Aggiornamento dell’11/05/2021: Il 10 maggio 2021 nei supermercati Lidl sono state rimesse in vendita le scarpe con il marchio della catena. Come successo lo scorso novembre, le scorte sono subito esaurite e gli annunci dei reseller decuplicati. Per l’occasione, riproponiamo questo articolo.
Qualche giorno fa Lidl ha lanciato un’edizione limitata di capi d’abbigliamento, scatenando il panico tra gli scaffali e sui social. Da una parte persone in coda per accaparrarsi più pezzi possibili, dall’altra articoli, meme e opinioni nel tentativo di rispondere alla domanda “perché tutto questo entusiasmo per delle ciabatte da discount?”
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Nello specifico, la linea d’abbigliamento comprendeva: sneaker unisex a 12,99 euro con i colori che contraddistinguono la catena (giallo, rosso e blu); ciabatte da donna con gli stessi colori e ciabatte da uomo bianche e nere (entrambi gli articoli a 4,99 euro); calzini in spugna con il logo di Lidl a 2,99 euro; una t-shirt da donna rosa, bianca e grigia e una t-shirt da uomo bianca e nera (anche qui, entrambi gli articoli a 4,99 euro).
Gli stessi prodotti erano stati lanciati questa primavera in altri paesi europei come Regno Unito, Belgio, Germania, Finlandia e Paesi Bassi generando molto hype e prezzi di rivendita folli.
L’operazione ha fatto leva sulla tecnica ormai abusata dello scarcity marketing, che sfruttando il ‘timore’ di un cliente di perdere qualcosa può aumentarne il valore percepito. In un certo senso Lidl ha sempre utilizzato la tecnica dello scarcity marketing, non solo con la linea di abbigliamento: ogni settimana, infatti, mette in vendita prodotti come strumenti da cucina, attrezzi da giardinaggio, specialità alimentari di uno specifico paese, dichiarando sempre che tutto sarà disponibile “fino a esaurimento scorte”. Ed è proprio così che il colosso dei discount riesce a dare a vita e alimentare una sorta di hype che circonda i propri prodotti.
Se vi state chiedendo perché così tante persone siano corse ad accaparrarsi sneaker a 12,99 euro e calzini di spugna con il logo di un discount, però, forse sottovalutate in primo luogo il fenomeno del resell—ovvero la pratica di rivendere a prezzi maggiorati un prodotto in edizione limitata.
Abbiamo intervistato un po’ di persone che hanno acquistato i capi dell’ultima linea d’abbigliamento di Lidl nella speranza di guadagnarci qualcosa, contattandoli tra varie piattaforme di rivendita online per sapere quanto hanno guadagnato e cosa pensano di tutti i commenti nei loro confronti.
Giacomo, 23 anni, Faenza
VICE: Cosa ti ha spinto a comprare questi capi e quanti “pezzi” sei riuscito a ottenere?
Giacomo: Li avevo notati già quest’estate, alla prima uscita all’estero. Mi hanno fatto impazzire le ciabatte, e mi sono informato per tempo sull’arrivo in Italia. Nel mio supermercato avevano limitato la vendita, era possibile acquistare solo due capi per tipo. Così mi sono portato dietro un paio di amici e ho fatto un giro in più. In totale ho preso cinque scarpe, sei paia di calzini, sette ciabatte, tre magliette.
Hai messo in vendita tutto?
Solo gli “item” che non ho deciso di tenere. Ho messo annunci su Depop e eBay, a mio parere le piattaforme migliori per questo prodotto, perché frequentate da utenti più eterogenei. Per il momento ho venduto tre scarpe, tre paia di calzini e tre ciabatte, quindi quasi tutto: 50 euro per le scarpe su Depop, 10 i calzini, 25 le ciabatte e 80 euro per le scarpe su eBay.
Che tipo di persone le hanno comprate?
Un paio di scarpe le ho vendute su eBay, quindi non so che acquirente fosse; il resto a persone di età superiore alla mia (30/40 anni) su Depop. In linea di massima, credo che questi oggetti siano disprezzati da un pubblico giovane e più apprezzati dagli adulti 40 e over: in fila con me c’erano principalmente 40/50enni presenti perché “si rivendono, l’hanno detto su internet e sul giornale!”
Le community varie su Facebook, invece, stanno ghettizzando sia chi vende sia chi compra in maniera abbastanza pesante.
Eri già un un reseller?
Non mi definisco assolutamente un reseller, sono in varie community da circa cinque anni, vendo e compro in base ai miei gusti: quando vendo una scarpa è perché mi ha stufato oppure per comprare altre cose, come in questo caso.
Ti piace questo modello di scarpa? Cose ne pensi dell’estetica di questi pezzi?
La scarpa non mi piace per nulla, i colori sono troppo sgargianti—in generale, ma anche per piacere a un pubblico della mia età. L’estetica a mio parere è inesistente, è una palese ripresa dell’iconico modello Huarache di Nike. Però le calze e le ciabatte mi hanno fatto impazzire.
Stefano, 21 anni, Roma
VICE: Cosa ti ha spinto a comprare proprio queste scarpe di Lidl?
Stefano: In famiglia siamo amanti delle offerte a prescindere e Lidl è uno dei nostri supermercati preferiti. Ogni sera nostro padre torna a casa e ci porta qualcosa che ha preso solo perché era in offerta. Inoltre, Lidl è stato il primo supermercato a creare un brand di abbigliamento. Per questi motivi, ho deciso di investirci.
Con mio padre siamo stati in due Lidl diversi per prendere più cose possibili, e siamo tornati a casa con 300 euro di roba. Ora ci teniamo per noi quello che vogliamo e il resto lo rivendiamo.
Come hai organizzato la rivendita?
Ho messo un po’ di cose sul Marketplace di Facebook (dopo due giorni sono arrivato a 2.500 visite, e più di 600-700 persone che mi hanno scritto), su Subito.it—e poi mi sono fatto pubblicità anche sui social, dove ho un po’ di seguito.
Molti su TikTok hanno anche reagito negativamente al mio video sulla collezione Lidl, ma mi sembra molto esagerato. Faccio musica, e sto preparando una nuova canzone su questo argomento.
Sei riuscito a vendere qualcosa per ora?
Ci sono molte contrattazioni in atto. Ho venduto subito a 40 euro quattro calzini che ho comprato a sei euro. Adesso ho varie persone che mi chiedono più combo—magari uno vuole ciabatte scarpe calzini, un altro t-shirt e ciabatte…
Chi sono gli acquirenti?
Quando sono andato alla Lidl non mi aspettavo tutta questa gente interessata. La maggior parte erano adulti e anziani. Pensavo: forse sono qui per fare la spesa, e invece erano tutti lì per i vestiti [negli stessi giorni è stata lanciata anche una linea Harry Potter che ha creato altrettanta attesa]. Per dire, è stato proprio un signore di 60 anni che ha minacciato di “uccidermi” perché mi ero preso cinque paia di scarpe.
Una buona parte di quelli che mi scrivono per comprare sono giovani, ma quelli a cui ho venduto davvero sono genitori che cercano capi per le loro figlie. Altri mi chiedono cosa devono fare per rivendere. Altri ancora che li usano come regali di Natale perché alla fine sono sia una cosa carina che un regalo che fa ridere.
Ti piace questo modello di scarpa?
Secondo me non sono così scandalose, hanno vari colori. Le definiscono cringe ma è proprio il loro essere così cringe a renderle molto ricercate. Spero in altri vestiti, magari felpe e pantaloni.
A proposito di resell, quando fatto a livelli alti:
Alessandro 20 anni, Firenze
VICE: Cosa ti ha spinto a comprare questi capi firmati Lidl?
Alessandro: Sapevo già che avevano avuto un buon successo all’estero. Sono in zona rossa ed ho solo anticipato la spesa della settimana con il pretesto di aggiudicarmi qualche paio.
Su quali siti hai messo in vendita questi oggetti?
Ho postato due annunci, su Depop che utilizzo per vendere scarpe in generale, e su Facebook,.
Avevo comprato quattro paia di scarpe (numeri di scarpe prettamente da uomo, dato che avevo notato che lo stock era piuttosto limitato), tre ciabatte di vari colori e due paia di calzini, che conserverò come acquisto personale in memoria di questa “avventura”. Ho venduto praticamente tutto, per la maggior parte a over 30, molti con la speranza di rivenderle una volta comprate da me a prezzi maggiorati.
A quanto hai rivenduto, e hai ricevuto delle critiche per quello che stai facendo?
Ho venduto mediamente a 50 euro le scarpe e 40 euro le ciabatte. Per gli hater, diciamo che tutto l’impatto che ha avuto questa questione sui social e soprattutto sugli over 30 si è fatta sentire. Sono rimasto sconcertato dalla maleducazione della gente che non comprende il fenomeno del resell ma che esterna questa difficoltà nel capirlo con messaggi di odio.
È legittimo pensare che sia folle comprare a certe cifre un prodotto che costava poco di “partenza”, ma non si dovrebbe sfociare in minacce e offese gratuite.
Aggiungo che molti scambiano il mio rivendere come se fossi stato uno di quelli che ha fatto corse o addirittura a cazzotti per le scarpe, quando in realtà ho comprato tutto con molta tranquillità.
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