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Musica

Abbiamo costretto Gene Simmons ad ascoltare Skepta, Death Grips e Radiohead

Ho fatto ascoltare un po' della musica che amo a Gene Simmons dei KISS, e lui ha detto che gli piacerebbe vomitarmi in bocca.

Se c'è una persona famosa per la propria lingua, è Gene Simmons dei KISS. Quando l'ho incontrato, tuttavia, non ero proprio sicuro si trattasse proprio di QUEL Gene Simmons, del Gene Simmons dei KISS. Nel sentire il mio accento britannico si lancia in un'imitazione da inglese che suona a metà tra un orfano Dickensiano e Danny Dyer che recita in una rivista: “Yeah-you-know-wot-I-mean? Here I am working my fingers to the bone all day”. Fa una pausa, poi prosegue nel suo usuale mormorìo baritonale: "Come ti sembra il mio accento coloniale?"

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Per cercare di guardare le cose da un altro punto di vista abbiamo pensato di chiedere alle grandi rockstar che ne pensano della musica di oggi—e tra la vecchia guardia della musica chi meglio del leader dei KISS? Con la loro combinazione di face-paint, una varietà di merchandise degna di Toy Story e tonnellate di fuochi d'artificio, i BACI sono sempre stati—e ancora oggi lo sono—una delle formazioni più iconiche al mondo; da semplice band glam-rock sono diventati un fenomeno, poi sono diventati un'azienda, per poi diventare un impero.

A un certo punto mi riferisco, sbagliando, ai tardi anni Settanta come al "picco" della band, e Gene mi ricorda freddamente: "Il picco è adesso. In questo momento siamo in cima al monte Olimpo: siamo la band che ha vinto più dischi d'oro di tutti i tempi, in qualunque categoria. Nessun altro gruppo americano ha più dischi d'oro di noi". Il 25 maggio uscirà in tutto il mondo KISS Rocks Vegas, un film di un loro concerto. Secondo le locandine, nel film ci sono fiamme "più calde dell'inferno".

“I KISS sono uno spettacolo dal vivo", mi dice Gene quando gli chiedo del loro approccio alla performance. "Non ci siamo mai resi conto di quanto fosse bello un disco che avevamo registrato, perché non siamo mai rimasti in studio abbastanza a lungo, eravamo troppo impazienti". Gene non parla della fase più recente come un'impresa musicale, la descrive più come un'impresa commerciale. "Abbiamo un film pronto a uscire in tutto il mondo, la crociera KISS Kruise, i campi da golf KISS, vendiamo più dei Beatles e dei Rolling Stones messi insieme, facciamo cose che altre band non sono mai riuscite a fare".

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In passato, Mr. G. Simmons ha donato all'umanità critiche musicali frizzantine quali "il rap morirà" e "il rock è morto" e, non ultima, "l'EDM è sincera". Per cui: chi meglio di lui può recensire le ultime novità che sono passate per il nostro stereo? A chi avremmo dovuto chiedere pareri sulle hit del 2016, se non a lui? In questo momento post-genere e iper-connesso, ossessionato dai contenuti, che cosa avrà da dire il demone del rock su Radiohead, Death Grips, Skepta, o dell'ultima dei RHCP? O della nuova canzone di Justin Timberlake? Be', ecco qui che ha detto.

RED HOT CHILI PEPPERS – “DARK NECESSITIES”

Noisey: Ok, abbiamo pensato di partire da qualcosa che rientri un po' più nei tuoi gusti. Il nuovo Red Hot Chili Peppers. Ti piacciono?
Gene: Li ho sempre trovati unici e divertentissimi, ma la cosa più figa dei Chili Peppers è che sanno chi sono, sanno qual è il loro DNA. È fondamentale per una band. Questo pezzo sembra un classico dei Chili Peppers. I loro fan lo adoreranno. Di base sono un gruppo rock, ma hanno scelto chiaramente di lasciarsi guidare dal batterista. Le chitarre non suonano rock, non alzano mai il volume, rappano, c'è un bassista funky, Flea, che dev'essere un grande fan di James Brown. Non è classic rock, ma è sicuramente rock. Quindi ti piace?
Assolutamente sì. Mi piace un sacco.

Siamo partiti con il piede giusto. Ora viene il bello.

DEATH GRIPS – “EH”

Che ne dici dei Death Grips?
Non credo di avere le credenziali per parlare di questo genere, non so dirti se è roba buona. Quello che so di per certo è che, cazzo, questo non è mica rock. Ho avuto il mio momento NWA con Ice Cube, un mio grande amico, un ottimo padre. Ma l'NWA non c'entra niente con la 'Rock n Roll Hall of Fame', così come i Kiss non staranno mai nell'olimpo dell'hip-hop. Per definizione, proprio. Il rock è fatto di chitarre, batterie, amplificatori. Abbiamo la stessa matrice, la black music americana, ma ci siamo evoluti in direzioni differenti. E poi la gente tira sempre fuori la storia della razza, che è una roba stupida, è semplice giocarsi quella carta. Pensa un po', il mio chitarrista preferito è nero, è Jimi Hendrix. Lui di certo non c'entra niente con l'hip-hop, ma può darsi che sia il chitarrista più importante della storia del rock. Per farla breve, non posso proprio esprimermi su questi Death Grips, però auguro loro una buona fortuna. Non ti va di approfondire la loro storia?
Guarda, appena sento qualcuno che parla sopra un beat di drum machine, meglio che mi dilegui.

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RADIOHEAD – “BURN THE WITCH”

Che ne dici del singolo dei Radiohead “Burn the Witch”?
Nessun altra band si può approcciare ai pezzi dei Radiohead, e questo perché hanno un'identità molto forte, la voce di Thom Yorke è unica. È una delle voci migliori del rock moderno, avrebbe potuto fare di tutto con quella voce. Avrebbe potuto fare rap, cantare pop, sarebbe potuto diventare il nuovo leader dei Four Seasons, se avesse voluto. Quindi sei un fan dei Radiohead?
Sono un grandissimo fan dei Radiohead. La cosa divertente è che Thom Yorke si innervosisce ogni volta che parlo di loro. Cioè, li adoro, ma so di per certo che a loro non piace quello che facciamo noi—i nostri visual esagerati, il merchandising, il marchio, a noi piace quella roba. Ci sguazziamo. Loro no, per niente. La cosa bella di questa band è che non hanno mai cercato di scimmiottare qualcun altro. Ai fan dei Radiohead piacerà “Burn the Witch?” Ma certo. E se Michael Bublé volesse fare una cover di quel pezzo? Ecco, non sarebbe un'ottima idea. Qual è il tuo pezzo dei Radiohead preferito?
Sono ancora affezionato al loro primo singolo, “Creep.” Per dire, il pezzo dei Blur che preferisco è quello col numero cinque… Quello che fa “Woo-hoo!” Ma è il mio gusto.

JUSTIN TIMBERLAKE – “CAN'T STOP THE FEELING”

E che ne pensi del nuovo singolo di Justin Timberlake?
Justin. Cioè, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. È venuto fuori da una boyband e ad un certo punto ha deciso di fare a modo suo. I suoi critici dicono che è solo un altro Michael Jackson bianco… Ma in effetti si può dire la stessa cosa anche del vero Michael Jackson. Hai visto cosa ho fatto lì? Sì, un'affermazione… Problematica.
Oh, ho detto di peggio. Che mi dici di "Can't Stop the Feeling"?
Questa sarà una hit dell'estate, si vede che è scritta bene, ottimi i cambi degli accordi, beat che ti si appiccica addosso e il tipo sa anche cantare per davvero. È una buona canzone, però mi auguro che a un certo punto Timberlake e tutti gli altri smettano di usare la parola dance.

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SKEPTA – “MAN (GANG)”

Okay, l'ultima: cosa ne pensi di Skepta?
Chiedermi di questa roba è come chiedere a mia madre un parere su Miles Davis. Nessuno di noi due è qualificato per esprimersi

Quindi non hai nessuna opinione?
No, ma è la cosa bella della musica: è come un gigantesco ristorante dove puoi mangiare solo le cose che ti piacciono e ignorarne altre. Diciamo soltanto che questa non è una delle cose che ordinerei al ristorante della musica. E c'è qualche altra cosa rap/hip-hop che ti interessa?
La mia canzone rap preferita è quella sui culoni di Sir Mix-a-lot. Mi entra in testa e la ballo mentre giro per casa col culo in fuori proprio come se fossi in prigione. Capisci cosa voglio dire? Che immagine forte.
Scusami, mi sono appena vomitato un po' in bocca a ripensarci. In realtà mi piacebbe molto di più vomitare nella tua, di bocca. Ma questa è un'altra storia… Cosa?!
Sei un uomo forte e attraente. Grazie.
Okay, ciao. Ciao.

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