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Musica

Noisey Meets: SOHN

Parliamo di malinconia, lentezza e montagne con SOHN, sui tetti di Vienna.

La personalità di SOHN è esattamente quello che ti aspetteresti dopo aver ascoltato il suo debut Tremors—un compendio nichilista affrontato da synth spaziosi e bassi in slow-motion. Quando abbiamo parlato con lui, il producer inglese, di base a Vienna, ci ha stupiti per il tono di voce soave, quasi sussurrato, e per i suoi pensieri profondissimi e poetici. Solo che la sua idea di poesia potrebbe non essere condivisa da tutti. Mentre ci spiegava la sua "Paralysed", usava l'aggettivo "meravigliosa" per descrivere la sensazione che qualcuno possa da un momento all'altro tagliarti la gola e lasciarti agonizzante sul ciglio della strada. Per lui, questa è una metafora dell'amore. Ci sono altri momenti di questo genere a cui SOHN si riferisce come al "nichilismo positivo" che permea il suo album.

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Per esempio “The Wheel,” il live video qui sopra, si apre con “I died a week ago”, frase che, secondo SOHN, non andrebbe interpretata alla lettera, ma come una dichiarazione di libertà. Gli abbiamo fatto una telefonata per chiedergli com'è lavorare con Miguel, Banks e SZA, com'è starsene in casa da soli e com'è accettare di essere solo granelli di polvere nell'immenso schema del creato.

Noisey: Da quanto hai iniziato a sperimentare con questo tipo di assetto?
SOHN: Circa da due anni. Ho un amico, che mi accompagna nei miei live, che colleziona synth analogici di ogni epoca. Anche solo poterli provare mi ha ispirato tantissimo. Prima ero un musicista da computer e componevo con i software.

Qual è il tuo background musicale?
Ho provato alcune cose e nessuna di queste mi riusciva granché bene [ride]. Ho imparato a suonare la chitarra quando ero un ragazzino e, ai tempi, mi piaceva la musica rock, ma quel rock terribile. A 12 anni ho iniziato ad ascoltare cose come Björk, Radiohead, e poi, non so se per caso o per destino, ho finito a fare quello che faccio, musica elettronica. Ho sempre amato ascoltare canzoni, più che tecnicismi o virtuosismi, e la faccio con la strumentazione elettronica perché amo molto usarla. Però sono abbastanza un outsider.

È divertente che tu lo dica, perché sei di Londra e te ne sei andato appena questa ondata di elettronica lenta e melancolica ha iniziato a germogliare. L'hai fatto per distanziarti da qualcosa?
Sono sempre stato così. Sono un tipo solitario e non mi sono mai lasciato coinvolgere in una scena o nulla del genere. Mi hanno offerto l'opportunità di andarmene e l'ho fatto. Sono un cittadino europeo, quindi posso stare dove voglio in Europa. Forse però l'ho fatto per reazione alla scena londinese, però ora credo che il mio isolamento non avesse nulla a che vedere con Londra, si tratta del mio carattere. Non sono il tipo di persona che si lascia coinvolgere.

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Non so se hai letto di quella zuffa tra Hudson Mohawke e Zomby…
Sì, ho sentito.

Che ne pensi?
Non conosco personalmente nessuno dei due. Ho visto un parapiglia su Twitter e ho pensato che non avesse molto senso, mi sbaglio? Non capisco quale sia il problema.

Sembra un po' antitetico rispetto alla loro musica.
Sì, ma so che uno di loro ha anche dei precedenti con le zuffe [ride]. Queste robe sono all'opposto di come sono io. Sono cose da clubbers e io in quell'ambiente non ci sono mai stato, ho avuto una giovinezza particolare [ride].

Ho qualche idea di chi possa essere quello a cui ti riferisci. Siete stati nella stessa etichetta…
[Ride] Non commento, perché non voglio essere pestato.

Quindi lavorare a Vienna ha contribuito a modellare il tuo sound?
Sì, davvero. Il ritmo è molto meno frenetico, ti dà spazio e tempo per esplorare. Nel Regno Unito la velocità è la stessa che a New York e Los Angeles, mentre in un posto come Vienna non è così. È molto tranquillo, tutto, e per questo ha un'ottima influenza sulla mia musica.

Che tipo di attitudine hai messo in quest'album?
La malinconia è uno dei fili conduttori. Ci sono alcuni momenti di ottimismo, ma se ne stanno isolati e vengono fuori in maniera abbastanza macabra, non so per quale scherzo del mio istinto. Un pezzo come "The Wheel," che inizia con “I died a week ago.” è drammatico, oscuro, ma per me contiene una dichiarazione speranzosa. Puoi incominciare da capo, è rinascita e libertà. È nichilismo positivo. Quello stato d'animo in cui ti rendi conto che tutto è privo di senso e nulla vale, nulla significa niente, e di questo bisogna gioire perché non esistono risposte positive o negative, puoi fare quello che vuoi.

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Parlami dei momenti positivi dell'album.
Probabilmente qualche testo, anche se si tratta dei testi più oscuri. C'è un pezzo che si chiama “Paralysed” in cui, più o meno—[ride] oddio mi sto rendendo conto che tento di far passare per ottimistico un testo che dice “Nobody can slit my throat/ Nobody can leave me laying by the side of the road like you can,” che per me è un'immagine molto forte dell'innamoramento. Mettere la propria vita nelle mani di qualcun altro, al punto che potresti essere sgozzato, metaforicamente. Però è una cosa meravigliosa.

Quindi la tua idea di ottimismo è una doppia negazione?
Sì, potremmo metterla così: buttarsi nel negativo può essere molto positivo.

Sono curiosa della storia dietro a “Ransom Notes.”
È una canzone filosofica. Un'osservazione sulla nostra piccolezza. Noi esseri umani pensiamo che le cose più importanti siano stupidate come la riunione in ufficio o il proprio appuntamento, robe così. Ci sono montagne su questo pianeta che si sono mosse in periodi di tempo così estesi che noi non possiamo nemmeno rendercene conto. Perché siamo minuscoli, siamo nulla in confronto alle montagne, alla Terra, figuriamoci paragonati all'intero Universo. Le montagne si muovono perché i continenti vanno alla deriva di millimetri per millenni, e l'esistenza umana è così breve, è assurdo se ci pensi.

Sì. Tornando alla musica, hai collaborato con Lana Del Rey e Banks. Quando scegli con chi collaborare pensi a qualcuno che abbia un'estetica simile alla tua?
No. Normalmente succede che senti qualcosa e pensi: "so come potrei trasformarlo…" Se mi viene quell'istinto, di solito lo seguo.

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Banks ha un cantato molto simile al tuo.
In parte perché ho lavorato su una delle sue prime tracce, mentre Teebs stava lavorando ad un'altra. Siamo artisti molto simili, quindi è abbastanza naturale che abbiamo finito per far parte dello stesso regno. Probabilmente io sto sempre ai margini, non so che ne sarà delle mie prossime produzioni. Ho lavorato con SZA e non so nemmeno se il nostro pezzo verrà pubblicato. Ho passato anche un paio di giorni con Mø a Copenhagen e non so che ne sarà nemmeno di quel materiale. Ho sicuramente un paio di altre tracce con Banks in canna.

Sei stato contattato da altri artisti?
Sì, mi è successo un po' di volte ed è interessante perché significa che si è sparsa la voce. È difficile saperlo con esattezza, perché scrivere canzoni è molto diverso da collaborare e produrre, ma credo di essere interessato ad entrare in quel firo perché è una soddisfazione che le proprie composizioni se ne vadano in giro per il mondo. Se posso scrivere un buon pezzo per qualcuno, anche se si tratta di superstar, sarà una bella canzone in più là fuori.

Com'è stato sapere che Miguel è un tuo fan?
Molto fico. L'ho incontrato di persona ed è davvero fantastico. Non so se arriveremo a registrare qualcosa insieme. Può succedere, è divertente perché è assurdo pensare che questa gente mi conosce. Sono solo un ragazzo che se ne sta sul limite orientale dell'Europa occidentale e che fa la sua musica.

Tremors uscirà su 4AD.

L'unica data di Sohn da queste parti è quella del 24 Aprile a Torino, in occasione dell'anteprima italiana del Field Day, organizzata da Club To Club, in cui suoneranno anche Jon Hopkins e Oneohtrix Point Never.