No, non sono alieni quelli che compaiono nel video qui sopra, anche se praticamente è un po’ come se lo fossero. Quei bizzarri, colorati, strambi e imperscrutabili esseri sembrano versioni 3D di un quadro di Picasso, ma, in realtà, sono creature marine mai viste prima, che abitano nell’abisso più profondo del mondo, ovvero la fossa delle Marianne—una depressione oceanica che si trova a 11.000 metri sotto il livello del mare, nel Pacifico occidentale, a sud del Giappone.
Non siamo i soli a trovarci sconvolti e affascinati dalla diversità della vita là sotto, lo sono anche gli scienziati che stanno ancora cercando di capire a quale angolo del reame dei viventi appartengano queste creature. A quanto pare, è un “che cavolo sto guardando” per tutti.
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“È così emozionante,” ha detto a New Scientist la dottoressa Shriley Pomponi, biologa dei prodotti naturali e coordinatrice di ricerca alla Harbor Oceanographic Institution. “Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo.”
Dal 10 aprile al 10 luglio, la nave da ricerca Okeanos del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha viaggiato su e giù per il Pacifico, all’altezza della Fossa delle Marianne. La tecnologia sonar e i veicoli comandati da remoto hanno permesso agli scienziati di studiare le profondità della fossa senza andare effettivamente là sotto di persona.
L’obiettivo della spedizione a bordo della nave del NOAA Okeanos Explorer era quello di acquisire informazioni basilari sugli habitat delle acque profonde nei dintorni della fossa e imparare di più sulle connessioni tra le comunità marine che vivono a diversi “picchi montuosi marini e camini di sfiato idrotermali.” (I camini idrotermali sono generati dall’incontro tra magma e acqua salata, causato dai vulcani sottomarini che si trovano sulle creste e sui confini tra placche convergenti). Nonostante i decenni di lavoro in quella regione, la fossa delle Marianne è rimasta un buco nero in termini di esplorazione e comprensione.
La spedizione, durata 69 giorni in tutto, ha utilizzato sensori per la telepresenza per mappare prima la metà meridionale dell’area, poi quella settentrionale. La Okeanos Explorer è la prima e unica (per ora) nave federale dedicata all’esplorazione dell’oceano con operazioni di telepresenza per tenere collegata la maggior parte dei ricercatori a terra. La tecnologia di telepresenza, i video in tempo reale, e le trasmissioni satellitari dei dati oceanografici hanno permesso agli scienziati in tutto il paese di sintonizzarsi con la missione.
Quattro mesi dopo, possiamo concludere che il mondo continuerà sempre a stranirci e affascinarci. Ora, bisogna dare un nome a tutte quelle assurde e curiose creaturine avvistate là sotto.