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Musica

Abbiamo chiesto agli Explosions in the Sky di mettere in classifica i loro stessi dischi

Incredibile! Munaf Rayani non c'è rimasto sotto con Friday Night Lights. Ma non è l'unica sorpresa della sua classifica.

Rank Your Records è la serie di Noisey in cui chiediamo a musicisti di ripercorrere la loro carriera mettendo i propri album in ordine di preferenza. Non molto tempo fa, sembrava che fosse stato messo un limite all'esplorazione di una band di rock strumentale. Quando gli Explosions in the Sky sono emersi da Austin, Texas, alla fine Ventesimo secolo, sono stati immediatamente etichettati post-rock, un termine vago che veniva usato per ogni band che non rientrasse nelle strutture convenzionali dell'indie rock. Ma andando in tour con artisti come Smashing Pumpkins, Four Tet, …And You Will Know Us By The Trail Of Dead e Fugazi, il quartetto si è costruito una reputazione da band live catartica ed emozionante. Dopo cinque anni di carriera, hanno avuto una possibilità di successo quando è stato proposto loro di comporre la colonna sonora per il film e l'adattamento televisivo di Friday Night Lights. Improvvisamente, milioni di persone sono venute a conoscenza dei loro epici passaggi, e sono diventati la band per musicare ogni prodotto filmato che contenesse una scena in cui si doveva superare una grande difficoltà.

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Ma nonostante l'inaspettato successo commerciale, gli Explosions in the Sky hanno anche dato prova di essere una delle band più affidabili e meno compromesse che ci siano in giro. Si prendono il tempo che serve per comporre gli album, e se vogliono scrivere la musica per un film che non avrà successo commerciale, lo fanno e basta. Hanno appena pubblicato il loro nuovo album dopo cinque anni di silenzio, The Wilderness, che mostra ancora una volta la costante progressione della band. Il chitarrista Munaf Rayani considera il nuovo album un trampolino di lancio. "Penso che ci fionderà in un nuovo universo allo stesso modo di The Earth Is Not A Cold Dead Place", dice. "Sento che presenta le cose in un modo che nemmeno noi sapevamo di essere in grado di esprimere. È una progressione reale, sincera rispetto al nostro catalogo musicale. Spero che sorprenderà coloro che credono di averci ormai inquadrati".

Noisey ha chiesto a Rayani di analizzare i primi sei album degli Explosions in the Sky, fino a The Wilderness, e di metterli in ordine di gradimento.

6. Take Care, Take Care, Take Care (2011)

Noisey: Perché questo è quello che ti piace di meno?
Munaf Rayani: Ricordo che nei quattro anni tra questo e All Of A Sudden siamo stati molto in tour. E quindi abbiamo avuto molto poco tempo per inventare nuove melodie o scrivere nuove canzoni in viaggio. Ma dopo aver finito quel ciclo ed essere tornati a casa ci siamo messi davvero sotto. Noi siamo sempre stati lenti a comporre per tutta la nostra carriera, per cui ci è voluto del tempo per scrivere questo disco. E ci è sembrato molto familiare. Probabilmente il più familiare di tutti, e per questo lo metto in fondo alla classifica. È diventato facile una volta che siamo partiti, ed eravamo coscienti e attenti a questa cosa. Non vogliamo scrivere canzoni troppo facili. Per esempio, "Postcard from 1982": quello è un tono classico che non potresti mai scambiare per un'altra band. Quest'album non ci è arrivato dal cielo, però l'abbiamo scritto un po' più facilmente di quanto avremmo voluto.

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Il titolo ha fatto pensare a molta gente che si trattasse dell'ultimo album.
Me lo ricordo. Penso che ci piacessero semplicemente il ritmo della frase e le parole. L'abbiamo preso da un libro che stava leggendo Mark , in cui un personaggio scriveva queste parole in fondo a una lettera. Non ci siamo preoccupati di come l'avrebbe presa il pubblico perché non avevamo intenzione di smettere.

Il vostro Take Care ha anticipato quello di Drake di qualche mese.
Lo so! Lo abbiamo soltanto anticipato o Drake ha sentito qualcosa e ha detto: "Sai cosa? Userò lo stesso titolo"? La coscienza collettiva è una cosa interessante. Mi è successa una cosa simile con l'artwork di The Earth Is Not a Cold Dead Place. Una fantastica band canadese di nome Stars ha pubblicato un disco con una copertina quasi uguale, e anche Erykah Badu. Per cui c'è un qualche tipo di pensiero creativo che galleggia nell'aria.

Quest'album ha raggiunto il sedicesimo posto nella classifica di Billboard. Quanto vi ha stupiti?
È stata assolutamente una sorpresa molto piacevole comparire sulla classifica di Billboard. Penso che a farci arrivare lì sia stata la somma di tutti gli album. Era anche il momento giusto. Tra un disco e l'altro il panorama musicale cambia molto per noi perché lasciamo passare molto tempo, se guardi alle differenze dal periodo di How Strange a The Wilderness è tutto completamente cambiato.

5. How Strange, Innocence (2000)

Musicalmente, metto questo disco qua, ma spiritualmente è in cima. È la nostra prima uscita, senza niente. Nessuno ci conosceva, non ci conoscevamo nemmeno noi stessi, ci siamo solo esposti. Dopo di questo album è cambiato tutto, anche il subconscio. Le prime note sono pure, incontaminate, segrete.

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Quanto era completa la band a questo punto?
Esistevamo da meno di un anno quando abbiamo iniziato a registrare questo disco. Ci siamo intesi perfettamente da subito. Mark, Mike e io avevamo già scritto mezzo disco senza batteria. Una volta che abbiamo presentato i pezzi a Chris , fu come se li avesse conosciuti fin dalla nascita. È stato questo a sviluppare tutto il nostro potenziale. Lo spirito era così puro e forte, ma come musicisti non eravamo ancora pienamente realizzati.

L'avete registrato in quattro giorni. Quanto ha contato questo dettaglio?
Sono sicuro che abbia avuto delle ripercussioni. Ma dato che eravamo ancora molto inesperti, altre due settimane in studio ci avrebbero messo ancora più in confusione. Non ci capivamo un granché di come si regitra la musica e come si catturano i suoni.

L'album uscì soltanto su CD-r in poche centinaia di copie, ma cinque anni dopo è stato ristampato da Temporary Residence.
Jeremy ha detto che dovevamo ristamparlo perché ce n'erano soltanto trecento copie in giro per il mondo. E si parla di prima che tutta la musica venisse digitalizzata. Per cui dargli una forma fisica ci è parso giusto.

4. Those Who Tell the Truth Shall Die, Those Who Tell the Truth Shall Live Forever (2001)

Ora che entriamo nella zona di metà classifica sono tutti più o meno alla pari. Su questo ci sono molte canzoni davvero belle che suoniamo ancora oggi. È stata più la nostra vera introduzione nel mondo. How Strange era stato più un demo per un piccolo gruppo di persone. Se consideriamo questo come nostro primo album è stato davvero importante, e quando ha iniziato a vendere è stato davvero sorprendente ed emozionante. Eccoci qua, con un vero disco in vinile che viene recensito nelle vere riviste. Questo ci ha dato molta gioia.

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Certa gente ha cercato di collegare l'artwork all'11 settembre. Sembra una cazzata, ma quanto pensi che ci credessero quelli che sostenevano ci fosse una connessione?
Vero che suona pazzesco? La gente è sempre alla ricerca di qualunque cosa li faccia sentire parte di qualcosa di sensazionale. Penso non ci fosse nulla più di questo e di qualche strana coincidenza. Tanti dicono che il disco sia uscito il 10 settembre, il che è errato. È uscito a fine agosto, alcune settimane prima. E poi sul centrino c'è scritto "This plane will crash tomorrow", che era soltanto un nostro tentativo di tenere i piedi per terra. Dopo aver firmato un contratto, aver pubblicato un disco, andare a suonare all'estero, il tour con i Trail of Dead, cercavamo di usare un po' di humor (nero) per dire "Godetevi tutto questo perché l'aereo si schianterà domani". Non pensavamo che sarebbe durata così a lungo. Per cui l'abbiamo scritto sul disco e sulla mia chitarra. Eravamo giovani e stupidi ai tempi. Non penso che lo scriveremmo oggi, perché siamo uomini adulti.

E poi, naturalmente, c'è stata la volta che abbiamo suonato ad Amsterdam alla radio VPRO. In aeroporto c'erano tutte queste code alla security. Quando finalmente siamo arrivati al gate ci hanno chiesto i nostri nomi e che cosa facevamo, e poi ci hanno presi da parte. Erano particolarmente interessati a Mike perché la mia chitarra era stata imbarcata a suo nome. Per cui hanno aperto la custodia e chiesto una spiegazione. Si trattava chiaramente di un travisamento. Lui ha spiegato che eravamo musicisti e che avevamo un album, e ha mostrato loro il CD. Dopo un po' di tira e molla si sono convinti e ci hanno lasciato andare. Da lì quella storia ha incominciato a seguirci dappertutto, insieme a quella che il nostro disco sarebbe uscito il 10 settembre. Poco dopo l'11 settembre, una college radio ha pubblicato una lista di band che non avrebbe passato basandosi esclusivamente sul loro nome, e noi eravamo tra queste. Erano tempi molto delicati, e non appena iniziava a girare qualche voce su di te, molte porte venivano chiuse. Quindi tutti questi piccoli avvenimenti si sono combinati e hanno portato alla leggenda che accompagna questo disco. E per quanto fosse una stupidata, ci ha inseriti in un dibattito di cui non avremmo voluto fare parte, ma allo stesso tempo il nostro nome si sentiva molto in giro e la gente veniva a conoscenza della nostra esistenza.

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E poi questa storia è tornata a tormentarvi dieci anni dopo, quando avete suonato a Boise l'11 settembre.
Oh dio santissimo. Dico, la TV locale ha perfino mandato un inviato per coprire la storia. Nessuno ci ha chiesto nulla, ma ci hanno mandato il video. Doveva essere una giornata davvero noiosa.

Vi è andata sempre meglio che ai Coup, però. La loro copertina li rappresentava letteralmente nell'atto di far esplodere le torri del World Trade Center con un telecomando. Ed era programmato che uscisse dopo il 9/11.
Giusto! Sì, quello è stato incredibile! Ricordo benissimo che ne abbiamo parlato dicendo: "Cazzo, e noi credevamo di passarcela male. Guarda questi qua!".

3. The Earth Is Not a Cold Dead Place (2003)

Questo è il disco in cui ci siamo resi conto di stare crescendo esponenzialmente. Stavamo cominciando a trovare il nostro passo come musicisti e a comporre melodie e ritmi che portavano l'ascoltatore lungo la strada che volevamo davvero. Questo disco ci era già parso davvero importante e bello, poi è arrivato Brian Reitzell, il coordinatore musicale di Friday Night Lights. Ci ha chiamati dal nulla e ci ha detto "Hey ragazzi, sto lavorando a un film e penso che voi sareste perfetti per la colonna sonora". E il resto è storia. La musica che abbiamo scritto per il film era simile a The Earth, quindi poi sono finiti per usare alcune parti di The Earth. Potrebbe stare in cima alla lista per molte persone, perché è il disco che ci ha catapultati in questa nuova stratosfera di ascoltatori. E questo è dovuto in parte a "Your Hand In Mine", e quel pezzo è collegato a Friday Night Lights. Anche la gente che non ci conosce, potrebbe conoscere quella canzone.

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Devo chiedertelo: chi sceglieresti come quarterback titolare? Jason Street, Matt Saracen, Vince Howard, o Mike Winchell?
Non ho idea di chi siano queste persone. Penso che Mike e Mark abbiano visto molte puntate. Non so se Chris ne abbia viste, ma mia moglie sì e molti miei amici pure. Io invece niente, per cui non sarei sincero nel darti uno di quei nomi. Friday Night Lights è una cosa agrodolce per me. È stata una cosa davvero bellissima per noi, sia il film che la serie televisiva, ed è stato incredibile quando ci hanno confermati per la prima e la seconda stagione. Ma poi hanno cambiato coordinatore musicale e noi siamo stati tagliati per primi, e hanno assunto un altro musicista, W.G. Snuffy Walden, per adattare le musiche. E il suo suono è così vicino al nostro che mi sembra ridicolo. Uno di questi giorni mi ci metterò e lo guarderò tutto, però. Ma tutte le persone di cui rispetto l'opinione amano quel programma.

2. The Rescue (2005)

Più che in ogni altro disco, in questo c'era una sensibilità pop. C'è una componente vivace, dinamica. Si tratta di veloci, dolci quadretti che si consumano nel tempo di un respiro. È stata la prima volta che siamo riusciti a comunicare un pensiero profondo in due minuti tanto bene quanto riuscivamo a farlo in dodici. Ci ha davvero aperto gli occhi, e ci ha ispirati per i dischi successivi. Abbiamo fatto un esperimento, cercare di non suonare come noi stessi. Non c'erano regole o strade da seguire. Non che ce ne siano di solito, ma tendiamo a seguire l'abituidine e i movimenti naturali, e questa volta eravamo coscienti di tentare di fare musica che non ci si aspettava da noi. Ci siamo scambiati gli strumenti, abbiamo concluso la sera melodie concepite la mattina, abbiamo cercato di non soffermarci su nulla, soltanto un giorno, un pensiero, una canzone. È stato anche molto divertente. È stato come andare a un seminario di musica con i tuoi amici e uscirne con un disco.

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All'inizio, questa doveva essere un'uscita limitata per la serie "Travels In Constants". La maggior parte degli artisti non ha pubblicato il proprio lavoro dopo, come mai voi sì?
Eravamo un po' sopraffatti dalle aspettative. Avremmo mai potuto raggiungere i livelli raggiunti quando eravamo così giovani? E arriva The Rescue, che ci ha dato l'opportunità di ignorare restrizioni e aspettative che ci eravamo autoimposti. Siamo tornati semplicemente a suonare. The Rescue non l'abbiamo scritto per nessun altro a parte noi stessi. Abbiamo anche pensato di fare solo alcuni CD da dare ai nostri amici, ma una volta finito ci sentivamo così sicuri che l'abbiamo mandato a Jeremy perché lo includesse nella serie "Travels In Constants". Non l'abbiamo pubblicato ufficialmente, l'abbiamo solo venduto in tour e sul sito Temporary Residence. Sono stati i giornalisti musicali a presentarlo come un vero album. La gente si è messa a scrivere recensioni di sua spontanea volontà, dandogli così una dignità da uscita semi-ufficiale.

1. All of A Sudden I Miss Everyone (2007)

Questo è per me, e potrei essere l'unico nella band a pensarla così. Per me, è arrivato dopo The Earth, che è ancora oggi considerato probabilmente il nostro disco migliore dalle masse. The Rescue ci ha aiutati a uscire dal vicolo cieco musicale in cui ci trovavamo in quel momento, e ci ha fatto da trampolino di lancio verso questo disco. Penso che abbia alcune canzoni che sono le migliori del nostro catalogo, in particolare "The Birth and Death of the Day". Suonare questa canzone mi fa sentire vivo.

Questo è il primo disco in cui avete usato il piano. Cosa vi tratteneva dall'incorporare altri strumenti nei dischi precedenti?
Penso che fossimo così legati alla combinazione di chitarre, basso e batteria che non ci veniva facile introdurre altri strumenti. E poi siamo arrivati a questo punto e abbiamo pensato: "Che sia il caso di provare?" E ci siamo trovati molto a nostro agio. Alcune di queste canzoni non funzionavano live, per cui non le suonavamo. Ma ora il piano è tornato nel nuovo disco, quindi anche sul palco con noi.

L'album inizialmente uscì con un secondo disco di remix. Ma non si trattava di due o tre canzoni remixate varie volte, era una versione alternativa dell'album.
Assolutamente! Così lo abbiamo concepito, e così è uscito. Allora ascoltavamo tutti molto gli Jesu. Il remix di Four Tet è il migliore, secondo me. È il classico Four Tet. È una cosa molto stratificata, perché Kieran è un nostro vecchio amico, e anche Adam, che ha fatto un altro remix. Erano nella band Fridge, con cui avevamo una connessione stupenda. Avevamo tantissimi amici in comune. Il disco di remix è stata una cosa molto personale per noi.

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