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Musica

Cosa ho visto al Sónar di quest'anno

Il nostro corrispondente da Barcelona ci racconta la sua maratona da club nel Sónar di quest'anno.

La settimana scorsa c'è stato tutto un parlare di gente che ADDIRITTURA è stata su per 24 ore di fila al festival Sónar. Uh! Che matti! Diciamo che io, inviato di THUMP al festival, non mi pronuncerò su quanto sono stato sveglio, tenterò di concentrarmi sui dati oggettivi.

Il Sónar, oltre che tutti i piccoli eventi non ufficiali che si tengono in quei giorni (quelli dell'off-Sónar), dura circa una settimana, quindi ho deciso di dedicarmi pienamente, corpo e anima, a tutto quello che è successo in quei giorni e tenere un diario delle cose fighe che ho visto, di quelle poco fighe e di quelle che non so ancora giudicare bene, in queste 120 ore a Barcelona.

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MERCOLEDì

Fino alla scorsa edizione, il mercoledì del Sónar era una parte dell'organizzazione Sónar-off, ma quest'anno si è guadagnato lo statuto di appartenenza ufficiale al festival, con eventi diurni e notturni. Purtroppo per me, non sono riuscito ad andare allo showcase di Maeve Records a El Monasterio, sarebbe stato un ottimo inizio, ma conoscendo più o meno il luogo in cui si è tenuto e dato che i Tale Of Us mi hanno già tirato alcuni colpi letali al cuore in passato, mi sento abbastanza qualificato per presumere che la situazione fosse, quasi certamente, una figata. In ogni caso mercoledì ho messo il mio assetto mentale sulla modalità "maratona," quindi sono andato alla serata di Feel My Bicep, Electric Minds e Mono_cult, che quest'anno, dal BeCool dell'Eixample, è stata spostata al Razzmatazz.

"…oddio, è al Razzmatazz" è una delle frasi più comuni per giustificare il poco entusiasmo dei clubber di Barcelona, che non vogliono confinarsi in un posto solitamente alienante. Per l'occasione, però, il club è stato riacchittato in maniera da risultare più agevole e quella di mercoledì è stata una delle serate più divertenti della nostra settimana. Siamo rimasti per la maggior parte del tempo nella main room in cui Bicep e levon Vincent se la padroneggiavano, mentre nell'altra stanza, che era una specie di sauna, ci abbiamo passato giusto il tempo di assistere a pezzetti di set di Move D—set durante il quale il barone di Heidelberg sembrava essersi rovesciato una bottiglia da due litri d'acqua in testa, da quanto era sudato. "Sono felicissimo" era la frase che ripeteva il mio amico durante il set di Bicep, soprattutto quando ci ha tirato quella mina di "Lovelee Dae" di Blaze. Da qualche parte, gli dèi del Sonar sorridevano, consapevoli del fatto che la magia era appena iniziata.

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GIOVEDì

La festa di Resident Advisor al sopracitato El Monasterio è stata la nostra prima tappa del giovedì e, nonostante le prodezze di Move D in versione asciutta e di Roman Flugel b2b Midland, il set di punta è stato quello di Talaboman, ovvero il b2b di John Talabot con Axel Boman. Il momento più figo è stato quando hanno infilato un beat pesissimo sotto "A Love Supreme" di John Coltrane, mentre assistevamo a uno splendido tramonto sulla città. Dato che siamo abbastanza affezionati a Glasgow, la nostra scelta è poi ricaduta sullo showcase di Numbers nella Sala Apolo. Ci siamo immersi in un set di Hudson Mohawke che descriverei come un ibrido tra R&B e trance, un po' troppo singhiozzante a mio parere. Jackmaster si è poi ripreso la scena nella successiva ora e mezza, caricando tutti a molla con "Up" di Butric e tirando giù il locale con "Controversy" di Prince.

VENERDì

Esiste forse un modo più sano di iniziare il terzo giorno di festa? I ragazzi che ospitavo per i giorni del Sónar mi hanno svegliato, venerdì mattina, con un Bloody Mary delizioso e un vecchio mix di Paul Kalkbrenner. Tornate pure a trovarmi quando volete, siete i benvenuti. Con questo entusiasmo mi sono buttato ne Sónar By Day e ho visto Bonobo e Jon Hopkins, anche se mi è sembrato che facessero vagamente le stesse cose, in più sono andato un paio di volte a trovare il tempio di James Murphy e 2ManyDJ: il loro progetto Despacio, davvero fantastico per tirare su ogni tipo di down.

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Dopodiché me ne sono andato allo showcase di Kompakt alla Sala Apolo. Il live di Kolsch mi ha entusiasmato molto più dell'elaborato DJ set di Michael Mayer, ma entrambi sono stati sbaragliati da Rebolledo, che ho anche incontrato fuori dal locale e mi è piaciuto così tanto parlarci che addirittura me lo ricordo.

SABATO

I miei coinquilini per la prima parte della settimana del Sónar hanno deciso, per ragioni che tutt'ora mi rimangono oscure, di lasciare la città sabato mattina, quindi dopo un paio di ore di sonno li ho accompagnati alla stazione. Un mio amico fisicamente conformato come un crostaceo ha preso il loro posto in camera mia e nel mio divertimento quotidiano. Dopo la doccia, dopo un frullato che avrebbe dovuto ridarci la vita (c'erano dentro ben 12 euro di frutta), sono tornato al Sónar By Day.

Lì ho beccato il nuovo show AV di Matthew Dear, il bel live con band di James Holden e DJ Harvey che nel suo set di chiusura ha messo pure quella chicca di "Motion The Dance" di Untold. Dopodiché mi sono spostato alla zona By Night, in cui l'uomo-ovunque James Murphy ci ha scadato per il set migliore di tutta la settimana, quello di Chic. Un set che era una raccolta di grandi hit come "Everybody Dance" o "I Want Your Love" ed altri pezzoni prodotti da Rodgers ("Like A Virgin," "Let's Dance," "Get Lucky" ovviamente), e ha creato una delle atmosfere più pure e travolgenti di ogni dancefloor che abbia mai calcato. A un certo punto è partita "Le Freak" e una mia amica—che fino ad allora dichiarava che il concerto di Prince a Glasgow era stato il migliore della sua vita—si gira verso di me e mi fa: "QUESTO È MEGLIO DI PRINCE!!!"

Ogni altra cosa post-Chic sarebbe stata una scesazza, ma durante il set di Boyz Noise mi si è rivelata la bellezza del mondo quando ho scoperto le reazioni alla pioggia dei partecipanti del Sónar (due addirittura avevano portato un ombrello), molti dei quali se continuano così andranno molto presto incontro a una morte dolorosa. Tiga ha tirato giù tutto nel suo set finale, ma non la tettoia da cui lo abbiamo visto. Ok non c'è stato il classico momento in cui abbiamo visto il sole sorgere perché non c'era sole, ma sapevamo che prima di questo intervento violento degli agenti atmosferici avevamo passato una grande serata.

DOMENICA

La nostra resistenza ci ha condotti fino a svariate feste in casa, la domenica, in cui discorsi profondissimi (immaginatevi quanto) ci hanno guidati verso la luce più di quanto ogni selecta musicale mezza scrausa potesse fare. Vedevo intorno a me gente che si scioglieva, che evaporava, gente che si teletrasportava, ma, siccome avrete capito che ho la scienza dei grandi sciamani dalla mia parte, mi sono comprato altri chili di frutta e, con solo due ore di sonno alle spalle da venerdì mattina, ho seguito il mio istinto e ho trascinato la mia carcassa distrutta fino allo showcase di Night Slugs al BeCool.

Lì ho trovato lo stesso meraviglioso microclima della domenica Sónar di ogni anno: tutti messi malissimo, non c'è dubbio, ma anche incredibilmente amichevoli, con un tocco di malinconia. Ho resistito fino alle cinque del mattino, a quel punto era anche venuto il momento di mettere me e il mio Sónar 2014 a letto. Nelle mie ambiziose intenzioni c'era andare allo showcase di Beachcoma al Moog e a un secret party in cui c'era San Proper, ma ognuno ha i suoi limiti.