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Guarda la Rai spiegare ai giovani come fare sesso durante la pandemia

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In Italia non è facile essere giovani, e lo è ancora meno durante una pandemia. Secondo una ricerca dell’Istituto Toniolo, il 62 percento di chi ha tra i 18 e i 34 anni ritiene che il coronavirus avrà un “impatto negativo” sul piano lavorativo, relazionale e quant’altro. In altre parole, anche questa volta c’è il timore di dover pagare “i costi maggiori della crisi.”

L’analisi di stampa e media mainstream si ferma però fin troppo spesso a statistiche come quella appena citata. E quando va oltre, al di là delle tirate sui giovani untori e la “movida”, è agile come se davanti a sé avesse una tribù incontattata.

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Su Rai 2, ad esempio, alla fine di settembre è ripartito il programma “Generazioni Giovani” condotto da Milo Infante. Il format è riassumibile così: alcuni giovani, presenti in studio su sedie-trespolo, vengono occasionalmente consultati in quanto “giovani”, mentre gli “adulti” (politici, personaggi pubblici ed esperti vari) parlano per la gran parte tempo di “cose da giovani”—tipo musica, challenge su Internet, scuola e l’argomento più scabroso di tutti, il sesso.

Prendiamo una puntata recente, quella del 17 ottobre. Dopo aver parlato di trasporti e scuola con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e la deputata di Fratelli d’Italia Daniela Santanché, verso la fine Infante introduce lo scabroso tema “affettività ai tempi del Covid.” Dopo aver chiesto ai giovani lì presenti se “vivono nel peccato,” cioè se fanno sesso in questo periodo, il conduttore illustra il seguente cartello:

Si tratta di alcune indicazioni estrapolate da un’intervista di Repubblica alla sessuologa Roberta Rossi, che riprende altre linee guida elaborate negli ultimi mesi (un esempio è questo documento preparato dal dipartimento di salute di New York).

È chiaro che l’argomento è delicato e complesso, ma quel cartello e il breve spezzone sono l’esatto opposto di ciò che si dovrebbe fare per sensibilizzare. Non per niente, sui social sono stati immediatamente ridicolizzati e criticati: non solo perché alcune raccomandazioni sono piuttosto lontane dalla realtà, ma per le modalità. L’unica persona a parlare in studio è infatti Daniela Santanché che, tra una battuta e l’altra, liquida l’argomento e si mette a fare propaganda politica contro il governo.

“Fatevi una doccia e pulite molto bene il luogo dell’incontro,” spiega per esempio il conduttore illustrando il primo punto. “Così il desiderio è altissimo, un attimo prima uno si mette a pulire con la spugnetta…” replica Santanché, che commentando il consiglio “Astenetevi da stanze strette” dice “Finestre aperte e vi prendete una bella bronchite!” Lo scambio, altamente improduttivo, è tutto su questo tenore (qui, per chi volesse, c’è la puntata completa), e dubitiamo che qualcuno ne abbia tratto qualche insegnamento.

Insomma: se l’intento del programma è quello di “far emergere uno spaccato della realtà giovanile che oggi non sempre viene correttamente rappresentata,” forse sarebbe il caso di non far intervenire persone random su determinati argomenti (tipo Red Ronnie sulla trap) o addirittura—la butto lì—far parlare per davvero i diretti interessati.

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