Dave Grohl è come le patatine. Come la pasta al pomodoro. Come la cotoletta. Piace potenzialmente a tutti i palati e non è particolarmente sofisticato. È una garanzia umana di sorrisi, pacche sulle spalle e simpatia. Va in metro come i comuni mortali, manda video-messaggi ai fan e fa tutto il possibile per permettere all’uomo comune di eliminare il gap che lo separa dalle rockstar. I Foo Fighters sono, e sono sempre stati, una garanzia: fanno rock, e lo fanno come si è sempre fatto. A volte un po’ più powerpop, a volte un po’ più rocchenroll, ma sempre di rock si tratta: con i riffoni, gli assoloni, i cori da stadio, i testi in cui tutti possiamo potenzialmente ritrovarci.
I Foo Fighters non hanno davvero nulla da dimostrare. E quindi si inventano, anche solo per tenere un po’ alta l’attenzione su ciò che fanno, varie iniziative per mettere sale e pepe sulla portata che propongono. Sonic Highways era la colonna sonora di un viaggio in giro per le scene rock degli Stati Uniti, per dire. Concrete and Gold, che è il loro nono album, è stato annunciato insieme al lancio di un festival curato da Grohl e da un pub tematico a Londra. Privato da questi aspetti, però, questo nuovo album dei Foos non è altro che un nuovo album dei Foos.
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Concrete and Gold è un disco RUOCK da manuale. Bianco, etero, conservatore e noioso come ce ne sono a decine e decine: con l’intro emotiva che in un attimo diventa tutta maestosa e altisonante con i power chord in crescendo e l’esplosione da stadio. Con i mid-tempo rocciosi orchestrali. Con il lentone simil-grunge. Con la ballata acustica. Le parti peggiori dell’album sono quelle in cui Dave fa il cattivo. Perché il buon Grohl urla tanto su questo album, come se fosse il frontman di una band metalcore. Solo, lo fa su riff sfornabili da qualsiasi sedicenne incazzato con una chitarra elettrica e un paio d’anni di lezioni di strumento: vedi il fastidioso breakdown di “Run”, la cattiveria gratuita di “La Dee Da”.
Quelle dei Foo Fighters sono tutte ripetizioni pedisseque di formule sentite e risentite, e Dave e compagni non hanno la minima intenzione di metterle in dubbio o provare a scardinarle. Si ripetono, eterni, con la gradevole semplicità che permea la figura del loro mastermind. Non è musica che cerca di sorprendervi o farvi pensare: vuole solo accompagnare le vostre giornate normali con delle piccole scariche di ulteriore normalità, nascoste da grido liberatorio.
Ascolta Concrete and Gold: