hanno detto la dieta da fare, la Ma-Pi2, che è molto dura: semplificando si possono mangiare solo tre tipi di cereali, tre tipi di legumi e tre di verdure, senza né sale né olio. All’inizio ti cambia completamente gli assetti”, mi dice in tutta onestà. “Naturalmente c’è un primo stadio di fanatismo, sei dentro a questa cosa che ti fa sentire accettata. Sta di fatto che con quella dieta il mio problema non solo è sparito, ma le analisi del sangue andavano sempre migliorando. Oggi i miei bambini mangiano macrobiotico e anche le loro analisi sono perfette".

Le donne non vengono molto considerate, c’è una forte differenza di genere, non possono nemmeno tenere una conferenza

Quello che viene contestato alla setta, con la sua struttura piramidale i cui vertici rimangono sempre nebulosi, è il fatto che una volta entrati si venga chiusi in una scocca fatta di intimidazioni psicologiche sempre più pesanti. “Adesso mi sono staccata. Seguo comunque quel tipo di alimentazione, perché ho visto sul mio stesso corpo i benefici che porta. La differenza è che ora sono libera di scegliere se mangiare cose che prima non avrei potuto. Intendiamoci, nessuno ti chiude in una stanza obbligandoti a mangiare, ma l’energia che aleggia può portarti assolutamente a farlo. Alla fine io sono una persona intelligente, ma quanti non lo sono? Quanti sono deboli?".

“Quando entri ti ritrovi a parlare con il Capo Centro, che ti racconta la sua storia e quello che c’è dietro al movimento. Ti indica cosa fare, le regole da seguire e mano a mano le cose vietate: al di là del pomodoro (che è fortemente acido e di origine americana, quindi non si può mangiare, NdR), ad esempio, non puoi avere rapporti sessuali per tre anni col tuo compagno e non prima di esserti ripulito l’organismo (un anno di conoscenza, uno di amicizia, uno d’amore). Il medico capita di consultarlo, si è incoraggiati a fare screening in modo da tenerti sotto controllo e in modo che loro non abbiano grane, ma se lo fai non devi dirgli che sei macrobiotica. All’inizio è tutto idilliaco, ti senti accettato, ma poi ti perdi”, continua Beatrice come un fiume “Quello che ti dicono è ‘Tu sei malato, adesso pensiamo noi per te - non a, per. Se inizi a pensare con la tua testa è sicuramente perché hai mangiato troppo sale’. Fino a quando mi hanno portato persino da una maga, perché che fai, vai dallo psicologo?. La prima cosa che fai è questa sorta di vacanza di sette giorni in cui segui un sacco di conferenze e impari a cucinare e pratichi l’automassaggio, quindi ne rimani rapita e affascinata. Poi ti addentri, magari accetti di lavorare per il loro Punto. Inizi con un part-time e in un attimo ti ritrovi a lavorare a tempo pieno praticamente 7 giorni su 7 con una paga misera che non ti permette di pagare un affitto. Così spesso sono i Capi che ti inseriscono in una casa in cui si vive tutti insieme e in cui va a finire una parte di quel poco stipendio. Praticamente ti pagano e glieli restituisci. Le donne non vengono molto considerate, c’è una forte differenza di genere, pensa che non possono nemmeno tenere una conferenza che io sappia. Allora succede che a un certo punto, se ne hai la forza, esci fuori di botto. Così ho fatto. Le cose che ho letto in questi giorni mi sembravano incredibili, ma ora che ci penso le ho passate anche io. Ecco perché ho deciso di dare questa testimonianza. Per quelle persone che non hanno la forza di vedere e denunciare certe violenze". Lunga vita, macro-bios, macrobiotica.

Chi non la vuole? Chi non la brama, una vita lunga? Il problema è quello che ci fai, con quella vita lunga, e soprattutto quello che fai a chi la brama come te.

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