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Musica

Dalla romania: Mamma mia he's italiano!

Apriamo questa rubrica strizzando l’occhio a tre cose che piacciono a tutti: i ricevimenti di nozze, le ragazze dell’est con i capelli tinti di rosso e le tette.

Apriamo questa rubrica strizzando l’occhio a tre cose che piacciono a tutti: i ricevimenti di nozze, le ragazze dell’est con i capelli tinti di rosso (generalmente abbinati con lo smalto dai nomi tipo “Cherry Cunt”, messo su unghia lunga mani e piedi) e le tette. Questi i grandi pillar su cui si basa una delle hit più famose in Romania, "Mamma mia (He’s italiano)", che racchiude tutto il sapore di una pizza siciliana, quella con le acciughe per cui bevi tutta la notte, divorata da Julia Roberts di Mangia, Prega, Ama a Bucarest.

Elena Gheorghe, per gli amici soltanto Elena, è figlia di un prete e forse per questo ha deciso di confenzionare una canzone, già classico, dedicata al matrimonio che potrebbe riassumersi in una sola domanda: cosa succede se sposi un italiano di nome Tony from Milano? Gli scenari di Elena sono concreti quanto italici: ti parlerà in italiano nelle orecchie, ti dirà che sei molto bella, ti mentirà, perché Italian is a macho. E non aspettarti che sia di Milano se si chiama Tony, almeno non di prima generazione. Di fronte all’occhio acuto di Elena, ritmato da una base che mi ricorda tanto la discoteca DELPHI dove sono andata in gita ad Atene, di fronte a Elena che cerca di essere la versione slava un po’ slut di Sofia Loren con vestito anni Cinquanta a fiori e gamba aperta che vorrebbe essere un rimando all’italica sfrontatezza della Magnani, ma sembra soltanto l’italica pausa all’autogrill di un camionista sulla Salerno-Reggio Calabria, non posso far altro che commuovermi e pensare di essere in una villa dell’Italia meridionale pronta per un pranzo di nozze da cui uscirò esausta e forse senza mutande.

A rompere il mio incantesimo da Cinderella però arriva il rap di Glance e in un attimo via l’antipasto misto di mare, via lo zio che si è slacciato i pantaloni, via lo sconosciuto che mi vuole per il brindisi, mi accorgo che sto guardando un video pieno di zoccole moldave e che sono di nuovo a Milano, nel Gennaio 2015 con una schiscia con dentro l’avanzo di insalata di ieri e la mia collega Benedetta che mi dice “Bevi l’acqua, bevi poco”.