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Chi sono i 43 studenti scomparsi in Messico?

La Scuola Normale Ayotzinapa di Iguala, è totalmente autogestita. Tra i suoi allievi, ci sono i 43 studenti scomparsi, che si pensa siano stati uccisi e sepolti in una fossa comune da alcuni poliziotti corrotti per conto di un cartello della droga...

Foto di Lenin Ocampo

Quando hanno saputo che il loro figlio era uno degli studentiscomparsi che si sospetta siano stati uccisi dalla polizia messicana, Manuel e Hilda Gonzalez sono saliti su un autobus e hanno fatto un viaggio di nove ore per arrivare alla Scuola Normale Raul Isidro Burgos Ayotzinapa, nello stato meridionale di Guerrero.

Il loro figlio, Cèsar Manuel Gonzalez Hernandez, ha 19 anni ed frequenta il secondo anno all'Ayotzinapa, un istituto magistrale fondato nell’era rivoluzionaria. È uno dei 43 studenti scomparsi dal 26 settembre, quando una serie di attacchi della polizia ha causato la morte di sei persone nella città di Iguala, nello stato di Guerrero. I suoi genitori sono dei campesinos del Tlaxcala, e sono arrivati alla Scuola Normale Ayotzinapa con più soldi sul credito dei loro cellulari che nelle loro tasche.

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Qui si sono uniti alle proteste di decine di altri genitori, tutti in attesa di conoscere la sorte dei loro figli. Domenica, infatti, il pubblico ministero dello stato di Guerrero aveva dichiarato che, stando alle confessioni di uno spacciatore e di un cecchino arrestato dopo la scomparsa degli studenti, tra i corpi rinvenuti nella fossa comune vicino al luogo degli scontri ci sarebbero anche i resti di 17 dei normalistas scomparsi dalla scuola Ayotzinapa.

Secondo l’ultimo aggiornamento, lunedì i corpi ritrovati sarebbero 28, anche se le autorità devono ancora accertare l’identità delle vittime.

Un veicolo dell'esercito messicano recante un cartello con i nomi e le foto degli studenti scomparsi a Iguala, nello stato di Guerrero (Foto di Lenin Ocampo) 

“Siamo venuti così, senza portaci niente dietro,” ha dichiarato Hilda, la madre di Cèsar, a VICE News. La sua famiglia, comprese le altre due figlie, vive con 50 dollari la settimana. Da mercoledì i genitori di Cèsar dormono nell’istituto, i cui muri sono ricoperti di slogana e immagini di Ernesto "Che" Guevara. Un compagno di classe del figlio ha offerto loro il proprio letto.

“Me lo chiedo continuamente, perché non fanno niente contro questi criminali? Non so perché il governo non sostiene queste scuole di giovani, gli unici che sanno come esprimersi in modo appropriato,” continua Hilda.

Il procuratore dello stato di Guerrero, Iñaky Blanco Cabrera, domenica scorsa ha detto che si pensa che i poliziotti della zona, sospettati di essere comandati dalla banda criminale Guerreros Unidos, siano responsabili delle sparatorie e della scomparsa degli studenti.

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Due dei 22 poliziotti arrestati la scorsa settimana hanno dichiarato di aver ricevuto l'ordine di fermare due pullman sequestrati da alcuni studenti di Ayotzinapa. Pare che “El Chucky”, un leader dei Guerreros Unidos, abbia poi dato l’ordine di “far fuori” gli studenti catturati durante l’operazione.

Le autorità hanno anche perquisito la proprietà di Josè Louis Abarca, il sindaco di Iguala, attualmente latitante e ricercato per i suoi sospetti legami con i Guerreros Unidos. Pare che sua moglie sia infatti parente di uno dei leader del cartello.

Il campus della Scuola Normale Ayotzinapa, sui cui muri sono dipinte immagini di "Che" Guevara. (Foto di Melissa del Pozo)

Dentro l’istituto normalista.

Visitare la Normal School of Ayotzinapa è come entrare in un’altra dimensione spazio-temporale, o come atterrare nella Cuba comunista. Sulle pareti ci sono ritratti del Che, di Lenin, Marx e Engels, oltre a immagini di Lucio Cabañas, un guerriglierlo rivoluzionario messicano degli anni Settanta. I suoi quasi 600 studenti sono tutti maschi e vivono all’interno del campus, fra slogan e manifestazioni a sostegno di varie cause sociali.

L’istituto si trova a circa 20 minuti da Chilpancingo, la capitale dello stato di Guerrero, in fodo a una strada polverosa dove un arco di pietra dà il benvenuto ai visitatori. Di solito, il campus somiglia ad una cittadina popolata solo da adolescenti, ma adesso ospita anche i parenti dei normalista apparentemente rapiti dalla polizia municipale di Iguala.

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Su un muro dell’edificio principale, uno dei nove che ospitano dormitori, aule e mense, si leggono le parole “se vado avanti, seguimi/se vado avanti, spingimi/se mi uccidono, vendicami/se ti tradisco, uccidimi.” All'ingresso, c’è un cartello con la scritta “Ayotzinapa, la culla della coscienza sociale.”

Gli studenti prendono collettivamente le decisioni su praticamente tutti gli aspetti della loro vita, compresa l'istruzione scolastica. “Qui abbiamo noi il potere,” mi ha detto un normalista che ha detto di chiamarsi Diego—uno pseudonimo.

Non è il solo ad utilizzare uno pseudonimo. Tutti gli studenti che oltrepassano la soglia di ingresso all’Ayotzinapa Normal School cambiano nome. Molti scelgono soprannomi connessi al loro luogo di provenienza. Lo studente scomparso Cèsar Manuel Gonzalez Hernandez per esempio è noto come "El Tlaxcaltequita,", perché viene dallo stato di Tlaxcala.

“Siamo una scuola in lotta,” mi ha detto uno studente che si fa chiamare Eduardo. È il capo del “comitato di propaganda,"  uno dei nove gruppi che organizza gli studenti. “Qui non comandano gli insegnanti,” ha aggiunto.

VICE News ha trascorso cinque giorni all'interno del campus. Ultimamente l’istituto si è trasformato nel centro dove si organizzano le proteste, con studenti e parenti che pianificano il blocco delle autostrade principali e nuove proteste nella capitale dello stato, Chilpancingo.

Lunedì, la scuola è stata invasa dai giornalisti stranieri, che hanno iniziato, senza alcuno scrupolo, a fare domanda ai genitori a proposito dei figli scomparsi. Di conseguenza, questi hanno incaricato un portavoce di occuparsi del rapporto con la stampa.

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“[il governatore Aguirre] sa dove si trovano e deve riportarceli, perché anziché stancarci noi ci arrabbiamo ogni giorno di più, ed è tempo di mettere fine a questa situazione,” ha dichiarato Manuel Martìnez, portavoce delle famiglie.

Due studenti della Scuola Normale, a volto coperto, durante il blocco dell'autostrada che collega Città del Messico a Chilpancingo, questo venerdì. (Foto di Melissa del Pozo)

Pullman sequestrati nel nome della lotta sociale

Si sta delineando un'immagine più chiara di quanto successo quella notte a Iguala, dove gli scontri si riallacciano alla complicata rete di conflitti politici e sociali in corso nello stato di Guerrero.

In base alle interviste fatte ai sopravvissuti dell’attacco, gli studenti stavano semplicemente protestando all'esterno di l’evento a cui presenziava la moglie del sindaco di Iguala, María de los Ángeles Pineda. Il gruppo si trovava ad Iguala per richiedere fondi per gli approvvigionamenti alla scuola. Per tornare ad Ayotzinapa gli studenti hanno fermato e sequestrato temporaneamente due pullman—una procedura standard dei normalista, che secondo loro è coerente con i loro ideali di lotta sociale.

Gli studenti, a volto coperto, sono soliti bloccare la salita dei passeggeri e intimare loro di scendere, così da poter usare il mezzo per il loro trasporto. Sostengono che il governo metta scarse risorse a disposizione delle scuole, mentre i pullman commerciali—come i camion delle compagnie di cibo, anch’essi spesso sequestrati e saccheggiati dai normalista—rappresentano il potere corrotto degli interessi capitalistici in Messico.

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Secondo quanto dichiarato da alcuni studenti a VICE News, il sequestro non-violento dei pullman di linea è diventato così diffuso che gli autisti lo sanno e lasciano il veicolo nelle mani degli studenti, che di solito, in seguito, li ricompensano per il disturbo. La pratica è anche ben organizzata: all'interno del’istituto di Ayotzinapa esiste un comitato che si occupa di questa attività, chiamato “lucha”, ossia “lotta”.

Per questa ragione, gli studenti di Guerrero sono spesso dipinti come dei “vandali” o dei “criminali” dalla stampa locale, e perché si dedicano anche al furto del gas o negoziano il prezzo a cui acquistarlo con il personale delle stazioni di servizio.

Carlos, lo studente che dirige le operazioni di sequestro dei pullman, ci ha spiegato perché, secondo lui, tale pratica sarebbe da considerare alla pari del furto.

“Lo facciamo perché il cibo che ci dà [il governo] non è abbastanza,” ha dichiarato. “I nostri bersagli sono solo le compagnie che portano avanti questo sistema, perché siamo contro le grandi aziende capitaliste, come Coca-Cola o Lala (un'azienda produttrice di latte)."

Nel 2011 uno scontro con la polizia su un’autostrada dello stato di Guerrero ha causato una sparatoria e la morte di due studenti di Ayotzinapa. Non è un segreto che, a Guerrero, le scuole normali siano storicamente legate ai movimenti di guerriglia operanti nel tormentato sud del paese, anche se gli studenti di Ayotzinapa negano di avere contatti con tali gruppi.

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In seguito agli avvenimenti di Iguala, due gruppi di guerriglieri hanno rilasciato dichiarazioni, la cui autenticità non è stata però confermata.

L’Ejército Popular Revolucionario, o EPR, ha dichiarato che gli eventi costituiscono un “crimine politico” dello stato. Un più piccolo gruppo chiamato Fuerzas Armadas Revolucionarias, o FAR, ha invitato i normalistas ad organizzare un’ “offensiva generale” nei confronti del governo messicano come rappresaglia per la scomparsa degli studenti.

Allo stess tempo, uno dei cosiddetti narcomanta—messaggi resi pubblici dalle gang criminali—è comparso lunedì a Iguala, apparentemente firmato dal cartello dei Guerreros Unidos. Il messaggio affermava che se i 22 poliziotti non fossero stati rilasciati, il cartello avrebbe rivelato i nomi dei politici coinvolti nelle sue operazioni.

Odore di carne bruciata

Lunedì, un giornalista di VICE News ha avuto accesso ad alcune delle sei fosse comuni in cui si pensa che siano stati seppelliti gli studenti scomparsi.

Per arrivare sul posto, ci vogliono 30 minuti di macchina dal centro di Iguala e poi un'altra mezz'ora di cammino. Le fosse erano melmose, apparentemente coperte di grasso appiccicoso, e c’era una tremenda puzza di carne bruciata.

Secondo le autorità, tutti i corpi finora recuperati sono stati bruciati. Anche la scientifica argentina ha partecipato alle operazioni di riesumazione e identificazione dei corpi.

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“Questo è il cimitero preferito dai killer,” ha dichiarato a VICE News Virgilio Rodriguez, un abitante di Pueblo Viejo, il villaggio più vicino alle fosse comuni.

Iguala sorge in un punto di giunzione molto importante fra gli stati di Guerrero, Mexico, Michoacàn e Morelos; 35 chilometri a sud della città coloniale di Taxco, importante meta turistica.

Secondo quanto dichiarato in un'intervista dall'ex sindaco di Iguala, Làzaro Màzon, negli ultimi anni la città sarebbe diventata una tappa cruciale del traffico di droga e, di conseguenza, il teatro degli scontri fra i due cartelli rivali dei Guerreros Unidos e dei Los Rojos, entrambi rami dell’ormai decaduto cartello di Beltràn Leyva.

Gli abitanti di questa zona agricola hanno quasi tutti smesso di coltivare mais, angurie, zucche e arachidi—spesso a causa delle minacce dei gruppi criminali—e sono stati costretti a trasformarsi in vedette dei cartelli.

Tra aprile e maggio di quest’anno, i militari messicani hanno scoperto e smantellato un laboratorio di metanfetamine a Iguala, e durante le operazioni si sono imbattuti in diverse fosse comuni trovando 28 corpi, ancora non identificati.

Sabato sera i parenti degli studenti scomparsi hanno deciso all'unanimità che, quali che siano le conclusioni a cui arriverà il governatore di Guerrero Angel Aguirre, loro non le accetteranno. Qualora venga accertato che i loro figli sono morti, riterranno responsabile il governatore.

Nel frattempo stanno venendo organizzate ulteriori manifestazioni, tra cui uno “sciopero nazionale” delle scuole normali di tutto il paese, fissato per mercoledì.

“So che ritornerà,” ha detto Hilda, Madre di Cèsar Gonzalez. “E io sarò qui ad aspettarlo. Voglio dirgli che gli voglio bene. Questo è ciò che mi importa di più.”