A sette anni dal momento in cui è stato registrato in una stanzetta del commissariato di Ottawa, l’interrogatorio di Russell Williams è ancora un pugno nello stomaco. È un gioco emotivo e intellettuale del gatto col topo tra un poliziotto scafato e un uomo potente e terribile che capisce poco a poco che la partita è chiusa, che non c’è più spazio di manovra. Si vede il momento in cui Williams capisce che passerà il resto della sua vita in carcere.
In questo video, della durata di tre ore, Smyth porta Williams a confessare gli assassinii di Marie-France Comeau, 38 anni, di Brighton, in Ontario, e di Jessica Lloyd, 27 anni, di Belleville. Non è una soap opera, non è quel tipo di dramma—non ci sono urla, negazioni rabbiose, minacce di pestaggi. Quando Smyth gli presenta le prove contro di lui, Williams viene messo davanti al fatto. I poliziotti sanno quello che sa lui: che è colpevole di aver rapito e ucciso due donne, e di averne aggredite altre due.
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Dal momento della pubblicazione, il video della schermaglia tra Williams, colonnello della Royal Canadian Air Force, e il detective sergente Jim Smyth della Ontario Provincial Police ha macinato visualizzazioni non solo in Canada, ma in tutto il mondo. E non solo per i contenuti, ma anche per la figura di Williams: il comandante di una delle basi aeree più grandi del paese, un ufficiale di alto grado molto rispettato. Ha fatto da pilota per persone importanti, tra cui anche la Regina Elisabetta, il Governatore generale del Canada e almeno un primo ministro. È cresciuto a Toronto in una bella casa e ha frequentato l’esclusivo Upper Canada College. Si è unito alla Royal Canadian Air Force poco dopo essersi laureato alla University of Toronto, e per 23 anni è stato considerato un ufficiale modello.
Come è possibile che una figura così esposta abbia potuto vivere una doppia vita per tanto tempo, soprattutto visto che più di 80 delle sue effrazioni sono avvenute nella stessa area dell’Ontario? La polizia si è concentrata su di lui solo dopo la scomparsa di Jessica Lloyd, ed è stato più per puntiglio che perché esistesse qualche falla nella sua facciata perfetta.
Secondo gli psicologi forensi contattati da VICE, Williams non è, nonostante tutta la brutalità e la perversione che l’hanno contraddistinto, uno psicopatico. È qualcosa di più pericoloso: un uomo con potenti perversioni sessuali unite a una completa assenza di empatia nei confronti delle sue vittime, in grado però di trattenere i propri desideri per evitare di finire in carcere. A differenza degli psicopatici, che non hanno autocontrollo e sono quindi abbastanza facili da scoprire, quando necessario Williams è stato in grado di fare uso di raziocinio e discrezione.
“È questo che rende un personaggio come quello così difficile da prendere,” dice Liam Ennis, psicologo forense alla University of Alberta di Edmonton. “Il calderone che lo spinge alla criminalità è la perversione, ma il lobo frontale gli funziona bene e gli permette di premere il freno.”
Non c’è modo di riconoscere criminali come Williams, secondo Ennis. Puoi solo raccogliere gli indizi. “Di sicuro è importante parlare con i loro partner sessuali,” dice Ennis. “Questo tipo di predatore sessuale, presumibilmente, ha una forte ostilità nei confronti delle donne—cosa così ovvia che forse è sciocco pure dirla—e perversione e devianza sessuale sono chiare. Quindi vai a chiedere alle sue ex ragazze o partner se ricordano comportamenti di quel tipo.”
Le parafilie come quella di Williams emergono di solito tra la tarda adolescenza e i primi vent’anni, quindi Ennis e gli altri esperti pensano che provasse da decenni gli impulsi che l’hanno poi portato a commettere gli omicidi.
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Il primo crimine noto di Williams è stato commesso nel settembre 2007, quando ha fatto la prima delle irruzioni nelle case dei suoi vicini di Tweed, una cittadina di 1800 abitanti circa 50 chilometri a nord di Belleville. Le prime vittime sono stati i membri di una famiglia amica, che viveva a qualche casa di distanza dal cottage che Williams e sua moglie possedevano su Cosy Cove Lane. La famiglia era abbastanza amica dei Williams—che non hanno figli—da invitarli a cena e a pescare a Stoco Lake.
Williams avrebbe ripagato la loro amicizia facendo irruzione in casa loro tre volte. Secondo il Toronto Star, in una di queste occasioni Williams si sarebbe fotografato “sul letto, nudo, mentre si masturbava con delle mutandine rosse presumibilmente appartenenti alla figlia [dodicenne] dei suoi vicini. Quattordici delle foto che si è scattato quella notte lo ritraggono ‘con il pene che sporge da biancheria intima (rubata),’ secondo [il PM Robert] Morrison.”
Sarebbe diventato un pattern ricorrente. Nel corso di due anni, Williams avrebbe fatto irruzione in molte case, avrebbe rubato capi di vestiario a donne e ragazzine, li avrebbe indossati e si sarebbe masturbato. Alcune delle vittime avevano solo nove anni. Morris ha detto che “prima fotografava la camera da letto della vittima, poi la biancheria nel guardaroba. Poi metteva in ordine sul letto o sul pavimento la biancheria, la indossava e vi eiaculava dentro.”
“Un altro rituale era di dare la schiena alla fotocamera e guardare nell’obiettivo da sopra la spalle. C’erano anche molti close-up del suo pene dentro la biancheria femminile,” ha aggiunto Morrison.
Altre volte lasciava messaggi per le ragazze di cui aveva violato l’intimità: “Merci,” ha digitato sul computer di una ragazzina nemmeno adolescente.
La polizia ha trovato migliaia di sue foto. In alcune, faceva vere e proprie pose da modello con l’intimo rubato. In altre, si masturbava sul letto della stanza in cui aveva fatto irruzione. “C’erano foto di lui sdraiato su un letto, circondato dai peluche e dalle mutandine delle bambine, o di lui in baby doll o camicia da notte. In tutte le foto, l’espressione è fissa, come durante un’ispezione militare,” ha scritto lo Star.
Tra il settembre 2007 e il novembre 2009, Williams ha commesso in totale 82 effrazioni in 48 case della regione di Tweed-Belleville e di Ottawa. La maggior parte sono passate inosservate, e quindi non sono state denunciate.
Ma alcuni residenti ne parlavano, e cominciavano a innervosirsi. La situazione era particolarmente tesa a Tweed, una piccola comunità dove, ci ha detto il giornalista locale Tim Durkins, “tutti conoscono tutti. Era questa la cosa strana.”
Durkin, che al tempo lavorava per la radio CJBQ 800 AM, ricorda che la gente parlava delle effrazioni, ma non sapevano cosa ci fosse sotto e quali sarebbero state le conseguenze ultime.
“I giornali ne parlavano, ma ovviamente non c’erano elementi che li connettessero al capo della più grande base aerea del Canada,” dice. “A quel punto, erano solo una serie di effrazioni.”
Williams, però, voleva sempre di più. Nel luglio 2009, si è nascosto fuori da una casa del suo quartiere, in attesa che una giovane entrasse in doccia. Intorno all’una e mezza del pomeriggio si è denudato, ha fatto irruzione in casa e le ha rubato della biancheria. In un’altra occasione ha aspettato fuori da una finestra che un’adolescente all’interno si spogliasse, poi si è spogliato a sua volta, e si è masturbato.
Giunto a settembre di quell’anno, ha detto Williams alla polizia, aveva bisogno di più stimoli, di più rischi. E così, intorno all’una del mattino del 17 settembre, si è vestito di nero e mascherato il volto, è penetrato in casa di una 21enne che viveva vicino a Tweed, addormentata. L’ha svegliata con un colpo alla testa, e bloccata. L’ha colpita molte altre volte, poi le ha legato le mani e le ha coperto il volto con una federa. La donna ha detto agli inquirenti che Williams le ha spostato il reggiseno, le ha palpato i seni e l’ha fotografata nuda. Poi le ha rubato della biancheria e una piccola coperta, e se ne è andato.
Meno di due settimane dopo, il 30 settembre, Williams ha colpito di nuovo. La vittima, questa volta, era una 46enne, madre di tre figli, a Tweed. Dormiva sul divano davanti alla TV quando Williams ha fatto irruzione nel suo appartamento e ha cominciato a prenderla a pugni. L’ha immobilizzata in una coperta. L’ha legata, bendata e tenuta in suo potere per tre ore e mezza.
Nel corso del sequestro, Williams le ha palpato i seni e l’ha fotografata, e a un certo punto le ha stracciato i vestiti con un coltello. Alla fine, dopo aver scattato altre foto, se ne è andato. Ha attraversato la strada ed è entrato in casa propria. Era la terza e ultima volta che penetrava in casa di quella donna.
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Il 16 novembre 2009 Williams si è introdotto nell’abitazione di Marie-France Comeau, un’assistente di volo militare che lavorava al CFB Trenton. L’uomo ha raccontato a Smyth di aver controllato che vivesse da sola, con due gatti, di aver scattato alcune foto di sé con la biancheria di lei, e di essersene andato.
È tornato otto giorni dopo. Dopo essere rimasto nascosto nel seminterrato per mezz’ora, Williams ha aggredito Comeau con una torcia, l’ha mandata ko, l’ha legata e le ha messo del nastro adesivo sulla bocca, ha scattato delle foto e l’ha trascinata fino in cucina. Poi ha settato una videocamera e l’ha stuprata più volte. Secondo il PM, la donna ha continuato a lottare, l’ha pregato di lasciarla andare e di non ucciderla. Lui le ha ordinato di tacere e le ha chiuso le narici con altro nastro adesivo. È morta soffocata.
Williams si è ripulito e ha preso la macchina, diretto a Ottawa per una riunione di lavoro.
L’assassinio della donna deve aver soddisfatto temporaneamente qualcosa, in lui, perché per quasi due mesi non ha più colpito. Il 27 gennaio 2010 è passato in macchina davanti alla casa della 27enne Jessica Lloyd, che si stava allenando. Ha detto a Smyth di aver pensato fosse “carina”, e la notte mentre lei dormiva ha fatto irruzione in casa sua. L’ha colpita e legata, le ha messo dello scotch sugli occhi, e ha preparato la videocamera. L’ha violentata per ore, fermandosi solo per fare foto.
Intorno alle 8 del mattino, dopo 20 ore dal momento dell’attacco, le ha detto che l’avrebbe portata a casa. Ma mentre uscivano, l’ha colpita alla testa e strangolata fino a ucciderla. Poi ha avvolto il suo corpo in una coperta e l’ha lasciato nel garage.
Era un venerdì. Quella sera Williams è tornato alla base; il giorno dopo era in volo e ha passato il resto del weekend nella sua casa di Ottawa, insieme alla moglie. Il martedì successivo (2 febbraio) è tornato a Tweed e ha abbandonato il corpo in un boschetto non lontano da casa sua, intorno a mezzanotte.
La scomparsa di Lloyd non è passata inosservata. Era una ragazza popolare, e la sua famiglia era nota. Durkin, in radio, l’ha descritta come “la ragazza della porta accanto.” Ha detto a VICE, “Molte persone erano sempre all’erta, soprattutto quelle che vivevano da sole o isolate. C’era questa sensazione di disagio, nell’aria.”
A quel punto la Ontario Provincial Police stava indagando, e aveva trovato segni di pneumatici e impronte di stivali vicino a casa di Lloyd. La sera di giovedì 4 febbraio hanno stabilito un blocco stradale sulla Highway 37, che unisce Belleville e Tweed. Ogni automobilista è stato fermato alla ricerca del proprietario di quelle impronte. Tra loro, anche Russell Williams. Per loro fortuna, l’uomo era alla guida della sua Nissan Pathfinder, non della BMW. Fatta la prima identificazione, hanno invitato Williams in caserma per un interrogatorio domenica 7 febbraio.
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Quando Williams entra nell’inquadratura della telecamera della stanza degli interrogatori del commissariato della polizia di Ottawa, trasuda la calma sicurezza di un uomo abituato ad avere il potere. Mastica una gomma e chiacchiera con Smyth come se non avesse una sola preoccupazione al mondo, e volesse solo essere d’aiuto. Gli vengono offerti un caffè e l’opportunità di chiamare un avvocato, ma rifiuta entrambe. Poi parlano della sua ultima settimana. Smyth si appoggia allo schienale della sedia, non consulta nemmeno gli appunti, offre solo dei piccoli segni di assenso a Williams mentre questo ricostruisce la sua storia.
A un certo punto, all’inizio, Williams, che sembra preoccupato all’idea che questo interrogatorio possa mettere in imbarazzo sia lui che l’esercito, chiede a Smyth se gli garantiscono discrezione. Smyth lo rassicura.
Parlano per più di un’ora, e pezzo dopo pezzo, domanda dopo domanda, lo spettatore vede Smyth spingere Williams nell’angolo, tranquillamente ma metodicamente.
Alla fine, Smyth mette la situazione in chiaro: la polizia ha trovato segni di pneumatici dietro la casa di Jessica Lloyd, segni sovrapponibili a quelli dell’auto di Williams. Un testimone ha visto una macchina dietro la macchina di Lloyd molto simile al Pathfinder. E anche la larghezza delle impronte delle gomme è uguale.
Sempre con quel tono calmo, Smyth dice, “Il problema, Russell, è che ogni volta che esco da questa stanza viene fuori un altro elemento. E non elementi che ti scagionano. Elementi che ti incriminano. Voglio che tu ti renda conto di cosa parlo.”
Smyth tira fuori le foto delle impronte delle scarpe trovate fuori da casa di Lloyd, e introduce la sua mossa successiva dicendo a Williams che le impronte delle scarpe possono essere uniche quanto quelle digitali. Poi produce una fotocopia dello stivale che Williams ha tolto poco prima. “Ora, non sono un esperto di scarpe,” dice Smyth, “ma queste sono identiche.”
E questo è il momento in cui vediamo il mondo di Russell Williams collassare. Ci vuole un po’: Williams continua ad annuire, guarda le foto, annuisce, non dice nulla. Va avanti così per un po’, mentre Smyth chiede spiegazioni.
“Non so che dire,” balbetta Williams.
Ed ecco lo scatto: Smyth mette dei documenti davanti a Williams, gli dice che sono state ordinate delle perquisizioni nelle sue case di Ottawa e Tweed, e che il suo veicolo è stato sequestrato. “Tua moglie sa tutto,” gli dice.
Mentre lo dice, e aggiunge che sono in attesa dell’analisi completa del DNA ritrovato sul corpo di Marie-France Comeau, e che il suo ufficio verrà perquisito, e che la sua carriera è finita, e che non pensa che sia uno psicopatico e che continueranno a cercare il corpo di Jessica Lloyd finché non lo troveranno, Williams sta cercando di farsi una ragione del fatto che la vita come la conosce non esisterà più. Può solo continuare ad annuire, a guardare le foto, a rimetterle giù, a sospirare, a incrociare le braccia, a tacere. Per più di un’ora e mezza, Smyth cerca tranquillamente, quasi gentilmente, di convincere Williams che è finita, e che è il momento che lui li aiuti a trovare Jessica.
L’unica costante che Williams manifesta per tutta la durata del suo interrogatorio è preoccupazione per la moglie, vuole che le indagini non abbiano un impatto troppo negativo su di lei. Ed è su questo che cede, e si dimostra d’accordo a dire tutto a Smyth: dove trovare il corpo di Jessica, come entrava nelle case delle sue vittime, cosa faceva loro—i dettagli sono macabri, e a renderli ancora più raccapriccianti c’è il fatto che Williams mantiene la stessa monotona espressione nel raccontarli. Dice a Smyth dove trovare la memory card che usava per i video e le foto delle sue vittime, inclusi gli stupri. Smyth ascolta.
A un certo punto chiede a Williams, “Perché pensi che siano successe queste cose?”
“Non lo so,” è la risposta.
“Ci hai pensato spesso?” chiede Smyth.
“Sì. Ma non so le risposte,” risponde Williams. “E sono abbastanza sicuro che le risposte non importino.”
Nel settembre 2010, Williams si è dichiarato colpevole di tutte le accuse, ed è stato condannato a due ergastoli. Sua moglie, dichiarandosi anche lei una vittima, ha chiesto il divorzio. La coppia è stata denunciata dalle altre vittime, ma in questi casi sono sempre stati raggiunti degli accordi pre-processuali. Williams è attualmente detenuto a Port-Cartier, Quebec, circa 850 chilometri a nord di Montreal.
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Russell Williams aveva 46 anni quando ha assassinato Marie-France Comeau e Jessica Lloyd.
Gli psichiatri forensi con cui abbiamo parlato ci hanno detto che è molto raro, di solito le parafilie—desideri sessuali fuori dall’ordinario, i cui scenari includono situazioni pericolose o estreme—si manifestano molto prima, durante l’adolescenza o i vent’anni.
“Non è che la gente si sveglia al mattino e pensa, Sai che c’è? Oggi divento sadico e violenterò e torturerò e ucciderò una collega,” ci ha detto Mark Olver, professore di psicologia della University of Saskatchewan. “Perciò la domanda è, da dove viene questa pulsione?”
Olver sospetta che le irruzioni in case altrui nel settembre 2007 non siano state le prime esperienze di Williams con le parafilie. “Magari prima rubava vestiti alle amiche e alle conoscenti, nei negozi, al supermercato. Forse aveva fantasie sadomaso, o era violento con le partner durante i rapporti—ma tutto questo non finisce mai nei radar. Col tempo, le fantasie e forse partner più disponibili non gli bastavano più, e quindi la situazione si è aggravata,” dice.
(Olver sottolinea che le fantasie sadomaso di per sé non sono indicative di una parafilia, ma possono essere espressioni sessuali sane tra partner consenzienti.)
Secondo Ennis, persone come Williams “possono gestire il proprio comportamento in modi che non li facciano entrare nel mirino delle autorità. Possono farsi da parte e resistere e aspettare il momento più opportuno, a seconda dell’equilibrio tra la spinta del desiderio e la loro capacità di gestione dell’impulso. E mi sembra che l’escalation di quest’uomo—la spinta è diventata più forte del controllo degli impulsi. Si è fatto più sciatto, diciamo.”
In questi sette anni dopo il suo arresto, sia le forze armate canadesi che i suoi concittadini hanno cercato di lasciarsi Russell Williams alle spalle. È stato espulso con disonore dall’esercito, destituito del suo rango, e le sue medaglie, uniformi e certificati sono stati distrutti. La macchina che ha usato per compiere i reati è stata a sua volta distrutta. Williams continuerà comunque a ricevere una pensione.
A Belleville, secondo Tim Durkin, la comunità ha ancora fiducia nell’esercito. E anche se il caso di Williams è stato scioccante, “La gente sta cercando di lasciarselo alle spalle. Chi è stato direttamente coinvolto non riuscirà mai a farlo, però. Penso che la comunità non sarà mai più la stessa, ma allo stesso tempo, so che le persone sono resilienti e che riescono quasi sempre a superare le cose.”
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