Una cosa che mi trovo spesso ad ammirare negli artisti americani è lo sfacciato, svergognato coraggio di essere se stessi. Il comportamento di molte rockstar e popstar, ma anche di artisti di nicchia o emergenti, è a volte talmente esagerato, che se si trattasse di persone normali sarebbe causa di infinite prese in giro. Ma forse è proprio quella la chiave della dedizione e del successo. Perdere la vergogna, abbracciare l’imbarazzo, l’uncool, perché è anche lì che si annida la personalità. È quello che fa da sempre Achille Lauro, e con Pour L’Amour lo rende talmente chiaro da risultare abbagliante.
Pour L’Amour, infatti, è atterrato tra dichiarazioni altisonanti. Il disco contiene solo parte di una montagna di materiale registrato in un mese di delirio, con un centinaio di persone attive nei tre studi contenuti in una villa lussuosa da cui nessuno è mai uscito e in cui nessuno ha mai dormito. I numi tutelari del progetto sono i Doors, David Bowie, Mina, Califano. Il genere samba trap è il futuro ed è la loro invenzione.
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Ecco, tutte queste cose in me suscitano due reazioni. La prima è che mi scappa da ridere, la seconda è di pensare che Achille Lauro e Boss Doms sono artisti veri, che non hanno paura, come dicevo nel primo paragrafo, di esagerare e sforare nel ridicolo. E il disco lo testimonia.
Tanto per cominciare hanno premuto l’acceleratore fino in fondo sulla storia della samba trap, con pezzi come “Mamacita”, “El Ninho”, “Dolores”, “Non sei come me” e la drogatissima “Angelo Blu” (ma drogatissima per davvero, sembra di sentire l’MDMA nell’alito di Achille e di Cosmo, che compare sia alla voce che alla produzione). Per quanto mi riguarda, ma leggendo le dichiarazioni delle due menti dietro al disco mi sembra valga anche per loro, questa idea è arrivata al capolinea. Ci sta che questo disco la rappresenti in maniera predominante, ok, posso pure accettare questa idea che l’abbiano “inventata loro” (anche se mi piacerebbe pronunciare timidamente due parole: latin trap) e senza dubbio ricollega in maniera figa il lavoro alle produzioni precedenti del duo, ma le parti più interessanti di questo disco si trovano altrove.
“Angelo Blu”, samba a parte, come “BVLGARI”, “Thoiry Remix” e “Midnight Carnival”, la butta sul party sfrenato, sulla discoteca vera a cassa dritta, e piglia bene. I beat sono violenti, sporchi e sfrenati. Di nuovo, se ascoltandole sentite un po’ d’imbarazzo, è una sensazione giusta. “Ma questa è roba da autoscontro”? Positivo. È qui che sta l’amour di Lauro e Doms, nella passione per una musica che sia solo loro, che appena la senti t’immagini le loro facce, i loro occhiali di design, i loro vestiti sfarzosi, anche se non li hai mai visti.
A chiudere il disco c’è quella che Achille Lauro definisce “la traccia centrale” dell’album, “Penelope”. Si tratta di una ballatona poetica, che si lancia come un razzo verso un pop epico, glam, che frulla insieme pianoforte, chitarre elettriche, synth retrò e rullanti latini, mentre su tutto plana la voce di Lauro, triste e ispirata e per una volta priva di quel tipico strascico di noia. Ancora una volta: c’è bisogno di tutto questo pathos per quella che in fin dei conti è una canzone d’amore come tante altre? No. Ti fa vagamente pensare “ma ad Achille è saltata qualche rotella”? Sì. Sono tutte cose positive che raccontano un artista che si sta lanciando al 100% dentro la propria arte? Assolutamente.
Ecco la differenza con il resto di una scena trap troppo occupata a caricare storie lunghe 15 secondi sul proprio Instagram: la storia di Achille Lauro è lunga 28 anni ed è talmente esagerata e gonfiata che si vede benissimo il cuore che vi sta al centro.
Pour L’Amour è uscito il 24 giugno per Sony.
Ascolta Pour L’Amour su Spotify:
TRACKLIST:
1. Angelo Blu feat. Cosmo
2. BVLGΛRI
3. Mamacita
4. Amore Mì
5. Roba Francese feat. Gow Tribe
6. Burro e Marmellata
7. Thoiry Remix feat. Gemitaiz, Quentin40 & Puritano
8. Purple Rain feat. Gemitaiz, Frenetik&Orang3
9. Dolores
10. El Ninho
11. Non Sei Come Me
12. Midnight Carnival feat. Gow Tribe
13. Ammò feat. Clementino e Rocco Hunt
14. Penelope