Ah, i fantastici anni Novanta! Ve li ricordate? Beh, se li avete vissuti sicuramente sì, ma se siete della generazione successiva non credo proprio. Ed è questo il punto cruciale del nuovo DJ Seinfeld, paladino della lo-fi house, che è essenzialmente deep anni Novanta ricoperta di soffi e zozzerie tipiche della bassa fedeltà.
In questo LP d’esordio, onestamente, nonostante le solite sporcaccionate, sembra tutto un po’ più pulito: il motivo è probabilmente che, secondo le sue stesse parole, Seinfeld cerca di ricreare in provetta un mondo che non ha mai vissuto direttamente ma del quale ha sentito solo i reperti archeologici sonori. È in pratica il tentativo di far rivivere i dinosauri dal DNA, ma con quelle piccole cose che fanno la differenza; del resto i dinosauri ricostruiti nei musei mica sono pari pari agli originali, sono di plastica.
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Anche su questi beat scende la polvere, ma è polvere di stelle: ed ecco che quindi ci troviamo di fronte a esempi di French touch squagliato, avvertiamo un Cassius che ti si spezza in mano, gli organetti PCM di una Crystal Waters, le sequenze dei Technotronic mescolate però a synth di generazione HD (ovviamente più lerci del solito). Poi abbiamo i soliti coretti sintetici che oggi vanno per la maggiore e che hanno anche discretamente rotto le palle e forse lo facevano anche nei gloriosi Novanta, c’è il loop portato al parossismo (“How You Make Me Feel” è l’esempio clou), ci sono bassline stile rubberduck che ricordano tanto i primi pomeriggi in cameretta con il tuo primo software per musica elettronica, c’è anche la progressive rivisitata e composta in maniera a volte strabica.
Ma i momenti migliori sono forse quelli contenuti in “U Hold Me Without Touch”, in cui la spinta imitativa si trasforma in qualcosa di più autentico, con quella sua melodia vocale struggente che esce dai canoni house Novanta per diventare quasi un neo blues del Tremila. Stessa cosa per “Come Thru For U”, con quei paesaggi malinconici e desolati e le voci devastate dagli effetti, o la finale “U” in cui si consuma quasi l’epica della fine di un’era, come ascoltare una lacca degli anni Quaranta, come se i Novanta fossero oramai persi e lanciati con un razzo verso il pianeta lontano della storia.
Insomma, DJ Seinfeld, dal punto di vista dell’ascolto, probabilmente poteva limitarsi a un EP, spingendo sull’acceleratore degli ultimi tre brani, che da soli dicono tutto. Sicuramente sulle piste da ballo il discorso è diverso, in quanto la linea temporale diventa anche superflua ed è il corpo che detta le regole. L’album, in definitiva, lascia un po’ perplessi: perché è vero che a volte tocca scoperchiare i sarcofagi per trovare i tesori, ma è altrettanto vero che poi rischi di beccarti la maledizione. In questo caso, gli occhi fiammeggianti sono, ahimè, proprio quelli della mummia anni Novanta.
Time Spent Away From U è uscito il 3 novembre per Lobster Theremin e Meda Fury.
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