Allora, chiariamoci: non è che questo disco non mi piaccia, tutt’altro. Se ne facessero di dischi pop così, oggi. Il problema però sta proprio nel concetto di pop, che tiriamo fuori ogni volta che ci troviamo di fronte a un disco del genere, tanto che credo voi ne abbiate abbastanza. Il pop deve anticipare o seguire le mode? Deve essere moda? Che cazzo deve essere?
Molti dicono che Empress Of nel primo disco fosse in qualche modo avanti nel suo modo di proporsi, se non addirittura molto ”strana”, portando nuova linfa originale e imprevedibile all’albero del pop. Beh, questo disco dimostra che non lo era, e neanche lo voleva essere. Semplicemente tentava di fare quello che sentiamo qui in Us, cioè essere perfettamente in tempo e aderente con quello che funziona nel presente. Il che, detto in parole povere, significa seguire la carretta come una pecora.
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Però se ci pensate, forse è meglio seguire una carretta che tirarla: si fa più fatica e c’è un sacco di gente che ti si attacca. Empress Of ha deciso di non fare più il mulo. Però non si può dire che la ragazza non sappia fare delle belle canzoni, né che la sua inventiva sia inferiore a quella di certe popstar che oggi vendono milioni di copie. Quindi il disco va preso per quello che è: neutro e studiato a tavolino, senza misteri.
Per quelli che volevano una spallata da parte sua sarà una grande delusione, e probabilmente a ragione. Però a questo punto li invito a riflettere sul fatto che probabilmente per lei Me è stato una frustrazione, qui invece sembra che abbia trovato la sua cifra. Meglio la salute mentale dell’artista o di chi lo ascolta? Questo è l’eterno uroboro del pop, non se ne esce. Lasciamoci quindi cingere senza paura: c’è sempre il terzo album.
Us è uscito il 19 ottobre per Terrible Records.
Ascolta Us su Spotify:
TRACKLIST:
1. Everything To Me
2. Just The Same
3. Trust Me Baby
4. Love For Me
5. I Don’t Even Smoke Weed
6. Timberlands
7. I’ve Got Love
8. All For Nothing
9. When I’m With Him
10. Again