Il vivace sperimentatore elettronico britannico SOPHIE è capace di farti sudare fino a farti venir sete per poi darti da bere con le sue tracce freschissime. Quando l'ho visto dal vivo ho notato che il suo andamento era saltellante tra suoni pop bizzarri e contorti e immersioni fonde in qualche minuto di drone, tra una traccia e l'altra. SOPHIE si diverte a provocare i media, ed è schivo nel rilasciare interviste e foto, per non parlare del fatto che pubblica sì e no due pezzi all'anno. In questo è un personaggio fastidioso, all'apparenza, ma poi, quando meno te l'aspetti, ti butta lì un breve assaggio di quello che si tiene dentro, può decisamente farti star meglio.Le tracce di SOPHIE sono splendidamente orecchiabili, infatti solo il suo nome è sufficiente a farmi venire in mente pezzi come "Bipp", o "Lemonade", uno dei suoi più recenti, che ho sentito più o meno due mesi fa in versione live, ma che per qualche motivo mi ricordo ancora benissimo. L'intero brano è strutturato come un testo parlato con un ritmo paragonabile al gioco della campana e divampa poi in un brillante ritornello pop. Tipo questa parte, che sembra un singolo di qualche gruppo pop anni 00 finito nell'oblio: "I've got something to tell you/Hope you'll understand/I never meant to hurt you/It wasn't in my plans/It's just that when I'm with you/Everything's okay/I get that fizzy feeling/And I want lemonade." Come le fa ste robe? Come fa a rendere la sua musica così accogliente? Non ne ho idea, ma ora grazie a quelle parole mi sento assetato e in parte dissetato allo stesso tempo. Qui i segnali subliminali sono assolutamente fuori controllo. Il ciclo infuriato continua. Cazzo, ascoltatevi "Lemonade" qua sotto:
Pubblicità