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Il fastidio terribile di sentire qualcuno che mastica: la misofonia

Non c’è niente di più raccapricciante che sentire qualcuno che mangia una mela, una carota o delle patatine. Brr, sento i brividi lungo la schiena solo a pensarci. So che non sono l’unico. Come mi ha rivelato una veloce ricerca, molte altre persone sono disgustate dalla masticazione altrui. Ma è una sofferenza genuina o semplicemente una generica avversione a un rumore?

La misofonia, che significa “odio per i suoni”, viene raramente diagnosticata. Secondo l’Academic Medical Center (AMC) di Amsterdam, chi soffre di questo disturbo si sente disgustato, infuriato o frustrato quando sente dei determinati suoni.

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L’AMC descrive i suoni in questione secondo l’accezione di “innocui”, come il rumore prodotto dalla masticazione o dal respiro pesante, anche se io non capisco davvero l’uso del termine “innocuo” in questo caso:

Le persone che vengono [da noi] manifestano sintomi molto gravi, al punto che provano dolore. Non possono mangiare in compagnia di altre persone, né dormire nella stessa stanza (…)

https://www.youtube.com/watch?v=Te5gcOeCFXk

Non è la cosa più orrenda che abbiate mai sentito?

E se Google ha ragione, il mio non è un caso raro. Ci sono tantissimi forum in cui le persone condividono la propria esperienza e si scambiano consigli su come affrontare le sofferenze provocate dagli atroci rumori prodotti dai propri simili.

Ma non vi è un altrettanto diffuso consenso in campo scientifico sul fatto se la misofonia sia o meno un vero e proprio disturbo psicologico, e non solo un fastidio che in molti provano. Nel 2013 i ricercatori dell’AMC hanno pubblicato uno studio volto alla diagnosi della misofonia, che però non è stato riconosciuto nè dal DSM-5 o dall’ICD-10.

Nel mondo ci sono soltanto poche istituzioni, tra cui l’AMC, che prendono la misofonia abbastanza sul serio da condurre ricerche empiriche. Ho contattato Arjan Schröder, uno psichiatra dell’AMC che sta lavorando alla ricerca delle cause, degli effetti e delle possibili cure della misofonia.

Il suo lavoro è condotto in collaborazione con il professor DamiaanDenys, la prima persona ad aver descritto il disturbo in ambito psichiatrico. Il loro team ha pubblicato inoltre un questionario per facilitare la diagnosi. Ma di questo parleremo dopo.

L’AMC di Amsterdam è attualmente l’unico centro in Olanda e in Europa dove siano state elaborate delle cure per il disturbo, e uno dei pochi posti al mondo a considerare la misofonia come un disturbo medico.

Solitamente il disturbo si manifesta intorno ai 13 o 14 anni, come la maggior parte dei disordini psichiatrici. Ha un’incidenza a livello familiare, quindi probabilmente vi è una componente genetica.

Quasi tutti sono d’accordo nel riconoscere l’avversione verso i rumori che le persone producono, ma Schröder afferma che “le persone che vengono manifestano sintomi molto gravi, al punto che provano dolore. Non possono mangiare in compagnia di altre persone, né dormire nella stessa stanza, o addirittura lavorare in ufficio con altri persone. La misofonia li affligge tanto che iniziano a evitare molti luoghi. E questo non porta ad altro che peggioramenti.”

La maggior parte delle persone che si reca all’AMC è molto grata per il fatto che venga riconosciuta a livello medico la propria sofferenza e di conseguenza ne vengano studiate delle cure. Deve essere davvero frustrante provare emozioni negative quando un altro umano tossisce, si taglia le unghie, si lava i denti, mastica cose croccanti, mangia, beve, respira, russa, sbadiglia, mastica una cicca, ride. E le cause sono pressoché sconosciute.

“Solitamente il disturbo si manifesta intorno ai 13 o 14 anni, come la maggior parte dei disordini psichiatrici. Ha un’incidenza a livello familiare, quindi probabilmente vi è una componente genetica. Nel disturbo viene stabilita una connessione tra un suono neutrale e un’avversione anche violenta,” afferma Schröder. “è un processo di condizionamenti: se ti ritrovi in una situazione problematica abbastanza regolarmente e inizi ad evitarla, il disturbo si fa sempre più grave.”

Nonostante si sappia poco sulle cause di questo disturbo, c’è una cura—una cura piuttosto intensa, secondo quanto mi ha detto Schröder. “La cura consiste in terapia di gruppo basata su diverse tecniche usate dai terapisti cognitivi comportamentali,” ha spiegato. Durante le sessioni di gruppo, che si tengono ogni settimana, viene insegnato ai pazienti come disconnettere i suoni dalle emozioni negative.”

“È un processo lento, le persone devono lavorarci su per mesi,” ha detto Schröder. Ed è un trattamento necessario, perché il cervello viene praticamente riprogrammato. Il comportamento reiterato negli anni deve essere completamente disconnesso.

Tutte le sperimentazioni elaborate all’AMC sono completamente nuove. Fino alla pubblicazione dell’articolo di Schröder e Denys sulla diagnosi del disturbo, la misofonia non è mai stata oggetto di alcuna attenzione clinica, nonostante pare che le persone a soffrirne siano tante. Le ricerche in ambito medico si sono sempre concentrate sostanzialmente sul tentativo di categorizzare la misofonia all’interno di altri disturbi psichiatrici conosciuti.

Il famoso neurologo statunitense Vilaynur Ramachandran ha paragonato la misofonia alla sinestesia in uno studio del 2013. Ma secondo Schröder questo parallelo non è accurato, o almeno, quello tra i due fenomeni non è un collegamento diretto. Nella misofonia un’emozione è scatenata da suoni specifici, non dal senso dell’udito in generale. Il suo team sta esplorando la misofonia come parte dello spettro dei disordini ossessivo-compulsivi.

Il gruppo di ricerca di Denys sta attualmente utilizzando l’fMRI per determinare quali caratteristiche si manifestino a livello cerebrale nelle persone che soffrono di misofonia. Stanno anche elaborando degli esperimenti utilizzando l’EEG e stanno affinando la terapia comportamentale. Hanno inoltre elaborato la Amsterdam Misophonia Scale (A-MISO-S), un questionario utilizzato per diagnosticare il livello di gravità della misofonia.

Al pari di ogni altro disordine, la misofonia possiede una scala di intensità che va dal livello tenue a grave. Molte delle persone intorno a voi che si lamentano perché state mangiando una mela troppo vicino al loro orecchio (come me), o che indossano immediatamente gli auricolari se qualcuno tira fuori una carota (come me), probabilmente non hanno bisogno di alcuna cura. Ma possono entrare in gioco altri fattori.

“È un disturbo che ha a che fare con il senso del controllo,” ha affermato Schröder. “Quando senti qualcuno che mastica rumorosamente entra in gioco anche un giudizio etico “dovresti tenere chiusa la bocca quando mangi” oppure “Non dovresti digitare sul computer così rumorosamente”. La maggior parte delle persone che sviluppano la misofonia hanno degli aspetti della personalità rigidi e compulsivi.”

Vi riconoscete in queste descrizioni? Vi dileguate quando qualcuno produce un suono che non vi aggrada? Potete sempre contattare l’AMC, dove sono al lavoro su cure sempre migliori. E se non abitate vicino ad Amsterdam rincuoratevi, la misofonia sta gradualmente raggiungendo il riconoscimento a livello internazionale, e con un po’ di fortuna presto apriranno vicino a voi un centro che si occuperà del disturbo.