Il segreto per diventare un buon fotografo


Le foto di questo post sono i primi lavori di Ryan McGinley, per gentile concessione dell’artista e della Team Gallery

Se siete giovani fotografi, oggi c’è qualcosa che dovreste leggere. È il discorso di Ryan McGinley alla cerimonia di laurea della Parsons, e ve lo raccomando per una serie di ragioni. Per esempio perché nel 2003, all’età di 25 anni, Ryan ha avuto una mostra tutta sua al Whitney Museum of American Art. Nel 2007 è anche stato nominato giovane fotografo dell’anno dall’International Center of Photography, e nel frattempo l’hanno definito “il fotografo più importante d’America.” È stato anche photo editor di VICE, e ha dato a un sacco di fotografi meritevoli la possibilità di pubblicare per la prima volta i loro lavori.

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Qui di seguito trovate alcuni estratti del discorso di McGinley. Considerateli perle di saggezza per la vostra carriera di giovani fotografi, dette da qualcuno che ne sa. Ryan ha esordito con queste parole, “Dicono che immaginarsi il pubblico nudo aiuti a gestire l’ansia. Sfortunatamente, per me una cosa del genere è normale amministrazione.”

“Arrivato al quarto anno di scuola fotografavo notte e giorno. Ritraevo ogni piccola cosa—quello che mangiavo, i portoni ricoperti di graffiti, i miei amici e coinquilini. Ho torturato il mio primo ragazzo, Marc, catturando ogni momento della nostra relazione. Ero ossessionato dall’idea di documentare la mia vita. Ecco il mio consiglio: trovate qualcosa che vi ossessiona e lasciatevi ossessionare. Non mettetevi in competizione; trovate qualcosa che sia solo e soltanto vostro. Prendete le vostre esperienze di vita e unitele alle nozioni di storia della fotografia che avete. Mischiate tutto, e create un mondo in cui gli altri possono entrare.”

“Se vi piace fare foto con il cellulare, fatele. Se vostro padre lavora in un bel cantiere, sfruttatelo. Se vostra madre alleva barboncini, metteteli nelle foto. Usate la macchina fotografica per rappresentare quello che sapete e che gli altri non sanno, quello a cui soltanto voi avete accesso, le persone e le cose con cui avete a che fare, e usatele per costruire il vostro mondo.”

“Cercate un modo per fare qualsiasi cosa vogliate fare. Capite di cosa si tratta e fatelo. Non parlatene a vuoto, fatelo. Affinate il vostro lavoro. Ripetete il procedimento. Provate da un’altra strada. Lavorateci finché non sentirete di aver raggiunto un traguardo. Procedete un passo dopo l’altro e arrivate a quel traguardo con metodo.”

“Ho capito di poter scattare foto intime anche a sconosciuti; scoprirlo è stato una svolta. Ho notato che a molte persone piace essere fotografate; amano stare al centro dell’attenzione e sentirsi dire di fare cose che normalmente non farebbero. Ho imparato che non dovevo fare altro che chiedere.”

“Dite sì praticamente a tutto e provate cose nuove. Non abbiate paura di fallire, e non fatevi spaventare dal duro lavoro. Scattate le vostre foto—non quelle di qualcun altro. Non perdetevi nella vostra testa, e non preoccupatevi del tipo di macchina che usate.”

“Ricordo sempre [le regole che applicava Derek Jarman al suo lavoro di regista]. Approcciatevi all’arte come se fosse il vostro lavoro. Fotografate ogni giorno per otto ore. Prendetelo sul serio come farebbe un medico con la medicina.”

“E ricordatevi, quello che facciamo è estremamente romantico.”

“Fate foto di tutto. Se lavorate tanto e bene, le occasioni salteranno fuori. E quando succede, vi converrà essere lì con la macchina fotografica in mano pronti a coglierle.”

Ryan McGinley è un bravo fotografo. 

Matthew Leifheit è il photo editor di VICE US. Seguilo su Twitter.