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Musica

Le canzoni più memorabili della storia dei videogame

Quelle che non c'entrano un cazzo con l'andamento del gioco, ma che a un certo punto compaiono. Tipo la canzone dell'anca di Monkey Island 2.

Ah, la musica dei videogiochi. I mondi interiori che essa costruisce in noi. Ah, Tetris. Ah, Final Fantasy X. Ah, le colonne sonore della nostra infanzia, a patto che la nostra infanzia sia avvenuta precisamente tra il 1985 e il 1995. Le colonne sonore dei giochi reclamano a pieno titolo un posto d'onore nell'immaginario di tutti gli esseri umani a parte Sabrina Salvadori. Ma uno dei punti più alti di gratificazione nella colonna sonora di un gioco sono le canzoni: quei momenti nel tessuto del gioco che sono inattesi, semi-accidentali, non hanno intenzione di ripetersi per descrivere l'azione e a volte contengono anche delle parole. Ecco una lista delle migliori del mondo.

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BAYONETTA

Cominciamo facile. “Fly me to the moon”: un brano jazz reso popolare dalla sua associazione storica con la NASA e da Michael Bublé. Portata a bordo dell'Apollo 11, era stata la prima canzone a essere suonata – letteralmente – sulla Luna. Bayonetta: un picchiaduro giapponese su una streghetta che combatte contro dei nemici e spesso rimane nuda. L'unione delle due cose? Perché no. Come si sa, le cover J-Pop dei brani occidentali, non ultima "Sunday Morning” di Kaela Kimura, sono una delle poche soddisfazioni dell'età adulta. Se il cattolicesimo offrisse, alla fine della vita, l'opzione di riviverla in versione J-Pop, il numero di fedeli non sarebbe in calo. In questo mix ci troviamo davanti a quelli che sembrerebbero una signorina svenevole con l'estensione vocale di Britney Spears e un video YouTube lasciato aperto a tutto volume in un'altra finestra del browser. Il gioco include anche una versione di Brenda Lee, ma a questo punto a chi importa più.

JIGGLYPUFF'S BLUES

Jigglypuff: il pokémon più carino, una sfera rosa di materiale abbracciabile, è in realtà un vanitoso pezzo di merda. Figura semi-tragica, il pokémon vorrebbe noi ascoltassimo la sua canzone—quella già udita nel gioco per Game Boy ed evolutasi nel jingle che tutti conosciamo—che però ha effetti soporiferi. Chiunque l'ascolti si addormenta. Jigglypuff, offeso dalla reazione della gente, di solito scappa via stizzito. Non ho mai compreso questo desiderio di attenzione, Jigglypuff: la tua voce causa i genocidi; cosa rispondi ai familiari delle vittime che si trovavano in auto per andare al lavoro quando sono incappati per errore nel tuo stupido hobby da undici note? «Puu, pu puu» hai detto? E Venne il Giorno di M. Night Shyamalan sarebbe stato più credibile se, anziché le piante che uccidono l'umanità, avesse avuto come protagonista Jigglypuff che canta e uccide involontariamente le persone.

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PARAPPA FULL TANK

Miglior canzone sulla diarrea mai scritta? PaRappa ha preparato una torta per il compleanno di Sunny, ma ne mangia talmente tanta che viene sorpreso da un attacco di dissenteria proprio mentre la sua innamorata si convince della sua virilità (cara Sunny: non era virilità, era la sciolta). Per saltare la coda al bagno, PaRappa deve rappare. Non c'è altro da aggiungere.

SAMBA ALIVE

Chiunque abbia giocato a Portal o abbia un account su Reddit sarà in grado di identificare "Still Alive”, la canzone dei titoli di coda, in cui un'intelligenza artificiale dà prova ancora una volta della sua passivo-aggressività nei confronti dei soggetti umani sui quali poco prima aveva cercato di praticare esperimenti letali. La gemma nascosta di Portal, però, è “Samba Alive”. L'avete sentita trasmessa da tutte le radio che avete incontrato nel gioco, magari l'avevate riconosciuta, magari l'avete identificata dal titolo, magari non avevate idea avesse un titolo. Poco importa: “Samba Alive”, udite udite, è la versione samba di “Still Alive”, e se qualcuno doveva riportare in voga il samba come genere musicale, perché non un videogioco distopico che ha al centro della propria trama la promessa di una torta. A una festa con gli amici, perché non ravvivare l'ambiente con “Samba Alive”: l'altro pezzo di Portal. Quello movimentato, non pieno di vita; quello che conoscevate prima che diventasse mainstream.

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AVER GIOCATO A MASS EFFECT 2

Cominciare a capire le citazioni di Gilbert e Sullivan nella cultura pop solo dopo aver giocato a Mass Effect 2.

L'OSSO DELL'ANCA

Monkey Island 2 è la prima colonna sonora LucasArts composta da Peter McConnell, unico eroe dei nostri tempi, colui a cui una volta, a una festa, domandarono «Ti piace il bebop?» e lui come risposta scrisse le musiche di Grim Fandango. Quel Peter McConnell. Quello che gira con in testa [un cappello a tesa larga](http://www.petermc.com/images/DSC_7325 small.jpg) da quando gli hanno detto «Somigli vagamente a Terry Pratchett». Comunque. A un certo punto di _Monkey Island 2_ Guybrush Threepwood perde i sensi e incontra i genitori, che si rivelano essere degli scheletri che cantano una canzone poco rispettosa dell'anatomia umana (l'osso dell'anca è unito all'osso del braccio?!) ma che vi aiuterà a risolvere un rompicapo successivo. Nella versione originale del gioco, quello che gli scheletri cantano è sottotitolato. Poiché la canzone dura tantissimo, il senso di attesa e l'assurdità della situazione la rendono lo stacchetto random più meraviglioso di cui si abbia memoria. Nell'edizione speciale di Monkey Island del 2010, qualcuno ha pensato di aggiungere le voci. Inutile dire che non ha funzionato.

FUCKING NINJA STYLE

Mickey Rourke costituisce uno di quei casi che definiscono in maniera lampante il concetto di “conflitto generazionale”. L'85% delle vostre mamme ci si è masturbata, ma a trent'anni di distanza è davvero difficile capire cosa vedessero in lui. Informazione irrilevante: poiché 9 settimane e ½ era considerato un film proibito, in una certa fase della mia vita pensavo che le 9 settimane del titolo si riferissero al tempo di gestazione di un bambino. A parte la strana concezione temporale, non ero troppo fuori strada. A questo punto facciamo un flash-forward di ventitré anni dal tempo del ghiaccio sui capezzoli e incontriamo Mickey Rourke al principio di una seconda primavera in campo cinematografico. E qui entra in gioco Bethesda, che chiede a Mickey Rourke di dare la voce al protagonista di Rogue Warrior, un Navy SEAL esistito veramente di nome Richard Marcinko. Rogue Warrior venne unanimemente considerato un terribile errore di valutazione, e globalmente deriso dai critici i quali, ciechi di fronte all'arte, non consideravano l'immensa eredità che il gioco ci avrebbe lasciato. Lo stesso uomo che leccava il ghiaccio dai capezzoli di Kim Basinger si prodigava nel funk estremo in una canzone che comincia dicendo «Fucking ninja style» e ha una strofa davvero così: "Fucking commies getting in my way, Well surprise motherfuckers! Happy fucking birthday That's right"

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SIETE TUTTI MORTI

Non per ravanare ancora negli archivi LucasArts, ma torniamo a ravanare negli archivi LucasArts per un momento. Nel 1995 era molto raro che un'avventura grafica contenesse musica che non fosse arpa MIDI, figurarsi un brano (lo diciamo? Dai sì) diegetico. Full Throttle introduceva cutscene cinematografiche e brani musicali in computer che si impallavano alla sola idea di caricarli, e solo oggi possiamo fruirne pensando «Ah, Full Throttle, che gioco innovativo» e non pensando, come al tempo, «MNAHHHHRHRHH». In un certo scenario del gioco, una radio accesa trasmette questo pezzo. Parla di un tale che pensa di avere più possibilità di andare a letto con una, ora che è arrivata l'Apocalisse e le facce di tutti si sono liquefatte. Nel contesto di Full Throttle (una specie di Mad Max postatomico con sporadici mutanti), sembra un racconto neorealista di quello che è successo.

LA CASA DEI MILLE MINDFUCK

Silent Hill è una saga videoludica basata sull'impatto psicologico del senso di colpa, sull'addio ai propri cari, sulla manifestazione fisica delle proprie paure. Silent Hill 2 segue le vicende soprannaturli di James Sunderland, un vedovo che si reca nella cittadina di Silent Hill dopo aver ricevuto una lettera dalla moglie defunta. Alla fine del gioco, in base alle scelte operate dal personaggio nel corso della storia, il giocatore si trova di fronte a una serie di finali. Ed è per via del fatto che Silent Hill è una serie improntata sul rimpianto umano e sulle valli di infinito cordoglio che ci circondano che uno dei finali consiste in un CANE DI FRONTE A UN PANNELLO DI CONTROLLO CHE, SI SCOPRE, AVEVA ORCHESTRATO TUTTE LE VICENDE DEL GIOCO. Il cane che, meme prima del tempo, è uno shiba inu ed è felice di vedere James e abbaia una canzoncina a tempo di polka sui titoli di coda di Silent Hill 2. Konami, la casa di sviluppo, si sa, ha un senso dell'umorismo piuttosto particolare. Per esempio, negli ultimi mesi ha licenziato il suo game designer di punta, Hideo Kojima, e Guillermo del Toro, che avrebbe dovuto collaborare—insieme a Kojima—allo sviluppo di un nuovo, terrificantissimo, episodio di Silent Hill. Per sopperire a questo brusco troncamento della serie, Konami ha deciso di fare uscire la propria versione di un “nuovo Silent Hill”: Silent Hill per macchine da pachinko. L'equivalente aziendale di uno shiba inu che detta le azioni di un videogioco.

QUESTO PAZZO PAZZO PAZZO PAZZO BUS

Ok, non si tratta esattamente di un brano inatteso o non ripetitivo, ma comunque. CrazyBus avrebbe dovuto essere una demo venezuelana su cartuccia SEGA Genesis usata come test per la scheda audio del suo creatore, e invece è diventato un piccolo culto underground. Che sia il coronamento della vita di un troll? Non si capisce. Il gioco—anche se considerarlo un gioco nel senso classico del termine equivale a considerare Desert Bus il Tomb Raider della sua generazione—consiste nel guidare un autobus avanti e indietro, trovandosi a disposizione cinque modelli tra cui figurano autobus spagnolo, venezuelano e brasiliano. Niente male, per un gioco che nel titolo ha il termine “matto.” Non sembrerebbe esattamente il Jack Nicholson in Shining dei giochi, non fosse che… l'intro del gioco è accompagnata da una colonna sonora. Che è una delle esperienze peggiori, o migliori, che vivrete come esseri umani. Per una fruizione ottimale, è consigliabile aprirla in almeno cinque tabelle del vostro browser. Per la pacata intro di una demo sull'industria dei trasporti venezuelana, sembrerebbe quasi irragionevole usare una jam session di Fabio Mancini feat. i Fiery Furnaces, ma niente è troppo per un autobus matto, un autobus che ci travolge con la sua folle corsa a destra e a sinistra dello schermo, con un clacson interattivo più doloroso della colonna sonora di Winter Games, con il gemito schiacciante dell'intero universo.

Laura Spini, a quanto pare, gioca ai videogiochi brutti quando non si occupa di cinema.