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Sono stata alla Sagra del Folpo in Veneto, ma ho visto krapfen, stand della Lega e aspirapolveri

Folpi bolliti

Chi ha vissuto in provincia sa bene come le sagre o le fiere di paese siano un punto di riferimento per aggregazione e turismo. Ogni scusa è buona per mangiare piatti caserecci a buon prezzo, senza scandalizzarsi per le posate di plastica o per il vicino di tavolo troppo rumoroso.

Ma cosa succede se l’aspettativa vengono tradite? Cosa accade se il piatto tradizionale per cui la sagra viene promossa non è che un contorno, in tutti i sensi?

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La scorsa domenica sono andata a una storica sagra che da anni parecchi amici mi spingevano a visitare: la Sagra del Folpo, dove “folpo” sta per polpo in dialetto veneto.

Folpo Sagra
Folpi bolliti. Tutte le foto dell’autrice.

Secondo il sito ufficiale si tratta di una fiera tradizionale attiva, secondo alcuni documenti, già a partire dal ‘700. Si svolge verso metà ottobre a Noventa Padovana, piccolo comune della riviera del Brenta, fiume che sfocia proprio accanto a Venezia.

La cittadina non si affaccia direttamente sul mare, ma da secoli vive dell’influenza della Serenissima, ed è per questo motivo che la fiera è incentrata su un prodotto ittico: il polpo, qui consumato semplicemente bollito e condito con aglio, olio e prezzemolo. Originariamente all’interno della sagra si poteva mangiare questo semplicissimo piatto presso le 6 bettole – ovvero gli stand grandi – o fermandosi dai Folpàri, stand più piccoli dove chi cucina rivende direttamente il polpo.

Stand sagra del folpo
Una degli stand gastronomici alla Sagra del Folpo.

La Sagra del Folpo viene definita fiera paesana perché da sempre non ospita solo il pesce, ma anche prodotti artigianali locali, in una sorta di mercato agricolo autunnale. E fino a qui tutto bene: oltre a mangiare, mi dico, posso anche comprare qualche buon prodotto tipico.

Le premesse erano ottime per una gita domenicale. Ma al mio arrivo inizia inesorabile la delusione, mentre mi aggiro fra banchi che vendevano formaggi pugliesi, aspirapolveri, dozzine di cannoli e krapfen scongelati.

stand sagra del folpo aspirapolveri
Stand di aspirapolveri e a fianco di dolciumi.

Mentre mi facevo largo tra le persone, intente a tenere un lento passo domenicale, non capivo più dove mi trovavo, potevo essere ovunque in Italia. Questo senso di ‘spaesamento’ è una cosa che ho vissuto più volte in Veneto; nella città dove sono nata in provincia di Vicenza, per esempio, quasi ogni festa di paese si tramuta in mercatino pieno di un’accozzaglia di prodotti di bassa qualità spacciati per ‘delizie dall’Italia’. Non sono una grandissima esperta di sagre nel resto d’Italia, sebbene ne abbia visitato qualcuna di fenomenale, ma immagino che non sia solo in Veneto il problema.

Folpo alla Sagra del Folpo

Insieme a questi prodotti messi lì un po’ a caso, sopravvivono un po’ di folpari, la vera ragione della mia gita. Mi fermo in uno a caso; sono attirata perché sparano musica dance alle 11.30 del mattino. Quando chiedo alla proprietaria da quanto sono qui mi risponde “è il primo anno, noi in realtà siamo una discoteca di Dolo (paese in provincia di Venezia)”, storco un po’ il naso, prendo qualche folpo e una manciata di masenete (piccoli granchi bolliti). Il sapore non è male, ma rimango perplessa. I prezzi per i folpi bolliti si aggirano dai 3 ai 4 euro all’etto, mentre le Masenete dai 2 ai 3 euro all’etto. In altri stand ci sono anche i Bovoli, chiocciole di terra sempre condite con aglio, olio e prezzemolo.

Nonostante la pioggia, mi stupisco come ci sia comunque da fare la fila in quasi tutti gli stand. Tutti sembrano non badare all’esotismo di alcuni prodotti, l’importante pare essere quello d’ingurgitare più cibo al prezzo più conveniente possibile.

polpo sagra veneto
Masenete, granchi piccoli bolliti e conditi con aglio, olio e prezzemolo.

Più tardi proviamo a ordinare un po’ di piatti all’interno di una delle bettole, fin da subito il menù non mi convince, troppi piatti per una sagra e sopratutto, alcuni, totalmente fuori contesto: come gli gnocchi di zucca con speck.

piatto di folpi
Un piatto di folpi.

Ordiniamo un risotto e bigoli con sugo di polpo, Folpo Ciosoto (uno dei centinaia di termini usati per identificare il polpo bollito e condito con olio, aglio e prezzemolo) e fagioli. Dopo un’attesa dignitosa, ci sediamo e dopo poco arrivano i piatti: bigoli confezionati, sughi non particolarmente buoni, polpi terribili e fagioli praticamente appena usciti da una scatoletta, una schifezza dietro l’altra.

Mentre cerco di digerire la delusione, vedo che poco più in là lo stand gastronomico della Lega Nord – ricordiamoci che siamo in piena Padania – offre una varietà di piatti nettamente migliore, e anche se non ho nulla a spartire con il loro credo politico rimango affascinata dal loro menù autarchico. Intanto noto come il loro stand sia proprio accanto a uno di specialità del sud Italia. Chissà cosa avrebbe detto l’Umberto Bossi 20 anni fa.

stand della lega nord sagra del folpo
Lo stand gastronomico della Lega Nord.

Se invece, penso ad una sagra veneta che negli anni ha celebrato un piatto della tradizione in modo coerente e ha dato spazio a stand che valorizzassero solo i prodotti del territorio, mi viene in mente la Festa del Baccalà di Sandrigo. Ecco quella riesce ancora oggi a promuovere un piatto tipico, non rendendolo un contorno, e ad attirare i turisti con un po’ di qualità.

E non lo dico per sventolare il credo della tradizione rigida e dell’autarchia, ma se ci sono prodotti buoni da valorizzare, perché non dare spazio a loro, anziché ad aspirapolveri e a krapfen scongelati?

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