FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

La vera storia dei Sick Of It All — Seconda Parte

Metal, scazzi e polemiche nella scena newyorkese di fine Ottanta. Questo e altro dalle parole di chi l'ha vissuta davvero.

L'hardcore punk è un mondo in cui le band nascono e muoiono nel giro di pochissimo tempo, ma i Sick Of It All fanno nettamente eccezione. Sono entrati da poco nel loro terzo decennio di vita, tour e dischi, con dieci album all'attivo e pochissimi cambi di line-up. Il loro album del 1994 Scratch The Surface portò il verbo NYHC in tutto il mondo, e da lì in poi la band si è molto raramente presa una pausa per tirare il fiato. Tutto questo li rende di fatto una colonna portante di tutto il mondo hardcore. Delle leggende viventi, in pratica.

Pubblicità

Abbiamo deciso di celebrarli invitandoli a raccontare la loro storia in prima persona, senza filtri. Questa è la seconda parte del loro racconto qui c'è la prima.

Armand: C'era moltissima energia nella scena, erano tutti gasati dalle nuove band che nascevano: Underdog, Warzone.. mentre gli Agnostic Front e i Cro-Mags si erano già affermati. C'erano un sacco di band che sarebbero diventate davvero iconiche. Lou: Quando eravamo più giovni ascoltavamo i Sex Pistols, poi mio fratello mi face conoscere Plasmatics ed Exploited. Mi piacevano i Gneeraation X ma non erano abbastanza pesanti e brutali. Gli Agnostic Front sono stati l'influenza più forte, il primo disco hardcore che abbia mia comprato, fatta eccezione forse per gli Exploited, fu Victim In Pain , la versione gatefold uscita per Rat Cage. Quel disco fece finalmente segnare New York sulla mappa dell'hardcore. Ci influenzò tantissimo. Quanto scrivemmo "My Life", stavamo cercando di fare una nostra "Victim In Pain". Poi vennero Cro-Mags e Murphy's Law, dei quali andai a ogni singolo concerto a cui potevo andare.

Ai tempi per i concerti c'erano il CBGB's e posti come il Subway a Queensborough Plaza, che però cambiò gestione e nome un po' di volte. Ci andammo la prima volta per sentire i Reagan Youth. C'erano anche altri locali che facevano concerti: un giorno incontrammo per strafa Danny Lilker, il bassista di Anthrax, Nuclear Assault e Brutal Truth, che bazzicava con Craig Setari. Ci chiesero se quella sera saremmo andati al concerto e noi "che concerto?". C'erano i Cro-Mags che suonavano in una discoteca giamaicana dalle parti della quarantesima strada, uno dei tanti posti a caso in cui spuntavano concerti hardcore. Al CBGB's, comunque, ci siamo letteralmente cresciuti, ed era fantastico. Ci andavamo a prescindere da chi suonasse, solo per piazzare. Al primo matinee che ci ho fatto suonavano i Corrosion Of Conformity, con ancora il tipo che ha cantato su Eye For An Eye. Portavano tutti la testa rasata tranne noi che avevamo i capelli lungh, erano tutti matti, ma tutti tranquili, non c'era vera violenza.

Pubblicità

Armand: La scena cresceva in fretta. La prima volta che suonammo a una matinee del CBGB's fu folle. Fu anche tutto molto semplice, passare da una band amatoriale a una che ti portava cinquecento persone a concerto fu praticamente immediata, e fu determinata dal fatto che la scena era in pieno fermento.

Continua Sotto

L'effetto In-effect

Lou: Credo di avere incontrato Howie Abrams tramite Craig e Danny Lilker. Avevamo fatto un 7" su Revelation, e loro volevano che facessimo un album ma che aspetassimo un po' perché prima dovevano fare uscire quello dei Gorilla Biscuits. Avevamo abbastanza materiale, ma aspettammo come volevano loro. Nel frattempo, Howie e Steve Martin avevano fondato In-Effect Records. Noi eravamo ragazzini, andavamo a scuola e lavoravamo, e ce ne morivamo di andare in tour. Quando firmammo con loro ci furono delle polemiche nella scena, perché qualcuno ci accusò di non essere abbastanza DIY. Ma noi eravamo piccoli e non sapevamo come mettere su una nostra label, per cui andammo con dei ragazzi di cui ci sembrava di poterci fidare: Howie veniva a tutti i concerti e Steve suonava negli Agnostic Front.

Ci furono un sacco di scazzi, compreso qualcuno che ritagliò una foto dei Motley Crue attaccandoci sopra le nostre facce e scrivendoci sopra "Alleway Crew", perché credevano tutti che In-Effect fosse di proprietà di una major e noi volessimo diventare rock star, ma non era vero niente. Stare su In-Effect non ci rese minimamente diversi, semmai ne ricavammo dei problemi. Non potevamo vendere il disco nei K-Mart o in posti del genere perché c'erano parolacce nei testi, per cui la gente ci doveva scrivere per ricevere i testi. Noi non ci avevamo pensato, ma per qualcuno fu un problema. Se ci fosse stato internet ai tempi non sarebbe successo niente del genere.

Pubblicità

Armand: Howie era del Queens. Venne a diverse nuove prove perché era un fan e noi eravamo della sua zona. Era solo uno che ci ascoltava, veniva ai concerti e poi finì per tirare su una label abbastanza solida.

Pete: Steve aveva iniziato a lavorare per i Beastie Boys Howie era un fan della musica pesante, e voleva supportare la musica che gli piaceva. Howie Abrams: Prima ancora di avere effettivamente qualcosa a che fare con quei ragazzi, mi capitava di vederli tutti i giorni in metro e ai matinee del CBs. Erano facce conosciute. Poi mi ritrovai a un concerto a Long Island e tre di quei tizi che beccavo sempre in metropolitana suonavano in una delle band. Era il primo concerto dei Sick Of It All, e Armand ancora non era parte del gruppo. Mi piacquero, e dopo poco iniziai a vederli suonare sempre di più in giro e diventare sempre più fighi. Avevamo un sacco di amici comuni, per cui non fu difficile iniziare a frequentarli. Skippiamo al 1988: io divento rappresentante per uno dei distributori di dischi indipendenti più importanti d'America, forse il più importante, dato che aveva tutte le label del periodo come Combat, Relativity, SST, Touch And Go e molte altre. Era il periodo in cui le label indipendenti iniziavano ad avere un po' più di risorse e a investire nelle band, dandogli anticpi per fare toure facendo pubblicità. Ce ne erano ancora poche che avevano davvero i soldi per farlo, ma alcune avevano iniziato.

Pubblicità

Una label che lo aveva iniziato a fare di brutto era Combat, che era più o meno un'etichetta metal, ma aveva iniziato a produrre anche hardcore: avevano Agnostic Front, Crumbsuckers e Ludichrist, oltre a qualche release di GBH e Circle Jerks. C'erano band nostre vicine di casa che sapevamo sarebbero potute piacere a tanta gente. Gli serviva solo qualcuno che gli dedicasse un minimo di tempo e soldi, li aiutasse investendo su di loro per farli suonare davvero in giro e non solo a New York e Boston.

Steve Martin e io avevamo messo su In-Effect Records e ne discutemmo da subito coi Sick Of It All, che erano i primcipali pretendenti al trono di Agnostic Front, Cro-Mags e Murphy’s Law. Furono dentro da subito, più o meno nello stesso periodo in cui facemmo uscire il "liva at CBGB's degli Agnostic Front, e stavamo lavorando alla ristampa CD della prima cassetta dei Bad Brains su Roir e al nuovo album dei Prong. I sick Of It All furono la nostra prima vera "scoperta"

Ma la gente si scorda di quanto fosse minuscola e auto-ghettizzata la scena hardcore dell'epoca. Le band "grosse" del 1984 erano Dead Kennedys e Circle Jerks, e le band locali non facevano mai più di trecento persone, gli Agnostic forse ne facevano cinquecento. Il Subway era una vera e propria ex-stazione della metro e quelli che ci andavano erano quelli che stavano super-dentro alla scena. Gente che sapeva tutto di tutti i concerti che ci sarebbero stati. A noi piaceva tutta la roba pesante e veloce: i Reagan Youth come i Venom, fummo anche tra i primi a vedere i Metallica, ma c'era ancora molta distanza tra le due scene.

Pubblicità

Lou:

In-Effect ci diete un sacco di opportunità. ad esempio, riuscimmo ad aprire per gli Exodus una volta che vennero a suoanre nella East Coast, dopo che gli Annhilator avevano dato forfait.Eravmo cresciuti anche col metal, e a tutti noi piacevano gli Exodus. Ci piaceva da morire

Bonded by Blood

. Io collezionavo flyer, ne ho ancora uno di quando i Corrosion Of Conformity aprirono per gli Slayer da qualche parte nel midwest. Quando iniziammo ad avere l'occasione di suonare con dei gruppi metal, non ci pensammo due volte. Molti gruppi hardcore di oggi, se ci pensi, sono solo gruppi metal che non sanno suonare abbastanza bene.

Armand: Il fatto che ci fosse una separazione tra le scene hardcore e metal per noi era davvero triste, perché eravamo cresciuti ascoltando musica aggressiva di tutti i tipi, non mettevamo paletti intorno alla roba che ci influenzava, prendevamo su tutto. Andammo in tour coi DRI e c'erano soprattutto pischelli metallari ai concerti, ma anche un bel mucchio di hardcore kids e anche qualche skinhead. Ne nacquero parecchie risse, quasi tutte le sere. Era triste vedere tutti quei ragazzi che non riuscivano ad ammettere di essere lì per la stessa ragione, e che si scornavano per semplici questioni di look. Fu una roba con cui noi avevamo sempre avuto a che fare, perché nella scena newyorkese c'era parecchio metal: la potenza, la precisione e la compattezza del metal erano tutte dentro. In California, invece, stavano tutti puntando più sulla melodia. Noi eravamo veramente un incrocio dei due stili, per cui certe scene in certe parti del paese ci rifiutavano completamente.

Il dibattito radiofonico 'SOIA vs Born Against'

Lou: Su internet ci sono un sacco di testimonianze del dibattito avvenuto sulla radio della NYU. Successe che molta gente che ritenevamo amica inziò a smerdarco dicendo "Siete su una label che è sostenuta da una major che è sostenuta da una corporation che costruisce missili per l'esercito". E noi sbigottii: "ma che cazzo dite?" Per noi quella roba era venuta fuori dal nulla. Da una parte, mi rendo conto che ci stessero dicendo di mantenerci DIY, autentici, underground, immagino fossero preoccupati che la scena non venisse fuori solida e unita. In realtà noi volevamo mostrare a tutto il mondo che ficata fosse l'hardcore. Quella trasmissione fu davvero bizzatta, non aveva il minimo senso, ci arrivavano un sacco di chiamate di gente che diceva "ma che ci frega? fateci sentire la musica." COmunque parlò soprattutto Steve Martin. Ogni tanto ribecco ancora qualcuno di quei ragazzi e ci facciamo delle grasse risate a riguardo.