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Musica

Quando i robot fanno musica: dall'antico Egitto a Berlino

Vi raccontiamo di tutte le volte che l'intelligenza artificiale ha contribuito al progresso della musica.

I robot sono una figata. I robot si occupano di costruire le nostre automobili, di lavare i nostri vestiti, cucinare per noi e aspirare tutta la polvere dai nostri pavimenti. Un giorno tutti noi avremo una felicissima e liberissima vita sessuale con i nostri robot (questo tizio probabilmente già ce l'ha), ma se lasciamo da parte le faccende domestiche e le robe di sesso, i robot non sono molto forti nel campo delle belle arti. Se non contiamo le band che si spacciano per robot o le prove da saggio delle medie del robot Asimo (lo stesso che cade in continuazione), cos'hanno mai fatto per la musica?

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Be', sembra che invece i nostri amici metallici si siano da sempre adoperati per quest'arte—anche da prima dell'invenzione del termine "robot".

Abbiamo parlato con Mike Fabio del Cambridge's Massachussetts Institute of Technology, che ha scritto la The Chandelier — An Exploration in Robotic Musical Instrument Design. Ha iniziato dandoci la definizione di robot: qualsiasi dispositivo che riesce a portare a termine automaticamente i compiti meccanici assegnati.

Gli esseri umani, dai tempi dell'antico Egitto, hanno progettato robot sempre più complessi in grado di riprodurre suoni—da scatolette semplicissime fino a band heavy metal controllate via MIDI, come i berlinesi Compressorhead. Qui sotto trovate un'infografica che vi racconterà in breve la relazione tra musica e robotica.

Infografica a cura di Ben Ruby.

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