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Musica

Lo stilista di Kim Kardashian odia il punk e lo vuole distruggere

Il flame di Enfants Riches Déprimés contro i Kill Your Idols mostra che Henry Levy non ha alcun rispetto per la cultura che sta prosciugando.

Foto via IG @blackanvil

La nostra Kardashian preferita la settimana scorsa ha fatto arrabbiare un po' di vecchi brontoloni punk indossando una giacca di pelle di Enfants Riches Déprimés con borchie e toppe di Disclose e Kill Your Idols. Io ho buttato giù un articolo in difesa della punkitudine della star televisiva, ho incassato gli insulti nei commenti e sono andata avanti con la mia vita, pensando che fosse l'ultima volta che avrei prestato attenzione a una Kardashian, almeno finché Kris Jenner non diventerà Presidente degli Stati Uniti. Poi ho ricevuto un messaggio su Instagram da uno dei membri della leggendaria band punk hardcore di New York Kill Your Idols, e le cose hanno preso una piega strana.

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I Black Anvil (una paurosa band black metal newyorkese che ha alcuni membri in comune con i KYI) aveva postato una foto della giacca della Kardashian, taggando la marca di vestiti e riferendosi a loro con l'appellativo di "cialtroni"—forse l'insulto più innocuo che sia mai passato per un server Internet. Lo stilista che ha creato Enfants Riches Déprimés, Henry Levy (o "Henri Alexander", a seconda di quanto si sente pretenzioso quel giorno) si è offeso e si è lanciato di testa in un flame incendiario che ha mostrato la sua vera natura di bullo.

"Sei una femminuccia. Renditi conto di quanto influenzo le tue emozioni, da fare un post solo sul mio lavoro. Polizia Punk piagnona del cazzo. Posso saccheggiare e mettere a ferro e fuoco tutto quello che mi pare e venderlo per migliaia di dollari mentre tu stai lì a darmi ancora più attenzione. Sta' al tuo posto, testa di cazzo", ha scritto lo stilista, che vive tra New York e Parigi, a un uomo che suona in gruppi punk da quando Levy indossava ancora il suo pannolone di cotone egiziano.

Come società siamo abituati ai ragazzini ricchi che si comportano male, ma questo caso fa davvero schifo. Vedere un intruso di passaggio (che sostiene di amare il punk eppure caga su letteralmente ogni sua istanza etica) mettersi in imbarazzo insultando una persona che rappresenta decenni di sangue, sudore, punti di sutura e lavoro durissimo fa venire la pelle d'oca, ed è un perfetto esempio di quanto fa schifo che le marche di vestiti costosi (ma anche economici, come H&M) si approprino delle sottoculture underground. Come dice Levy (schiumando, immaginiamo, tracotanza capitalista), può "saccheggiare e mettere a ferro e fuoco" tutto quello che gli pare per guadagnare qualche soldo.

C'è un modo etico di accedere a questo immaginario e a questa cultura, e poi c'è il modo di Enfants Riches Déprimés. Da un lato, i metallari si sono arrabbiati vedendo il merch di Justin Bieber dal design metal, ma perlomeno lui (o chi per lui) ha deciso di lavorare con il mitico artista Mark Riddick, una persona che capisce e rispetta l'immaginario preso in prestito da Bieber. Dall'altro lato, Enfants Riches Déprimés ha messo in chiaro di non farsi problemi ad approfittare dell'estetica punk per fare soldi, ma che non ha alcun rispetto per la musica o la cultura stessa. Tra parentesi, la bella idea di piazzare delle svastiche sui vestiti non fa più ridere—Nazi punks fuck off.

Levy sembra apprezzare davvero la musica punk, ma è chiaro che la sua arroganza da ricco e il suo ego gli impediscono di capirla davvero. La lezione qui è: sta' nel tuo campo, e se senti il bisogno di sconfinare, sii rispettoso nel farlo, cerca di sapere sempre qual'è il tuo posto—e se vuoi indossare il logo dei Disclose senza rimpinguare le tasche di uno stronzo succhiasangue pieno di soldi compralo dalla band.

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