Il 2 febbraio scorso, Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della FAPAV — Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali — ha dichiarato illegale l’attività di sottotitolaggio svolta da ItalianSubs, la comunità più grande al mondo di fansubs.
La ragione, si legge nella dichiarazione di Bagnoli Rossi, è che la comunità non è “in possesso del consenso per realizzare la traduzione in lingua italiana dei relativi dialoghi dei contenuti audiovisivi, generando un danno alle imprese che hanno investito in quel determinato prodotto e alterando il mercato stesso.”
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Motherboard ha contattato la comunità di ItalianSubs, che ha commentato la dichiarazione di Bagnoli Rossi puntualizzandone la concomitanza con l’uscita nei cinema di “Subs Heroes,” documentario che racconta la vita dei volontari italiani che traducono e sottotitolano le serie appena queste sono disponibili sul mercato originale.
“Vogliamo ribadire che Italiansubs non ha fini di lucro e non percepisce alcun guadagno, diretto o indiretto, per i servigi che rende all’utenza,” ha scritto un loro portavoce per email a Motherboard. “Da più di dieci anni la nostra piattaforma on line non ospita alcun banner pubblicitario e si sostiene esclusivamente con donazioni dei propri affezionati utenti e col volontariato dei propri traduttori.”
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A livello prettamente legale, i sottotitoli in italiano di serie non ancora distribuite in Italia ricadono in una zona grigia: è plausibile che chi scarica un file di sottotitoli lo usi su un file video scaricato illegalmente, ma non è neanche scontato. Il problema per il FAPAV sta in realtà a priori, perché l’attività di comunità come ItalianSubs prescinde dal permesso dei titolari dei diritti d’autore originali e, a catena, provoca un danno “ai licenziatari italiani dei diritti su tali opere” e al settore del doppiaggio professionale.
“Teniamo a precisare che questa community è ed è sempre stata a favore alla diffusione legale dei contenuti audiovisivi,” ha scritto via email a tal proposito il portavoce di ItalianSubs. “Italiansubs è nata in un momento in cui il pubblico italiano sentiva l’esigenza di una più ampia varietà dei contenuti, sia doppiati che in lingua originale, e si è sempre posta come obiettivo quello di dare una spinta, per quanto modesta, all’aumento dell’offerta televisiva in lingua originale attraverso i canali ufficiali.”
Le dinamiche del consumo dell’intrattenimento televisivo e cinematografico sono un terreno di scontro acceso da tempo, dove siti di torrent e di streaming riescono — più spesso che non — a dimostrarsi l’alternativa più funzionale per uno spettatore medio in qualsiasi paese.
L’esempio recente forse più eclatante, in questo senso, è stato l’incontro di boxe tra il pugile Mayweather e il combattente di MMA McGregor quest’estate: il canale online in Pay Per View che avrebbe dovuto trasmettere il match — e per cui migliaia di spettatori avevano pagato fino a 100 dollari di biglietto — è crashato a pochi minuti dall’inizio, dirottando inevitabilmente le persone su fonti illegali — tra Facebook, YouTube, Instagram, Periscope, Twitch e altri ancora.
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Negli ultimi anni — come il caso della frase più struggente e impossibile da tradurre dell’intera serie di Game of Thrones dimostra — la realtà dei fansubs è diventata polarizzante: al punto che i titani della televisione hanno cominciato a mandare in onda le serie di punta sottotitolate in concomitanza (o quasi) alle tempistiche americane, nel tentativo di arginare il fenomeno e reindirizzare il grande pubblico.
Realtà come Netflix hanno sicuramente modificato il panorama in un modo ancora diverso, ma, ancora, la compravendita internazionale dei titoli porta spesso a cataloghi diversi da stato a stato e a soluzioni non precisamente legali in risposta a questa esclusività di contenuti.
Il mercato delle serie e dei film in Italia è poi un terreno con altre caratteristiche proprie — come l’estesa tradizione del doppiaggio —, rispetto a quello dominante dei paesi anglofoni, che stanno comunque, a loro volta, facendo guerra alle comunità di fansubs.
Quello che emerge, in sintesi, dal verdetto del FAPAV è che il peso di macchine umane come quella di ItalianSubs è decisamente ingombrante, come lo è, d’altronde, la domanda di un pubblico odierno molto diverso da quello passivo della prima televisione.
Motherboard è in attesa del commento del FAPAV. Aggiorneremo l’articolo non appena possibile.