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Musica

Audio-giochi e racconti sonori: Francesco Cavaliere

Terraforma è ormai alle porte e con questa intervista proviamo a trascinarvi più a fondo nelle incredibili suggestioni di Francesco Cavaliere.

Foto di Leila Hassan

Ho incontrato i lavori di Francesco Cavaliere come si viene in contatto (oggi) con i dischi: alcuni link su Facebook, un'etichetta che li spinge, un messaggio da un mailorder. Pensavo si trattasse più o meno della "solita" musica elettronica, quindi sono rimasto davvero molto colpito quando ho deciso di schiacciare play: ho subito pensato ai lavori di sperimentazione sul formato del radiodramma di musicisti come Luciano Berio e Bruno Maderna, immortalati per esempio nello splendido cofanetto dedicato al Prix Italia.

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Ma qualcosa non mi tornava. Lo ammetto: ero io ad essere diffidente, non riuscivo a farmi conquistare totalmente. È stato solo dopo averne parlato con degli amici (uno di strettissima osservanza punk e un altro tra i miei punti di riferimento per le musiche "altre") che sono riuscito ad abbassare le barriere e a lasciarmi conquistare dai mondi sonori di Cavaliere, sorpassando l'effetto inizialmente un po' respingente di questa musica "strana", e lasciandomi stregare dalle sue finezze nella creazione di suoni e soluzioni mai sentite prima, ascoltabili nel disco in due "volumi" Gancio Cielo, uscito tra fine 2015 e poco tempo fa per Hundebiss.

Mi hanno anche parlato in toni particolarmente entusiastici di un live visto qualche tempo fa, e quindi è stato con un certo entusiasmo che ho accolto la notizia della partecipazione di Cavaliere a Terraforma sabato 2 luglio, e che ho deciso di fare con lui questa chiaccherata via e-mail tra Milano e Berlino, dove vive da quasi dieci anni.

Francesco Cavaliere: È tutta colpa di mia nonna Dolores! Quando ho iniziato a fare musica non ho mai potuto suonare uno strumento senza studiarne prima la teoria e la tecnica in modo classico. Essendo una prof di musica, me lo impediva… Come per altro era vietato toccare il pianoforte! Ma é stata lei che mi ha insegnato a usare i registratori a cassetta, ancor prima del piano o della chitarra. Perciò, sì: una formazione classica, ma conflittuale, almeno nei miei primi vent' anni.

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Quando hai cominciato a fare musica in forma di… racconti sonori? E come definiresti le tue opere? "Racconti sonori" ti va bene?
Ho fatto impazzire tutti con la voce: amici e compagni di classe. Usando parole inventate in modo ossessivo, versi, mimiche… Poi da "adulto" ho iniziato a registrare le mie storie, alla fine del 2010, ma i primi risultati decenti sono arrivati due anni dopo. "Racconto sonoro" per me é OK, ma quando penso a cosa voglio fare veramente penso sempre a un audio-gioco, a qualcosa che vada oltre l' ascolto; vorrei attivare delle reazioni, dubbi, domande… "C'é qualcuno in casa??" Il mio sogno è riuscire a far sì che chi ascolta si alzi dalla sedia per combattere contro Zeykols! Lì sì che mi riterrei realizzato… ma si entrerebbe nel campo della magia!

Ti consideri tutto sommato un musicista, accostabile ad altre figure nel campo della musica, o più un artista in generale, appartenente ad altri ambiti? Ho visto che hai collaborato con musei, fondazioni…
Penso ai musicisti come a degli artisti, e alla fine é tutto regolato dal contesto in cui ti trovi a fare le cose. Oggi puoi dedicarti a far musica con dei bastoni lunghissimi e registrazioni di vento in una galleria, e il giorno dopo a raccontare storie sul tetto di amici con sei spettatori: sei un artista o un musicista? Non saprei, probabilmente in questo caso i due termini coincidono, anche se tanti si azzuffano per questo. Fa abbastanza ridere, se vogliamo.

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Da dove viene l'interesse per questa forma di espressione? Dico una cazzata se parlo dell'arte radiofonica rappresentata per esempio negli anni d'oro del Prix Italia da nomi come Berio, Maderna, Sciarrino…? A me sembra che il tuo lavoro sia una sorta di attualizzazione estrema, e in ultima analisi molto riuscita, di quel tipo di cosa. È un riferimento che effettivamente c'è o non te ne è mai fregato nulla?
Wow, conosco bene quei mostri, specialmente Berio e Maderna, ma non vorrei farli rigirare nella tomba! Penso che certa letteratura o cinema siano stati lo spunto principale. Ho iniziato a riascoltare audio storie dopo un lungo periodo di astensione dalla lettura, in cui non riuscivo a concentrami. Leggere con le orecchie è stato come mettere occhiali nuovi: problema risolto!

Ci racconti in breve la storia di Gancio Cielo?
Mmmh, allora proviamo il riassunto del primo capitolo: a causa di un incantesimo, il palmo della mano di Dular, un essere vitreo, metà gatto metà tartaruga, si trasformò in pietra: un innesto velenoso chiamato Asath! Questa pietra, distaccatasi da Dular, iniziò a penetrare nel suolo in modo caotico un po' quà un po' là, cambiando il clima e l'ecosistema del mondo Exwuiter, luogo in cui si svolgono le trame del primo capitolo. Una leggenda dice che questo incantesimo si scioglierà solo se l'Asath verrà scagliata oltre le barriere del Paiuwana, delle barriere cosmiche create dagli Exwuiter per fondere i primi esemplari della loro specie…

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Come avviene la composizione di pezzi del genere? Una volta ideata una storia il testo e le idee richiamano certe sonorità?
Sì, di sicuro il testo é il fuoco, ma di pari passo continuo sempre a ingrandire le mie librerie sonore: piccoli pezzi che eventualmente possono funzionare con dei momenti di parlato. Per me il suono ha sempre una consonanza con fenomeni visivi, emotivi, più o meno astratti. Posso stare ore a creare suoni che richiamino nuvole, cascate di pepite d'oro, fuochi che fluttuano, chiazze violacee, paura, ansia, risa… È il mio divertimento preferito.

Quali sono le tue fonti d'ispirazione, in generale? E quale musica ascolti?
Può veramente essere di tutto: un'immagine, due righe su un blog di scienza e archeologia, o un articolo di cronaca. Mi piace immaginare a partire da quello che mi si presenta giorno dopo giorno: in strada, sui libri, nei film… Al momento sto guardando delle serie televisive della BBC uscite negli anni tra il 1980 e il 1993: Screen One e Screen Two. Sono dei film TV d'autore: gli attori, il team di produzione e il tema sono sempre diversi; alcuni sono molto belli e altri terribili. Con l'ascolto, invece, ho un rapporto un po' strano; cerco principalmente di ascoltare musica che non mi influenzi troppo, cose che non riesco a riprodurre: classica, musica tradizionale e molta musica pop. Niente che si avvicini troppo a quello che personalmente riesco a fare! Ultimamente sto ascoltando un sacco Parallelisme di Miharu Koshi, prodotta da Hosono… E dovrò smettere presto perché mi sta devastando!

Come si svolge un tuo live? Non ti ho mai visto ma ne ho sentito parlare molto bene.
Grazie! Molto succede nei giorni precedenti, durante la preparazione: tre giorni minimo di studio sul testo, che conosco a memoria ma è sfuggente… Poi ci sono le parti sonore da preparare, rifinire e rinnovare… Tre piani diversi: musica principale, effetti sonori, richiami vocali e voci dei "mostri". Sono quasi trenta minuti di parlato con accenni al canto e musiche che mi diverto a fare intrecciare in modo diverso dal vivo.

Ho visto che al Terraforma farai due set, vuoi anticiparci qualcosa?
I due set saranno Gancio Cielo 1 e 2. Sto lavorando su delle intro e code strumentali più lunghe, tipo "sigle" d'inizio e fine, ma non ti dico di più…

Grazie Francesco, ci vediamo lì!
Grazie a te, a presto!