L’altro giorno scorrendo il feed di Facebook mi sono imbattuto in questa notizia: “Sabato si incontreranno in tutto il mondo i neomaschilisti. Saranno anche a Roma in piazza di Spagna.” Non credevo che in Italia ci fossero veri e propri movimenti neomaschilisti—ovvero composti da persone che sostengono la superiorità schiacciante dell’uomo sulla donna e l’inutilità del consenso, spesso giustificando di fatto lo stupro—e la cosa più vicina di cui avevo sentito parlare era Salvatore Marino, autodefinitosi “leader maximo del neomaschilismo antifemninazta 100% mondiale.” Ma proprio perché si parlava di Roma, ho deciso di andare un po’ più a fondo.
L’organizzatore di questi raduni è Daryush Valizadeh, noto pick-up artist americano e gestore del blog Return of Kings. Proprio su quest’ultimo si spiegava che per sabato 6 febbraio era stato indetto l’International ROK Meetup Day: 165 raduni in 43 nazioni dedicati ai neomaschilisti discepoli di Roosh V (nome di battaglia di Valizadeh), in cui il leader avrebbe spiegato loro come far propria una donna senza preoccuparsi del suo consenso. In questi anni, Valizadeh è stato definito “il misogino più famigerato del Web,” accusato di propaganda dello stupro e incitamento all’odio e oggetto di una petizione per impedirne l’ingresso in territorio canadese.
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Mentre riflettevo sul fatto che Roma fosse destinata a non avere pace quanto a raduni di gruppi retrogradi, comunque, è arrivata la notizia che i meeting sono stati cancellati in tutto il mondo per “motivi di sicurezza” dei partecipanti, messi a quanto pare in pericolo dalle petizioni e dalle reazioni di donne e uomini con un minimo di senso critico. La reazione è stata così forte da essere seguita da una grande eco sui media internazionali.
Quanto all’Italia, quello di Roma era solo uno dei tre raduni organizzati, anche se resta difficile valutare il seguito del pick up artist—che ho cercato senza successo di contattare su Twitter—nel nostro Paese. Probabilmente, se Valizadeh avesse effettivamente un seguito in Italia, questo potrebbe dipendere più che dalle sue esternazioni sullo stupro dagli articoli e i libri che il 36enne ha pubblicato.
Nei 15 libri di cui è autore, infatti, Roosh V dispensa consigli su come avere rapporti sessuali con le donne di ogni paese—una sorta di Lonely Planet del sesso. Consigli che possono essere riassunti con questo passaggio da Bang Iceland [traduzione mia]:
“Mentre tornavo a casa ho capito quanto fosse ubriaca. In America fare sesso con lei sarebbe stato stupro, dal momento che, legalmente, non era in grado di dare il suo consenso. Non avrebbe aiutato il fatto che io fossi sobrio, ma non posso dire che mi interessasse né di aver esitato. Non razionalizzo le mie azioni, quello che faccio è fare sesso.”
Oltre a fare sesso, Roosh V ha firmato anche alcuni post online estremamente contestati. Tra questi, sul suo sito c’è un articolo “che non si vuole altro che un’ipotesi satirica”—spiega lui—in cui promuove la legalizzazione dello stupro all’interno della proprietà privata per “sconfiggere la cultura dello stupro”: ovvero, se una donna si è lasciata portare in uno spazio chiuso, vuol dire che dentro di sé è consenziente anche se afferma il contrario.
È da frasi e articoli come questi, che abbondano sul sito in questione, che si può cogliere perfettamente il personaggio di Roosh V e il suo seguito: come molti altri pick up artist Valizadeh scrive guide e dà consigli più o meno criticabili. Ma a differenza di altri, o in modo esasperato rispetto ad altri, gioca sul filo dell’ambiguità e traveste la sua misoginia reale—e reali sono le sue campagne vessatorie online e le accuse di molestie che gli sono state mosse—da ipotesi provocatoria. Ottenendo così di 1) far passare il suo messaggio 2) rimanere incensurato 3) avere la possibilità di difendersi in ogni caso con uno “scherzavo”.
Le premesse da cui parte Roosh prevedono che gli uomini sappiano che lo stupro è sbagliato, motivo per cui non sarebbe necessario ricordarglielo; in quel modo, le donne starebbero più attente al proprio corpo “esattamente come fanno attenzione ai loro smartphone e alla loro borsetta.”
Che Valizadeh non scherzasse del tutto quando ha esposto questa teoria è evidente dal fatto che poco dopo, in seguito alle critiche, abbia cercato di cucire le falle dei suoi ragionamenti in un video.
Il polverone intorno a questa sua “promozione ironica dello stupro”—ma viene da chiedersi cosa ci sia di ironico in tutte le sue guide al sesso per lo più non consenziente—ha fatto il gioco del Roosh V forum e di Return of Kings, blog “per eterosessuali e uomini virili” collegato a quello personale di Roosh V. ROK serve il mito del maschio apparecchiato con tutti gli ingredienti classici della virilità tribale (con la barba e l’ascia, mentre sfida i suoi fratelli e le tempeste del mare del nord) ed è pensato per “una piccola ma forte comunità di uomini che credono ancora che gli uomini debbano essere uomini e le donne debbano essere donne.”
In poche parole, ROK e i suoi seguaci credono che il patriarcato debba essere rafforzato, mentre le donne dovrebbero svolgere il loro ruolo naturale: fare figli ed essere attraenti. Secondo questa versione spicciola di darwinismo fallocentrico, quando la donna invecchia e diventa meno fertile diventa inutile, mentre l’eliminazione dei ruoli tradizionali e la promozione della libera scelta nella ricerca del compagno fomenterebbero la promiscuità della donna e altri comportamenti sfavorevoli per la continuazione della famiglia tradizionale.
Lungi dal limitarsi a esporre dalla propria posizione solonica i problemi che affliggono la società, Valizadeh usa la sua figura di pick-up artist per organizzare seminari e incontri pubblici rivolti a “neomaschilisti” o, molto semplicemente, uomini con difficoltà ad avere relazioni con l’altro sesso.
Come nota una collega tedesca, questi seminari si svolgono sempre secondo lo stesso modello retorico: dopo un’ora e mezza di autocommiserazione con battute scadenti e picchi vocali e tentativi di convincimento basati su dati non dimostrati, Valizadeh fornisce la sua soluzione: per conquistare una donna basta fare questo o credere quello, mentre monetizza con le sue guide su come essere dei perfetti galantuomini neomaschilisti.
Il fatto che i partecipanti siano spesso individui influenzabili che non vedono l’ora di sentirsi gregge è intuibile dalle modalità “iniziatiche” per accedere ai raduni. Gli interessati infatti avrebbero dovuto chiedere a chi si trovava sul luogo se sapeva dov’era “un negozio di animali”. E la risposta “Sì, è proprio qui,” avrebbe identificato gli uomini che erano lì per partecipare, chiamati nel comunicato tribesmen.
Nonostante gli annullamenti dei raduni di questo sabato, comunque, la pagina di ROK ha subìto un update ancora più surreale: nelle ultime ore ogni utente in possesso di un profilo attivo che non abbia lasciato commenti negativi sulla pagina e possa dimostrare di avere comprato uno dei libri di Roosh prima del 15 gennaio riceverà un’e-mail con le nuove location segrete dei raduni.
Ora, non soddisfando nessuno dei tre criteri non posso sapere se in Italia si terranno effettivamente riunioni segrete di neomaschilisti. Ma una cosa può essere detta: esattamente come l’articolo pro-stupro e i video, le mosse di Roosh sembrano attentamente studiate per provocare e quindi produrre profitti a suon di shit storm. Tra petizioni, articoli e profili social pieni di commenti, le pagine di Roosh hanno infatti avuto un sostanzioso incremento di traffico negli ultimi giorni.
E basta una piccola ricerca su Google Trend per verificare l’aumento esponenziale delle ricerche di “Roosh” e “Return of Kings”.
A questo punto la domanda sorge spontanea: forse tutto questo, raduni fantasma compresi, non è altro che una misera operazione di marketing? Le conferenze, gli articoli provocatori, tutto sembra suggerire un unico obiettivo: quello di rimpinguare le tasche di un uomo che trae profitto dalla frustrazione e dall’insicurezza di chi non riesce a trovare una donna promettendo invincibilità sessuale, virilità e accettazione nel branco dei “nuovi maschi”.
Probabilmente sì, è tutto marketing, ma nel caso di un marketing che fa leva su frasi come “Perché permettiamo alle donne di prendere decisioni?” e su vere campagne di molestie sessuali online, la situazione non potrebbe essere più disgustosa.
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