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Musica

10 ragioni per cui i video di Nick Cave sono i migliori del mondo

I video di Nick Cave sono qualcosa di incredibile, vi spieghiamo bene perché.

Nick Cave, uno dei pochissimi musicisti sopra i cinquanta che ancora fanno rabbrividire i pischelli, ha forgiato la propria carriera in maniera talmente solida da aver steso tutta la generazione pre, durante e post MTV. La videografia di Nick copre ben tre decadi, da quando la sua immagine appariva tutta frastagliata in registrazioni VHS di fine anni Settanta, fino ai prodotti superdettagliati in HD con cui esce ora. Cave non è mai sceso a compromessi, nemmeno per quanto riguarda i video musicali. Nel 1996, con una temibile lettera aperta, chiese che la sua nomination per gli MTV award fosse rimossa, insieme ad ogni altra nomination o award che avessero avuto in mente in futuro. Le parole esatte erano queste: "IL MIO RAPPORTO CON LA MIA MUSA È MOLTO DELICATO E SENTO CHE È MIO DOVERE PROTEGGERLA DA INFLUENZE CHE POSSANO IN QUALCHE MODO URTARE LA SUA FRAGILE ANIMA."

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Diciotto anni sono passati da quando quell'anima fragile ha rifiutato ogni compromesso, a meno che non si conti come tale il featuring più commerciale di Nick, quello con Kylie Minogue in "Where The Wild Roses Grow". Quest'anno è uscito l'ultimo splendido album di questo geniaccio, Push The Sky Away, di cui Noisey ha patrocinato un video.

"Jubilee Street" è girato dal collaboratore fisso di Cave, John Hillcoat e ha come protagonista Ray Winstone, direttamente dal film preferito di vostro zio, nonché padre di Jaime Winstone. Fa la parte di un tipo la cui sessualità è caratterizzata da un apparente odio verso se stesso, specialmente quando frequenta i miserabili bordelli clandestini, ma il cui epilogo è decisamente psichedelico—un seno magico si cala su di lui, o qualcosa del genere. È un casino da spiegare, ma funziona alla grande: non potremmo mai prendercela con lui seriamente, a maggior ragione se ci sono di mezzo capezzoli. Ogni tanto appare anche Nick, che per qualche ignoto motivo ha perso tutto il suo sprint di un tempo, mentre passeggia per le strade di Londra con le braccia al cielo, vivendo la vita che avrebbe potuto avere Iggy Pop se fosse rimasto attaccato alla musica e non alle assicurazioni.

Dato che MTV Classic non c'è più, ho pensato di celebrare il suo ultimo video riesumando i suoi migliori dieci di sempre. Non c'è un vero criterio secondo il quale ci si debba aspettare qualcosa dai video di Cave, se non forse la sua presenza. I suoi video sono brillanti, e all'occasione anche non brillanti, ma per ogni scena in cui non sono presenti redenzione viscerale o accenni di coreografie improbabili, c'è uno sfrontato coniglietto fatto a computer e/o una performance memore di Leslie Grantham vestito da Capitan Uncino alla pantomima di Wimbledon (Dig! Lazarus Dig).

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"We Know Who U R"

La prima traccia dei Bad Seeds senza Mick Harvey, è la prova che ad oggi la musica è priva di quei segnali di cedimento che Harvey temeva potessero sopraggiungere nel lasso di tempo tra il suo vecchio e nuovo disco. Nel video, Gaspar Noè, regista da un gusto incredibilmente delicato, elimina ogni essere vivente, lasciando da solo l'unico membro della band e creandogli attorno un'atmosfera sobria e meravigliosa tanto quanto la canzone.

"Do You Love Me?"

Qui Cave gironzola in mezzo allo sfarzo delle notti di Phoenix, che Baz Lurhmann ha voluto ricollocare in Brasile, dove veniamo condotti in una serie di locali, con Nick completamente a suo agio. Neanche stavolta perde l'occasione di ricordarci con garbo quanto sia davvero l'unica persona che, pur avendo sfondato negli anni Settanta, è rimasta al top anche negli anni Novanta. Basta che indossi un paio di occhiali ed è già carica sessuale.

"Jack The Ripper"

Siamo circa nel '92 e troviamo Nick con una chioma lunga e indomata proporzionalmente all'utilizzo di eroina, mentre si dibatte sul palco assieme alla band. Il tutto è alternato a immagini di armi sanguinolente e alle corrispondenti scene del delitto in cui sono state usate. La camera di John Hillcoat ondeggia assieme ai Bad Seeds, orbitando attorno al microfono troppo basso di Nick con movimenti che danno facilmente la nausea. Un video macabro, a partire dai pantaloni in tessuto scozzese che probabilmente si è fatto prestare da Bob Geldof.

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"Heathen Child"

Uno ha sempre la convinzione che Cave e Warren Ellis abbiano preso i Grinderman come pretesto per trasgredire senza intaccare la reputazione dei Bad Seeds: un misto tra i Babyshambles e Watch The Throne di Jay-Z e Kanye. Questo video è l'esempio perfetto di quello che volevano fare—un padre borderline, a tratti divertente, ma nel complesso felice, in tutta la sua attitudine da fregancazzo. Se non siete certi di potercela fare mettete pausa, andate al minuto 4.54 e ricordate che Nick non ha più bisogno di essere un goth—e neppure voi.

"Wanted Man"

Il video di questa cover di Bob Dylan/Johnny Cash consiste in un bel po' di riprese fatte da Mick Harvey durante i tour, ed è una rarissima e incantevole occasione per beccarci gli zii che se la sciallano come non ci fosse un domani. Ci sono tanti momenti all'interno del video che mi fanno sorridere, dal saluto romano di Nick e Blixa Bargeld a 1.14, al balletto di Nick a 3.40. Le camicie indossate mettono palesemente in crisi ogni collezione uomo primavera/estate 2014.

"Stagger Lee"

Nick Cave è diventato il mio cantautore preferito esattamente a tre minuti e ventidue secondi di questa canzone, la prima volta che l'ho ascoltata. "And I'll crawl over fifty good pussies just to get one fat boy's asshole." Cave qui è all'apice del suo nonsense lirico. Il video rende giustizia alla traccia nel momento in cui realizzi che Cave sta indossando una maglietta rosa dei Take That (a quanto pare un'edizione limitata messa in commercio solo quando si sono sciolti) gentilmente prestata dal truccatore, il giorno delle riprese, sotto richiesta di Nick. È un piacere guardarlo agitarsi in queste vesti non consone, turbinando come Mr. G di Summer Heights High da fatto.

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"Nick The Stripper"

Che sia vestito da gladiatore a cinquant'anni, o nudo a venti, Nick non ha mai temuto i look estremi. "Nick the Stripper" (primissima collaborazione tra John Hillcoat, appena uscito dalla scuola di cinema, e Cave) è Nick nel suo momento di massimo sconvolgimento alla "sono fico solo io" di sempre. Per i fanciulli che lo conoscono solo come un vecchio burbero sulle pagine di Mojo magazine, osservarlo mentre fa capriole, abusa del resto della band e si limona una capra è più che essenziale.

"Henry Lee"

Come quando ci si imbatte in una coppia nell'esatto momento in cui si stanno per innamorare l'uno dell'altra, questo video a una sola ripresa, è così intimo da risultare quasi scomodo. È stato girato prima che Nick Cave e PJ Harvey si conoscessero bene, ma era già abbastanza chiaro come sarebbe andata a finire. Come solo le più grandi e distruttive storie d'amore riescono a fare, la loro oscura relazione ha ispirato un masterpiece: The Boatman's Call, tacitamente considerato il migliore dei suoi lavori da molti fan. È in momenti come questi che ci si rende conto perché vale la pena spegnere MTV e credere ancora un pochino nella musica.

"Shivers"

Due anni prima che i Boys Next Door diventassero i Birthday Party, la band è finita in una trasmissione per la TV australiana, Nightmoves dove hanno suonato "Shivers", uno struggente lamento in due corde scritto dal grande Rowland S. Howard all'età di 16 anni (EH?!). Nick qui è ancora innocente e immerso nei suoi sogni, un idolo teen col colletto alzato e l'orologio Casio. Ingenuo sarebbe l'aggettivo sbagliato; "Shivers" rivela il Cave intrattenitore di prima classe fin da inizio carriera.

"15 Feet Of Pure White Snow"

Non solo un video immenso di Nick Cave, ma anche un valido esempio di quanto immensi possano essere i video musicali in generale, e un promemoria: per ottenere risultati seri non c'è bisogno di prenderla COSÌ sul serio. Un grande set, una gara finale di ballo in cui Nick se la vede con i cameo stellari di Jarvis Cocker, Noah Taylor, superati solo da un sudato ed eccezionale Jason Donovan, che ruba loro la scena irrimediabilmente. Jason sostiene di non aver più toccato "la pura e bianca neve" dal 2000, quando è nato il suo primo figlio, ma credo che il suo masterpiece (del 2001) riveli il contrario.