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Musica

Altaj, tra drone e sciamanesimo siberiano

Vi presentiamo la nuova tape di Altaj, in uscita per Di Notte Records e Non Piangere Dischi, ovvero un tripudio drone-ambient dalle atmosfere sciamaniche.
Sonia Garcia
Milan, IT

Foto via Facebook.

La ricerca sonora di Francesco Vara a nome Altaj, è una costante oscillazione tra dimensioni spiritiche e materiali, attingendo da elementi drone/ambient, field recording, riverberi di chitarre e voci e atmosfere mantriche. Precedentemente chitarrista nella band folk-stoner Il Dio Cervo, Francesco, un po' come nel precedente split con Adamennon Turiya uscito lo scorso settembre per Boring Machines, si lascia liberamente ispirare da sonorità rievocanti i paesaggi glaciali della Siberia, e il mistero dietro cui si celano figure come quelle degli sciamani, in grado di varcare le soglie della dimensione terrena e tessere contatti con ciò che noi tendiamo a ignorare. "È tutto materiale registrato nel 2014, e per registrarlo ho usato chitarra elettrica, acustica, voce, campioni, percussioni, ed effetti vari," mi spiega Francesco. Assieme ad Adamennon, lo scorso mese si sono esibiti al Dal Verme di Roma, per Thalassa/Ongapalooza, e viste le circostanze, ci pare essenziale riproporre qui il loro live.

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Grazie URSSS.

Il mosaico di Altaj è un susseguirsi di reinterpretazioni di ciò che di sensoriale, fisico ed emotivo viene emanato da questi immaginari; una sorta di rappresentazione sonora di ciò che l'uomo può—o non può—se rivolto alla natura. Vi presentiamo in esclusiva la sua cassetta self-titled, in uscita oggi per Di Notte Records/Non Piangere Dischi, e questo è il packaging complessivo, artwork di Alberto Brunello (Hartal!). Buon trip.

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